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Esco dall'aula di matematica e mi aggiungo ad una massa di alunni che strepitano di uscire da questo edificio.
Quando riemergo dalla folla realizzo di essere così tanto 'nel mio mondo' da essermi dimenticata di aspettare Stacy. Me ne accorgono quando corre come una forsennata verso di me emettendo dei gridolini eccitanti, che mi provocano ancora più ansia.
Senza dire una parola, mi sbatte il telefono in faccia. Lo allontano un attimo per mettere a fuoco la situazione.
Non ci posso credere. Ma perché ho un'amica che fa una situazione del genere qualcosa di melodrammatico ?
Richard Matthews le ha scritto in Instagram.

Ehi, oggi eri molto carina. Dovremmo vederci più spesso.

Richard è un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi di un azzurro intenso, che tutte le ragazze adorano. Capitano della quadra di basket, non si è mai fatto sminuire.
E Stacy ha una cotta per lui dalla prima media. Ma non lo vuole ammettere, anche se io l'ho capito benissimo.
Finito questo momento di shock totale cerco invano di calmare Stacy che nel frattempo continua a ripetere: «Cam, Cam, Cam, Camilaaa! Ma ti rendi conto ? Stiamo parlando di Richard Matthews!» Penso che ormai sia la quarta volta di fila che lo ripete. Ma il mio cervello ha perso il conto.
«Si, Stacy. Mi rendo perfettamente conto di quello che è appena successo, ma non serve fare una scenata del genere, non è poi una cosa così scandalosa. Calmati, e poi questo è un buon segno» dico provando a calmarla, ma è una cosa praticamente impossibile con lei. Quando si tratta di queste sutazioni, poi..

Continua ad ansimare, ma poi arriva Nicholas a salvarmi. Da sempre il mio migliore amico, non ci siamo mai separati e mai lo faremo. A differenza di Stacy, Nic lo conosco dalle elementari. Dalla seconda elementare, per precisione. Ricordo che era nuovo di Long Beach, che si era appena trasferito, e che tutti i miei compagni lo prendevano in giro, come succedeva a tutti quelli nuovi. Ma a me stava simpatico. E il giorno in cui decisi che sarebbe diventato mio amico, non lo cambierei mai.
È un ragazzo carino, dagli immensi occhi azzurri, una capigliatura sbarazzina e rigorosamente castana.

Irrompe nel discorso con un «Ehi GuastafesteMiglioreDiSempre» stampandomi un bacio sulla guancia.
Vorrei ammazzarlo per come mi ha appena chiamata, ma non lo faccio.
Quel soprannome me l'ha attribuito in quarta elementare. Per sbaglio gli avevo detto quello che per lui doveva essere la sorpresa del suo decimo compleanno. Da quel giorno me lo rinfacciò per tutta la vita.
«Nicholas» lo saluto con un cenno di testa.
«Ciao Nicholas. Progressi con Gracie ?» gli chiede Stacy.
Gracie è la ragazza della quale si è preso un cotta. Anzi, la ragazza di cui è fissato. A me non sembra chissà che, ma se a lui piace...
«Non molti. Con Matthews?» fa lui appoggiandosi ad un albero.
«Oggi mi ha scritto in Instagram che sono carinaaa! Io non ci posso ancora credere, e te ?! Ma non chiamarlo così mai più!» esclama ancora più eccitata di prima.
«Bene» dice lui annuendo. Mi guarda cercando di non ridere perché Stacy continua a saltellare per la felicità.
Ma a quanto pare non ha ancora imparato che se mi guarda facendo quelle facce buffe scoppio a ridere in meno i tre secondi. Ed è quello che faccio.
«Okay ho capito che sono strana, ma scoppiare a ridere ?» Stacy mi fa tornare alla normalità.
Tossico per mascherare l'imbarazzo.
«Non è colpa tua, tranquilla. Solo...» Mi guardo intorno per cercare qualcosa di divertente. «Solo che mi fa troppo ridere come quel cinese mangia la mela» dico indicando un cinese che addenta la mela in un modo assurdo.
Stacy mi fissa storto. «Davvero ?»
«Uhm.. Si!» esclamo trascinandola per la manica fino alla fermata.

Torniamo a casa tutti e tre insieme e appena Nicholas va via, Stacy ricomincia con la sua assillante parlantina, dove durante la nostra conversazione ho contato circa 156 «ma ascolta», 92 «ricambio?», 69 «ommiodio» e 41 «aiuto.»
Quando finalmente arrivo alla mia fermata, scendo con piacere non potendone più dei discorsi di Stacy.

Entro in casa, vado in camera e ci lancio zaino e giubbotto.
Scendo cucina per prendere una mela, e sento mio padre entrare e parlare al telefono.
«Si» risponde mio padre a quella che deve essere una domanda.
«Certo, e mi faccia sapere per l'offerta»
Offerta ? Non si mai che cosa aspettarsi quando improvvisamente i tuoi genitori iniziano a parlare di un'offerta.
Spero che si tratti solo una di quelle stupide offerte commerciali.
Anche se la cosa non mi convince fino in fondo. I miei non sono mai stati tipi da offerte; anzi, le odiano a morte.
Senza pensarci più di tanto mi butto sul divano e accendo la TV.
Ma quando sento girare la chiave nella porta e sento un dialogo tra mia madre e mia sorella mi affetto a spegnerla.
Celine il lunedì pomeriggio alle 16:45 deve assolutamente guardare Scream Queens, la sua serie TV preferita.
Io e ma sorella non abbiamo mai avuto un rapporto rose e fiori, più.. Cane e gatto. Ecco, cane e gatto è la metafora più corretta.
Ha diciannove anni ed è fastidiosa. Il fatto è che è fastidiosa solo con me.
Poche volte riesce a donare il suo cuore anche a me e non solo al suo ragazzo, a mamma, papà e alle sue amiche.

«Vedo che stai imparando» mi dice non appena mi vede risalire le scale per tornarmene in camera. Le lancio un'occhiataccia e corro in camera: un po' di riposo non fa mai male a nessuno.

ForseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora