Capitolo 2

710 39 9
                                    

Stiles

Il mio cuore perse un battito. Quando mio padre aveva ricevuto una chiamata dalla Centrale per una segnalazione di incidente e lui si era segnato la targa del veicolo, lo riconobbi subito: i Martin.

Obbligai mio padre a portarmi con lui, e alla fine, solo perchè altrimenti sarebbe arrivato in ritardo, mi fece salire sulla sua auto.

Non appena fummo sull'autostrada, notai subito la macchina in questione. Era rovesciata. Mi assalì il panico. Lydia stava bene? La paura aumentò, quando vidi il finestrino posteriore rotto e il parabrezza coperto di sangue. Avevo perso le speranze. Mio padre mi mise una mano sulla spalla, e gli infermieri tirarono fuori i corpi dalla macchina. Lydia fu la prima. Aveva il vestito, il braccio e qualche ciocca di capelli pieni di sangue, ma a parte questo, sembrava star bene. E infatti, qualche attimo dopo mi guardò. E si mise a piangere. "Non ci pensare neanche" mi ammonì mio padre, ma non lo ascoltai e corsi da lei.

Non badai alle occhiatacce dei medici mentre mi avvicinavo a lei. Salii sull'ambulanza, e per tutto il viaggio verso l'ospedale tenni la mano di Lydia. Non disse una parola. Non volevo lasciarla andare, non l'avrei lasciata andare! Ma quando i medici la portarono verso l'ambulatorio, e lei sussurrò il mio nome, non riuscii a fare altro che restare fermo e seguirla con lo sguardo.

L'attesa fu tremenda. Non ricevevo notizie di Lydia da ore, e ciò mi faceva infuriare. Avrei sfondato quella porta se fosse stato necessario. Scott e Allison arrivarono quella sera. "Come sta?" mi chiese Allison. Le lanciai un'occhiata, e anche lei capii che non sapevo nulla. Scott mi mise una mano sulla spalla, e in quel momento uscì un medico. "Potete entrare" ci disse, e mi precipitai nella stanza.

Lydia era sola, non dormiva. "Come stai?" fu la prima cosa che mi venne in mente. Che idiota. Dovrei rassicurarla, dirle che andrà tutto bene, che le sarei stata accanto. "Dove sono i miei genitori?" chiese lei dopo qualche attimo di silenzio. Mi colse alla sprovvista. Non ne avevo idea. Le scese una lacrima, e mi sentii tremendamente in colpa per il mio silenzio. "No, Lydia, loro... stanno bene, te lo assicuro" ma non volevo darle false speranze. Probailmente erano morti all'impatto, ma non avevo la forza di dirglielo. Probabilmente non l'avrei avuta mai.

Unforgettable NowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora