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Se la mia mensa produrrebbe cibo più buono di quello che già fa, probabilmente tutti gli studenti che si portano il pranzo al sacco mangerebbero da qui. È così affollata che ci ho messo circa dieci minuti e quattro figuracce per trovare Stacy. Ovviamente non è l'unica ad avere i capelli biondi, e non è neppure l'unica ad indossare una felpa nera.
Quando finalmente la vedo sospiro e mi avvio a passo spedito verso di lei.
«Eccoti, finalmente» dico sedendomi.
«Non riuscivi a trovarmi ?» dice sorridendo.
«Se non riuscivo a trovarti ? Alicya Shine, Anita Warrinton e Megan Riley si sono chieste perché le ho chiamate Stacy!» esclamo fissandola. Devo sprizzare collera da tutti i pori.
«Okay, calmati e... Ciao tesoro!» Non riesce a finire la frase perché arriva Richard. «Ehi» fa lui stampandogli un bacio in bocca. Sono davvero una bella coppia. Certo, anche io e Joe eravamo una di quelle 'coppiette' invidiate da tutti, eravamo perfetti, fino a quando lui se n'è andato, e il mio cuore si è spezzato per un lasso di tempo come due mesi. Ora per me lui si chiama coglione.

Come se non bastasse, avanzano verso di noi Tom e Catherine.
«Ehi ragazzi, possiamo sederci qui ?» chiede Tom. No no no no no no no. Sarebbe un incubo sapere di essere nello stesso tavolo con la fidanzata del ragazzo che hai baciato qualche sera prima.
«Ma certo!» esclama Stacy annuendo. Mi volto a guardarla ma lei non mi calcola, perciò sfoggio il sorriso più falso che si possa mai vedere e mi volto verso Catherine.
Quando Tom si siede vicino a me inizio a schiarirmi la voce e a deglutire per l'imbarazzo che provo in questo momento. Come se non bastasse, mi muovo nervosamente nella sedia.
«Agitata ?» mi sussurra all'orecchio. Sento il suo fiato sul collo e mi provoca un brivido.
Se sono agitata ? Nah, solo che se esistesse un macchinario che misura l'ansia, allora i miei livelli sarebbero massimi.
«E..Ehm... No! No, certo che no!» esclamo imbarazzata.
Lui sorride scuotendo la testa, poi ritorna a concentrasi sul suo panino.

«Tesoro, prima sei stato fantastico, te l'ho già detto, no ?» dice ad un certo punto Catherine a Tom, e il bello è che cerca pure di non farsi sentire anche se ovviamente io ho ascoltato tutto.
È incredibile come questa ragazza possa essere tanto ossessionata da Tom che gli stia appiccicata tutto il tempo.
«Si, me l'hai già detto e non serve che tu me lo ripeta per altre cinquecento volte» Tom cerca di mantenere un tono piuttosto calmo, ma ha fallito miseramente. Si vede che anche se dice di amarla, in realtà quelli che prova per lei è solo il piacere per i suoi grandi seni e il suo fare sensuale.
«Okay, volevo solo dirti che sei fantastico e che ti amo» dice con la sua vocina snervante. Una volta mi stava più simpatica, devo ammetterlo. Non so perché ora mi sia diventata improvvisamente così antipatica.
Dopo questa sua affermazione non c'è la faccio più e mi alzo di scatto dal tavolo.
«Scusate... Devo andare al bagno» balbetto.
Cammino velocemente e butto via tutto il cibo, cerco di allontanarmi il più possibile da loro ma Stacy evidentemente è più veloce di me.
«Cam! Che ti prende ?» esclama afferrandomi per un braccio.
«Niente, sono solo stanca.. Tutto qui..»
«E io non ti crederò mai. Sù, sediamoci fuori e parliamone, okay?»
Non ho ancora capito bene come faccia questa ragazza a capire quando mento. Sarà perché mi conosce da una vita, sarà perché è la mia migliore amica, ma neanche mia madre riesce a capire quando mento a parte Stacy.
Annuisco. In fondo è la mia migliore amica e parlarne con lei mi farebbe solo che bene.
Quando arriviamo ad una panchina ci sediamo, e a me inizia a salire il nervosismo.
«Allora, vuoi dirmi che c'è ?» mi chiede sorridendo. Quando vuole sa essere l'amica più dolce e comprensiva che esista al mondo.
«Allora.. Ieri sera Tom è venuto da me a portarmi il libro di fisica, ma.. in realtà l'ha fatto per un'altra cosa...» mi fermo e prendo un respiro «C'era in ballo una scommessa: se vinceva Tom, doveva baciarmi, se vinceva Roger William mi avrebbe baciato lui.»
«Aspetta aspetta, Roger William quello che gioca a football ?» chiede Stacy interrompendomi.
«Ehm..sì. Comunque.. Stavo dicendo che se avrebbe vinto Roger mi avrebbe baciata. Ma ovviamente alla fine ha vinto Tom.. E.. Si, mi ha baciata» dico infine. Mi sono tolta un enorme peso e sono felice di averne parlato con la mia migliore amica.
A le mie parole Stacy però inizia a dare escandescenze.
«Seriamente?! Ti.. Lui ti.. Ti.. Ti ha baciata! Oh.. Oh mio dio! E.. E.. Dimmi, com'è stato?! È stato violento e spinto oppure dolce e delicato ?» esclama con occhi spalancati.
Se dovessi descrivere le sensazioni che ho provato durante quel bacio probabilmente un libro non basterebbe. Ogni singolo muscolo contratto della mia bocca provava piacere. E la cosa più buffa è che ho baciato un ragazzo a me antipatico e fidanzato.
Ma la realtà è che è stato bellissimo.
«Diciamo.. una via di mezzo» dico mentre mi spunta uno stupido sorriso sulle labbra.

Il resto della giornata è volato, ed il suono della campanella è forse arrivato troppo presto. Credo che sia stato anche per il fatto che dopo essermene andata a parlare con Stacy, Tom non si è più fatto rivedere. Fino ad ora.
«Ehi, Camila» mi chiama dal corridoio, proprio mentre sto per uscire.
Alzò gli occhi al cielo e mi volto verso di lui.
«Che c'è ?» dico cercando di mantenere in aria piuttosto seria, ma fallendo miseramente per via del suo sorriso meraviglioso.
«Niente. Volevo salutarti. E accompagnarti a casa.» dice con una calma assurda. Ma la cosa ancora più assurda è che la sera prima mi ha baciata. È ora mi sta proponendo do accompagnarmi a casa.
«Accompagnarmi a casa?» chiedo per avere conferma.
«Si. Vietato dire di no» esclama, e con fare protettivo mi afferra la mano per portarmi fuori da questa specie di prigione che tutti chiamano scuola. Sorridendo mi porta fino al marciapiede, e mi sorregge quando inciampo. Il mio corpo è ancora scosso dai brividi per la presa della mia mano che non vuole lasciare. Mi guarda con i suoi occhi profondi. Io distolgo lo sguardo semplicemente perché non riesco a sostenere il suo, di sguardo. Ciò che divide le nostre bocche dal baciarsi sono qualche centimetri e alcune insicurezze. Insicurezze che lui spazza via, facendo incollare le nostre bocche come se lui fosse la calamita ed io il metallo. Un bacio dolce e inaspettato, proprio come quello di ieri sera.
«Perché l'hai fatto?» chiedo con un filo di voce.
«Perché lo desideravo» risponde rubandomi quel po' di coscienza che mi era rimasta.
Ma ora ho due settimane per dimenticare tutto ciò. E una settimana ancora per dire addio al 2015.

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