Capitolo 14

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Stiles

Lydia si addormentò quasi subito, sentivo il profumo dei suoi capelli, sentivo il suono regolare dei suoi respiri. Era qualcosa di rilassante, non so come.

Sapere che avevamo avuto lo stesso incubo non mi tranquillizzava, anzi, mi inquietava. Ma il sonno ebbe il sopravvento, e sprofondai di nuovo nel mondo dei sogni.

Mi svegliai di nuovo, erano le quattro e mezza di mattina, o almeno sulla sveglia era scritto così, nonostante il cielo fosse ancora oscurato dalla notte. Lydia era in preda a grida terrificanti. Cercai di avvicinarmi a lei, ma era così terrorizzata, anche nel sonno, che rischiai di prendermi un pugno in pieno viso. "Lydia, ti prego, svegliati!" le dissi, nel tentativo di destarla.

Le grida lasciarono spazio a un pianto sconsolato. Ormai, probabilmente, ero più preoccupato io di lei. "Lydia!" la chiamai di nuovo, e dopo un paio di scossoni, si svegliò. Aveva ancora il terrore negli occhi, e probabilmente avevo l'orrore nei miei.

Le misi le mani sulle spalle, mentre lei tentava di calmarsi. A poco a poco, il suo respiro divenne più lento e regolare, smise di singhiozzare, e riuscì a guardarmi negli occhi. "Scusa se ti ho svegliato" disse in un sussurro. Perchè si stava scusando? Avrei dovuto scusarmi io, per come l'avevo svegliata.

"Vuoi tentare di dormire?" le chiesi. Per tutta risposta, lei si avvicinò a me e mi abbracciò. La cinsi anch'io con le braccia, e sperai che non si sarebbe mossa da lì.

"Stiles, io ti..." mormorò, per poi addormentarsi, lasciandomi con la curiosità della frase lasciata in sospeso.

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