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Quando sento suonare il campanello deduco che è arrivato Tom, e a malavoglia mi alzo dal letto e vado ad aprirgli.

«Ehi!» dice inizialmente, ma poi si rabbuia vedendo i miei occhi gonfi e rossi.
«Che c'è ?» dice passando da una espressione triste a... Preoccupata ?
Tomas preoccupato per me ?
Ma mentre penso a queste cose mi accorgo che sto singhiozzando.
Gli faccio cenno con la testa di seguirmi in camera.

«Ora mi puoi dire cos'hai ?» chiede impaziente.
«Niente. Ho semplicemente perso due parti fondamentali nella mia vita.»
«Ovvero ?»
«Nicholas e Stacy»
Ci pensa su, e poi dice: «Beh, ci sono io.»
Gli do una pacchetta sulla spalla.
Nonostante tutto, è riuscito a farmi spuntare un mezzo sorriso.
«Beh è vero!» ribatte lui.
«Dai, ora studiamo», dico io con serietà, anche se la cosa non mi riesce perché ho ancora la voce rotta dal pianto.

Mi faccio i complimenti da sola, perché Matt, dopo le mie 'lezioncine', sembra aver capito tutto. O quasi.

Insomma, quando finiamo, stiamo ridendo a crepapelle.

È strano pensare che proprio Tom Harris mi abbia tirato su il morale.
Quando penso di nuovo a Nic e Stacy mi rabbuio, e Tom se ne accorge.

«Ehi..», dice non vedendomi più ridere.
«Non pensare a loro, pensa a come ci stiamo -o stavamo- divertendo. Con loro risolverai domani», dice per rassicurarmi.
«Non è così facile. Guardati. Te hai il tuo gruppo di amici, mentre la mia cerchia è di tre amici, di cui due se ne sono a mandati dalla mia vita», dico sospirando.
Ridacchia.
«Quelli con cui sto ? Amici ? Quelli sono dei coglioni senza speranze!» esclama ridendo.
«Ma se c'è anche tuo fratello!»
«E allora ? Tanto lo odio»
«Ah», è l'unica, stupida parola che mi esce dalla bocca.

«Comunque... Il terzo dei tuoi amici sarei io?», chiede sorridendo.
«No! È Maya! Maya Hasting.», ribatto seria.
«Ahh, beh portò essere considerato un mezzo amico almeno ?» chiede scherzoso.
«Bah.. Si dai», dico sorridendo.
Sorridendo.

Passano alcuni secondi di silenzio di tomba.
Decido di fare a questo stano ragazzo una domanda che non so se fargli o meno.
«Cosa posso fare ?» chiedo infine.
«Eh ?» chiede lui evidentemente perplesso.
Ecco, lo sapevo, complimenti, Camila.
Sapevo che non dovevo affidarmi a lui.
Gli ho fatto una domanda e già non capisce niente.

«Con Stacy e Nicholas», dico con ovvietà.
«Beh... Secondo me dovresti parlare con loro due», afferma con sicurezza.
«Con Stacy si.. Ma con Nic è più complicato», gli confesso.
«Spiegami cosa è successo, sennò non saprei come aiutarti», dice comprensivo.
Tom comprensivo ?
Così gli spiego del fumo, delle foto, del discorso di ieri e del problema con Gracie e Aaron.
Lui sembra ascoltare con interesse.
Poi esclama: «Aaron ? Aaron Carter ?», chiede sbigottito.
«Si, perché ?» chiedo curiosa.
«È nel mio gruppetto, stronzo prepotente. Con Gracie, quella troietta, sta più che bene. Nicholas non la merita», dice infine, ed io mi chiedo come faccia a sapere tutte queste cose.
«Cioè, te sei da un mese e due settimane qui, e sai già tutte queste cose ?»
Fa spallucce.
«Si, mi integro bene con la gente», dice tranquillo.
«Vedo», sussurro in modo che non mi senta.
Ma a quanto pare mi ha sentita eccome.
«Cosa hai detto?», chiede sorridendo, ed io mi sento arrossire.
«Niente», mi affretto a dire.
«Cos'hai detto?», ripete con sicurezza e sarcasmo.
«Nientee!» esclamo.
Ma lui mi ignora e comincia a farmi il solletico.
Cosa che soffro moltissimo.
«Tom!», dico ridendo «smettila!... Dai!»
Ma lui preme il suo dito sulle mie labbra per farmi zittire.

Quando si decide a smettere, gliene sono grata.
«Vieni sabato ?», chiede ad un certo punto lui.
«Sabato ? Dove ?», chiedo sorpresa.
«Al Liv. La festa studentesca», dice tranquillissimo, come se sapessi tutto.
«Non leggi i volantini che sono sparsi per tutta la scuola? E poi ne parlano tutti.»
«Non bado ai volantini né tantomeno hai pettegolezzi...comunque non ci verrò di certo. E poi.. Feste studentesche a gennaio ?»
«Si, e te ci verrai. E le feste studentesche le fanno quando vogliono, no ?»
«No, non ci verrò. Poi avrei solo Maya con cui divertirmi», dico con un briciolo di tristezza nella mia voce.
«E hai anche me. Comunque credo che per sabato tu abbia già risolto con Stacy e Nicholas», dice per rassicurami.
«Vedrò cosa fare», dico sospirando.
«Ooh, questa è la Camila che ho conosciuto dal mio primo giorno di scuola», dice, ed io mi sento arrossire.

Ad un certo punto sento una voce familiare.
«Camilaaa! Sei lì ?», chiede mia madre salendo le scale.
«Presto! Nell'armadio!», esclamo a Tom.

Mia madre entra in camera con un velo di preoccupazione in volto.
«Oh, Camila, ero preoccupata! Non risponde al telefono!», esclama quando entra.
Guardò il telefono: 5 chiamate perse da: Mamma.
«Oh, scusa. È che stavo studiando scienze, e non volevo distrazioni», il che in parte è vero.
Sospira.
«Va bene. Preparo la cena», e detto questo se ne va giù in cucina.

Faccio uscire Tom dall'armadio.
«Ora dobbiamo fare in modo che tu te ne vada senza che mia mamma ti veda», gli dico non appena esce.
«Va bene, ma prima che me ne vada, ti do il biglietto per il ballo di sabato», dice porgendomi un foglietto con su scritto 'Liv Festa Studentesca 09/01/2016'.
«Questo doveva essere quello di mio fratello, ma non viene più», dice passandosi una mano tra i capelli.
«Grazie», dico con timidezza.
«Per cosa ?» chiede un po' perplesso.
«Per il biglietto. E per quello che hai fatto per me. Per esserci stato sempre»
Sorride e mi lascia con un dolce bacio sulla fronte.

«Cos'è quello ?», chiede mia madre appena entro in cucina indicando il biglietto del Liv.
«Esatto. Cos'è ?», chiede anche mio padre sbucando dalla cucina. Non sapevo nemmeno che fosse arrivato.
«Oh, beh.. Sono i biglietti per una festa studentesca che si terrà sabato.. Posso andarci, vero ?», chiedo con tono di supplica. Si, lo so, ho detto di non voler andarci, ma Tom è molto convincente.

Mia madre e mio padre si guardano un attimo, e poi mio padre dice: «Va bene. Ma non fare stupidaggini.»
«Grazie grazie grazie!», esclamo mentre corri ad abbracciarli.
«Ma chi te li ha dati ?», chiede mia madre quando mi stacco da lei.
«Uhm.. Tom Harris, il ragazzo nuovo.»

Improvvisamente mio padre sbianca e mi fissa.
«Tom Harris ?», chiede sbigottito, come se avesse appena visto un ufo.
«S..Si..perché ?», chiedo preoccupata.
«Suo padre è un mio carissimo amico dai tempi del liceo, che lavora a New York. Viene qui a Boston solo per il weekend. Tom mi conosce, perché suo padre gli parla della nostra famiglia», dice mio padre ancora pallido.
Ora capisco perché quella volta da Starbucks mi aveva chiamata per nome intero. Tom ha sempre saputo come mi chiamavo, e da che famiglia provenivo.
Ora tutto torna alla mente.
E la cosa mi sembra incredible.

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