Capitolo 20

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Stiles

Lydia si addormentò quasi subito, dopo la fine del film. Non volevo ammetterlo, non di fronte a lei, ma mi era piaciuto. E pensavo davvero che la protagonista fosse carina. Certo, non era Lydia, ma non era male.

Mi svegliò mio padre. "Devo andare in centrale, c'è appena stato un omicidio" mi informò. Sentivo la testa di Lydia sulla mia spalla, e non potevo fare a meno di immaginare i pensieri di mio padre in quel momento. Ma non disse nulla, ed uscì dalla mia camera senza aggiungere altro.

Feci in modo di sistemare Lydia senza che si svegliasse, e corsi dietro a mio padre. "Papà!" lo chiamai. "Sono i genitori di Lydia, vero? Stavi parlando di quel caso?" gli chiesi, e dall'espressione che assunse, capii che avevo ragione. "Sospettiamo sia stato un omicidio, non un incidente" ammise. Poi se ne andò.

Tornai nella mia stanza, ma non riuscivo nemmeno a guardare in viso la ragazza che mi stava di fronte. Non dopo quello che avevo scoperto. Così girovagai per la casa.

Alle sei meno un quarto, ricevetti un messaggio di mio padre. Dovrò stare fuori qualche giorno, le indagini sono molto complicate, e vanno fuori città. Ti voglio bene. Fantastico. Con Lydia. Per qualche giorno. Sapendo la verità e dovendogliela nascondere. Un secondo. Mio padre non mi aveva detto niente riguardo mantenere il segreto con lei.

Preparai  la colazione, e quando Lydia scese in cucina, alle nove, trovò i pankakes pronti. "Che dolce" disse, dandomi un bacio sulla guancia. "Parlavo del pankake" mormorò al mio orecchio, per poi ridere. Ma al suono della sua risata, mi rabbuiai. "Che succede?" mi chiese. "Mettiti seduta. Ti dirò tutto" promisi. "Dirmi tutto cosa? Stiles, che succede?" era seriamente preoccupata. "Ti dirò tutto. Riguardo la morte dei tuoi genitori" spiegai, e quella confessione fu la più dolorosa di tutte.

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