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È mercoledì mattina e della sveglia non ne voglio proprio sapere, perciò la ritardo più che posso.
Come al solito mi sveglio troppo tardi e non trovo neanche il tempo di truccarmi.
Mentre scendo le scale infatti metto un filo di mascara con una velocità assurda e spero vivamente che non mi sia sporcata la faccia di nero, perché poi Tom non esiterebbe a prendermi in giro.

Corro per il mio solito vialetto e quando non vedo il bus non so se essere preoccupata o sollevata.
Sono in tempo, e spero che non sia già passato.
Scorgo una ragazza che sta seduta sulla panchina, e non mi vuole molto per capire che si tratta di Stacy.

«Stacy!» la saluto mentre cammino verso di lei.
«Ehi Cam!» È più felice del solito, le si vede in volto. E dal sorriso capisco che la serata di ieri è andata a gonfie vele.
«Come mai qui ? Non ci vieni quasi mai.»
«Lo so.. É che nell'altra fermata oltre a Nicholas c'è anche Richard» Al nome 'Richard' le sue guance si dipingono di un rosso accesso, e l'imbarazzo traspira dal suo corpo, anche se cerca evidentemente di nasconderlo.

«E...quindi ? Ah, a proposito, com'è andata ieri con Richard ?» le chiedo facendo finta di non aver capito come stanno le cose e dandole di gomito.
«Ecco.. Vedi...» tossisce per cercare ancora una volta di mascherare l'imbarazzo. «Mi ha accompagnata a casa e..» si ferma di nuovo.
«E...?» la incalzo io.
«E poi ci siamo baciati!» dice in tono contento ma allo stesso tempo imbarazzato.
«Aspetta aspetta, cosa ?» mi volto verso di lei per averne la conferma. Non ci posso credere! La mia migliore amica finalmente potrà essere felice col ragazzo che le piace dalla prima media! Non potrei essere più felice di così per lei.
«Beh.. Si, lui mi ha baciata» dice intensificando il rossore.
«Lo sapevo!» le dico io spalancando gli occhi dall'emozione.
«Ma.. Aspetta» le dico fermandola.
«Allora perché hai preso questa fermata ?» le chiedo mettendomi a braccia conserte.
«Per evitare una delle mie solite figure... Comunque sono troppo felice!» dice tutta eccitata.
«Beh, saresti pazza se non lo fossi!» dico io.
Ridacchia, e poi cala il silenzio più assoluto.
Non c'è mai stato questo imbarazzo tra noi. Ci sono io che guardo nel vuoto. E lei che si guarda intorno mordicchiandosi il labbro inferiore.

«E.. Te ?» mi chiede ad un certo punto.
«Eh ?» chiedo spaesata. Anche se so già a cosa si riferisce. È da un anno ormai che non esco con un ragazzo, e lei pensa che sia ora di trovarne uno nuovo.
«È ora che anche te trovi il ragazzo!» cinguetta come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ve l'avevo detto, io.
«Hai ragione, ma vorrei trovare la persona giusta...Sai, dopo la storia con Joe non ho voluto frequentare per parecchio tempo più nessuno..» inizio a dire, ma non continuo perché vengo interrotta dall'arrivo del bus. Meglio così, perché la conversazione stava prendendo una piega imbarazzante.

A scuola arrivo in tempo ma Tom mi blocca con il suo solito fare antipatico e strafottente.
«Ehi ragazzina» dice senza alcuna preoccupazione di arrivare in ritardo o cose del genere.
E.. Come mi ha chiamata ? Ragazzina ?
«Ho un nome» dico nel tono più seccato che riesco a far uscire dalla bocca.
Cerco di fuggire, ma lui mi blocca.
«Dove credi di andare ?» mi fa il suo sorrisino provocante, che però mi piace da morire.
«In classe, forse ?» dico sarcasticamente.
«La lezione può aspettare» dice in modo tranquillo.
La lezione può aspettare ? Ma che problema ha ?
«No! Io devo andare, ciao» ringhio.
«Oh no, tu non vai da nessuna parte. Dobbiamo parlare»
Dobbiamo parlare ? Di cosa ?
La sua tranquillità nel modo in cui dice le cose mi terrorizza.
«Parlare di che ? E comunque... Come mai stamattina non hai preso il bus ?» chiedo io.
«Ero in ritardo, ma comunque, lasciando perdere questo discorso, sabato sei libera?» tremo al suono della sua voce e il mio corpo reagisce subito.
Ma è fuori di testa ?
«Tom, no» dico con fermezza.
«Eddai, un uscita per fare solo due chiacchiere!», mi incalza, fallendo completamente.
«Scordatelo. La mia risposta è e sarà sempre no.» dico incrociando le braccia al petto.
«Mmm... Se accetti il mio invito di sabato, ti lascerò per sempre in pace», prova a farmi cambiare idea.
Accetto, perché penso che sennò mi beccherò una bella nota dalla professoressa se mi trattengo ancora con questo qui. Accetto anche se consapevole che lui non mi lascerà mai in pace.
Sbuffo. «Va bene! Va bene!»

Faccio per andarmene, quando all'improvviso mi viene in mente che ha la ragazza.
«Mmm, e Catherine ?», gli chiedo, con uno sguardo malizioso a in volto.
«Catherine non lo scoprirà, e poi è un'uscita tra amici. Niente di più. Ah, e un'ultima cosa: vorrei il tuo numero, sai, per metterci d'accordo» dice con fare provocante.
Glielo do senza fare tante storie e corro verso la mia aula.

Arrivo in classe esattamente sei secondi prima del suono della campanella, ma la mia professoressa è già in classe che mi fulmina con lo sguardo.
«Signorina Anderson, per sta volta la ammetto alla lezione, ma non provi a ritardare più» Mi fissa inquietamente.
«Mi scusi, non succederà più» mi limito a dire mentre vado al banco.
Anche se in questo momento vorrei
urlare «sarei arrivata in tempo, ma uno scorbutico e ribelle ragazzo di nome Tom mi si è piazzato davanti trattenendomi, ma mi scusi, sa ? Tanto è sempre colpa mia!», ma il mio subconscio mi dice di non farlo, se non voglio rivedere il preside nel giro di tre giorni.

Stacy mi guarda con un' espressione in cerca di spiegazioni.
«Perché in ritardo ?» chiede. Fortunatamente il mio banco è parecchio vicino al suo, perciò riusciamo a comunicare senza molti problemi.
«Tom, dopo ti spiego» rispondo cercando di non attirare lo sguardo della professoressa.
Appena pronuncio la parola «Tom», le se illuminano gli occhi, e fortunatamente non dice nulla perché la professoressa ci sta fissando.
«Anderson e Thompson! Volete parlare dei vostri fatti davanti a tutta la classe, per caso ?»
«Ci scusi» diciamo all'unisono.
Continuamo la lezione senza parlare più di lui.

ForseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora