La madre di Catherine ci conduce in una sala da pranzo enorme, e, a quanto pare, questo è un pranzo di sole donne.
Mio padre è al lavoro e presumo che per il padre di Catherine sia lo stesso.
Non ho assolutamente niente contro di lei -anzi, questa è una buona occasione per conoscerla meglio-, solo che mi mette molto in imbarazzo il fatto che mi sia ritrovata proprio a pranzo con lei. A pranzo con la ragazza di Tom, che questa notte ha dormito con me a sua insaputa.
Vorrei riferire tutto a Catherine solo per fare un dispetto a Tom, ma la mia coscienza e la mia scarsità di coraggio me lo impediscono.
Vorrei davvero dare una lezione a Tom Harris, una volta per tutte. Perché è davvero così, no ?
Mi accomodo su una delle sedie e la signora Rogers arriva subito con una pentola contenente del pollo.
Non sono abituata a mangiare carne a pranzo, anche perché la maggior parte dei pasti li faccio a scuola.
«Servitevi pure» dice la signora Rogers mettendo in un grande grande vassoio tutto il pollo.
Io e Catherine ci scambiamo delle occhiate imbarazzate mentre ci serviamo. È una situazione strana, a scuola sono abituata a vederla sempre sorridente e raggiante, mai imbarazzata. Anche quelle poche volte che ha parlato con me sembrava la ragazza più serena della terra. 'La gente è brava a mascherare le emozioni', mi ricorda la mia coscienza.
Mia madre e quella di Catherine iniziano a parlare su qualcosa che riguarda l'ultimo terremoto avvenuto in Kenya, credo.
Decido di farmi avanti e almeno provare a parlare con Catherine.
«Catherine...» richiamo la sua attenzione.
Lei volta verso di me con uno splendido sorriso stampato in volto: ed eccola tornata la ragazza disinvolta di sempre.
Nel mio corpo si fa spazio un po' di coraggio e finalmente riesco a farle una domanda che mi tormentava da un po'.
«Ecco.. Volevo chiederti.. Se Tom abitava a New York e tu qui a Boston.. Come siete diventati una coppia in un giorno ?»
È proprio così, da quello che mi ha detto Stacy -che grazie hai suoi immancabili social sa tutto-, Catherine viveva a Boston anche quando Tom viveva a New York.
«Allora.. Intanto devi sapere che io più di un anno fa abitavo a New York, ed è lì che ho conosciuto la mia dolce metà: certo non è stato uno dei migliori il nostro incontro. Ah.. Lo ricordo benissimo! Eravamo al parco, e io stavo facendo jogging, ad un tratto sono caduta e lui si è offerto di aiutarmi!» dice con occhi sognanti.
La verità è che mi dà molto fastidio quello che mi ha appena raccontato: io le avevo chiesto totalmente un'altra cosa e lei è arrivata a questo.
«Catherine, vai dritta al punto» interrompo il suo discorsetto perfetto.
Non vorrei essere così sgarbata con lei.. Ma il modo in cui diceva le cose mi ha dato un po' di fastidio. Non so come, ma la sensazione che ho provato è semplicemente il fastidio.
«Si certo! Scusami tanto! A volte mi perdo in discorsi assurdi del tipo quella volta...»
«Catherine...» mi tocca interromperla di nuovo. Cavoli, è veramente una ragazza chiacchierona.
«Ehm.. Certo! Dove eravamo rimasti ? Ah, sì! Come ti dicevo io ho conosciuto Tom a New York, poi me ne sono andata a Boston, e abbiamo intrapreso una relazione a distanza: sapevamo entrambi che a breve si sarebbe trasferito a Boston! Ed ora siamo una coppetta felice!» esclama tutta entusiasta. Quanto vorrei poter rovinare questo suo entusiasmo.
«E te invece ? Come va con i ragazzi ?» mi chiede afferrando una patata arrosta.
«Ehm.. Io per ora non ho nessuno»
Però il tuo fidanzatino ci prova con me, quindi sai, stai attenta, mi verrebbe da dirle, ma non lo faccio e impedisco a me stessa di far fuoriuscire dalla mia bocca quelle parole.
«E..non hai avuto nessuno in passato ?» Vorrei veramente che non mi avesse fatto questa domanda, e desidererei anche tanto che cambiassimo discorso, ma a quanto pare lei è così presa che credo mi sarà difficile. Ma in fondo me la sono cercata, sono stata io a tirare fuori il discorso.
Le racconto di tutta la storia con Joe e del baseball. «...E così ci siamo lasciati perché lui doveva partire per Las Vegas»
«Che stronzo!» esclama Catherine mettendosi a braccia conserte.
Non posso ancora credere di averle raccontato tutta la storia con Joe. Forse ci ho messo più enfasi di quando l'ho raccontata Nicholas, che dopo due giorni dall'accaduto sono riuscita a dire tutto anche a lui.
«Già!» le faccio eco io.
«Ehm.. Ragazze volete il dolce ?» chiede gentilmente là signora Rogers.
«No, oggi passo» dico io cercando di essere più disinvolta possibile. La verità è che voglio andarmene da questa casa il prima possibile.
«Dai tesoro, Bethany l'ha fatto con tanto amore» dice mia madre con un sorrisino compassionevole stampato in volto.
«No! Mamma, non ho più fame» dico in modo forse un po' troppo sgarbato, a giudicare da come mi fissa la madre di Catherine.
«No, senti, Brooke, non importa. Forse Camila vuole solo riposare. Vai a casa. Ti do una fetta da portare a casa, così potrete mangiarla quando ne avrete voglia» dice la signora Rogers dolcemente. Anch'io vorrei una madre così: dolce e comprensiva. La realtà ? Mia madre non è così.
«Grazie davvero, Bethany. Sei anche troppo gentile» Se c'è una cosa che odio è quando mia madre fa la cattiva con me è un secondo dopo è la più comprensiva di sta terra.Catherine e sua madre ci accompagnano all'entrata e mi tocca salutare Catherine con un abbraccio. Quando finalmente metto piede fuori da quella casa, tiro un sospiro di sollievo.
Saliamo in macchina e io e mia madre non spiccichino una parola. Non sa quanto ne sono grata. Se mi avesse parlato ora probabilmente avrei urlato come una pazza.
Quando arriviamo a casa mi fiondo deriso le scale, ma mia madre non ha intenzione di lasciarmi andare.
«Perché sei stata così prima ?» mi chiede seria più che mai.
«Così come ?» le chiedo a mia volta per risparmiare tempo.
«Così fredda e antipatica. Non mi sei piaciuta per niente» dice alzando il tono di voce.
«Mamma, sono solo stanca, okay ?» le dico un attimo prima di sparire in camera e chiudermi dentro.
Sento le urla di mia madre ma le ignoro: non sono pronta ad affrontarla.
STAI LEGGENDO
Forse
RomanceEra solo l'inizio di una grande avventura: ci sarebbero state infinite tempeste e infiniti giorni di sole, ma ero pronta a viverli, con lui al mio fianco.