Due settimane dopo
«Svegliati!» urla mia madre dall'altra parte della casa.
È giovedì 7 gennaio, fuori fa freddo, forse troppo freddo; mia madre sta urlando ed è il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale. Sono passate troppo in fretta, e la cosa non mi va a genio. Tre settimane. Tre settimane di vacanze natalizie volate.
Non potrebbe andare peggio di così.
Ma almeno non è un lunedì, ma un giovedì.
Forse l'unica cosa positiva di questo giorno, che già di suo è iniziato male.Salgo sul mio solito, fottutissimo bus, che è anche in ritardo.
Oggi alla prima ora ho storia, con una professoressa alla quale io non sto particolarmente simpatica.
Perciò se arrivo in ritardo sono guai.
Quando quasi corro verso il mio armadietto, una ragazza sbatte contro di me, e i suoi fogli ora volano per il corridoio. Per una volta ringrazio Dio di non essere stata io la sfortunata a dover chiedere scusa.«Scusami tanto!» dice mentre raccoglie i suoi fogli.
Ma a me basta un attimo per capire chi è dalla voce: Catherine.
«Ehi Catherine, tranquilla!» cinguetto io.
«Oh, Camila! No sul serio, mi dispiace davvero molto», si scusa di nuovo, é davvero una ragazza graziosa.La aiuto con i fogli.
Leggo per sbaglio il titolo di uno: La ragazza del treno, riassunto.
«Ehi..ma..hai letto La ragazza del treno ?» chiedo incuriosita.
«Ehm... Si, perché ?» chiede mentre le porgo il foglio.
«Lo sto leggendo anch'io»
«Oh, beh, lo trovo un libro bellissimo» dice lei. Il tuo adorato Tomas odia questo libro, tesoro.Non rispondo, ma cambio argomento, focalizzandomi su Tom: voglio scoprire un po' di cose in più su di lui. E come diamine fa ad avere una fidanzata a Long Beach se fino a neanche un mese fa viveva a New York.
«Come va con Tom ?» La mia voce suona buffa, nervosa. Un'impercettibile nervosismo si fa strada in me. E non sono brava a mantenere la maschera.«Beh.. In questo ultimo periodo litighiamo molto» Me l'aspettavo, a dire il vero.
Lei sembra così tranquilla e pacifica, mentre lui è l'esatto opposto, no ? Anche se gli opposti si attraggono.
Gli opposti si attraggono. Ed io sono l'opposto di Tom, no ? Ed io sono paranoica, no ? Ed io è meglio se mi tolgo questi assurdi pensieri dalla testa.«Ah», é tutto ciò che riesco a dire.
Prima che Catherine possa ribattere, suona la campanella. In realtà volevo farle un'unica domanda: Come vi siete fidanzati, tu e lui ?
Ma non gliel'ho fatta. Sarebbe sembrato troppo inopportuno.Il problema è che ora io sto correndo più di prima solo per quella stupida professoressa.
Fallo per la scuola, continuo a ripetermi in testa, e finalmente arrivo all'armadietto.Riesco ad arrivare in classe poco prima che arrivi la professoressa.
«Buongiorno ragazzi» dice seccata.
Il che non promette niente di buono.
E io non so neanche quello che sta dicendo, perché sto sistemando i libri sul banco, e Tom ridacchia.
Lo incenerisco con lo sguardo.«Buongiorno prof» rispondono tutti in coro con nonchalance tranne me, ovviamente, che non apro bocca.
Oggi deve interrogare, ci aveva detto di preparare una tesina sulla mentalità umana del cinquecento, cose particolari insomma.
Ma lei è fatta così, ci dà per casa cose assurde da fare, come questa. È da esattamente due anni e cinque mesi che la sopporto, e ovviamente sopporto anche tutte le tesine che ci dà da fare.«Bene, Anderson ? Le va di venire all'interrogazione e, per una buona volta, esporre il suo lavoro bene ?»
Ecco lo sapevo. Succede sempre così. Io in storia sono una vera pecca, e lei lo sa. E me lo fa notare. E mi dà tremendamente fastidio. E non la smette di interrogarmi.
Fortuna che mi sono preparata.
Inizio così.«Forse la mentalità di quei tempi noi non possiamo misurarla, ne capitarla dato che noi persone di oggi, non immaginiamo neanche come parlavano a quei tempi.
Ma mia madre fin da piccola mi ha sempre fatto vedere posti storici, ma per quanto possa odiare la storia, quei posti mi hanno sempre affascinata.
In un modo o nell'altro trovavo sempre qualcosa di interessante da vedere in quegli oggetti, in quelle cose, in quelle strutture storiche.
E per una ragazzina di dieci anni non è poco.
Quella mentalità, però, noi, possiamo capirla? In qualche modo, possiamo parlare all'aldilà con quella gente ?
Molti forse la risposta non c'è l'hanno, ma io credo di averla trovata.
Se ci interessiamo un po' tutti della storia, anche della minima cosa, forse riusciremo a capire come facevano le cose, o come parlavano abitualmente.
E la mentalità di questi tempi non è poi così meglio, qui la guerra c'è, ed è nel terrorismo.
Quella mentalità non si deve sottovalutare, perché, anche se può sembrare noiosa, qualcosa di bello da trovare c'è sempre, come quando io, in quei posti storici, trovavo cose spettacolari per il cervello di una semplice bambina. Anche se a me la storia non va assolutamente a genio, né tantomeno lo studio, da piccolina amavo queste cose, come le amo tutt'ora.»
Finisco orgogliosa di quello che ho scritto. Non è scritto tanto, e lo so, ma conosco così bene questa professoressa che 217 parole, per lei, bastino e avanzino.«Signorina Anderson, mi ha sorpresa parecchio, complimenti» dice soddisfatta la professoressa.
Wow, mi stupisco di me stessa.Quando finalmente arriva il momento di pranzare, io e Stacy ci sediamo nel stesso tavolino che ormai occupiamo da tre anni a questa parte.
Vorrei tanto che con noi in questo momento ci fosse anche Nic, ma non lo vedo. Strano. Di solito arriva sempre.
Stacy si accorge del mio stato pensieroso.«Ehi, che c'è ?» chiede scrutandomi velocemente.
«Niente» Sa che sto mentendo. Mi conosce troppo bene.
«Non fare la bugiarda. Sono la tua migliore amica per cosa ?» Ha ragione. Forse dovrei essere più aperta e parlare con le persone più spesso. Farmi nuovi amici.«Va bene. Nic ha iniziato a fumare. Non so per cosa. Ed io sono preoccupata. Fine della storia» Nel dire la cosa sembra una situazione cinica.
Stacy si porta le mani alla bocca, e sembra che gli occhi le debbano uscire dalle orbite. Anche lei, come me, odia il fumo, e capisco perfettamente la sua reazione.
Avevamo cinque anni, eravamo al parco, e giocavamo come tutte le normali bambine di cinque anni giocano.
Poi un signore stava fumando, e ci ha letteralmente iniettato il fumo nel sangue. Er vicinissimo a noi, e il vento portò il fumo da noi. Da quel momento io e Stacy odiamo il fumo.«Wow, io..»
«Non sai cosa dire» la precedo io.
«Lo so. Neanch'io saprei cosa dire al tuo posto»Apre la bocca per parlare, ma ad un tratto si irrigidisce, fissa un punto dietro le mie spalle. È sbiancata.
So che non dovrei voltarmi, ma la tentazione è troppo forte.
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Forse
RomanceEra solo l'inizio di una grande avventura: ci sarebbero state infinite tempeste e infiniti giorni di sole, ma ero pronta a viverli, con lui al mio fianco.