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Mia madre gira il chiavistello della porta ed entra, con un sorriso indagatore in viso.
«Tesoro, stai bene ?» mi chiede scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Sto bene ?
Certo che sto bene. C'è solo un ragazzo seminudo dentro il mio armadio, ma sto bene.
Esito un attimo e rispondo un flebile e non credibile «Si»

«Ne sei sicura ?» chiede mia madre inarcando un sopracciglio.
«Lo chiedo perché.. Non so, sei strana»
In questo momento in realtà desidero solo che la smetta di farmi domande e se ne vada, ma mia madre è fatta così, e nessuno la può cambiare.

«Mamma, sono solo stanca. Non puoi venire in camera mia e credere che io non stia bene. Ti ricordo che sono stata ad una festa ieri sera» E che te eri la madre più felice di sta terra perché il sabato sera sua figlia esce.

Annuisce, e dopo dice: «Okay, va bene. Forse.. Forse sono solo io. Riposati» mi dice e mi stampa un dolce bacio sulla fronte.
«Vado a fare la spesa» dice, e sparisce fuori dalla mia porta.

Tiro un sospiro di sollievo e mi siedo sul letto.
«Esci» dico a Tom.
Lui esce con un' espressione seria.
«Hai sentito tutto, vero ?» gli chiedo io.
«Dall'inizio alla fine» dice sospirando.
Mi stendo sul letto.
«Mia madre è fatta così» dico chiudendo lentamente gli occhi.
«Non è l'unica madre al mondo, fidati» mi rassicura Tom.
Mi lascio scappare una risatina.
«Ora puoi andare, dato che mia madre è via» dico guardando i suoi bellissimi occhi.
Non so se provo qualcosa per lui, anche se mi sembra una cosa impossibile. Da quando lo conosco non siamo mai andati molto d'accordo, figuriamoci cinque minuti fa e ieri.

Fa per mettersi la maglietta, quando aggiunge: «E se restassi ?» lo guardo basita. Ha veramente intenzione di restare ? «Senti, io.. Beh.. Vorrei chiarire delle cose con te»
Chiarire delle cose con me ?
«Che tipo di cose ?» gli chiedo alzandomi sui gomiti incuriosita.
«Su.. Su ieri sera» Deglutisce e mi fissa.
Non riesco a sostenere il suo sguardo, e in questo momento mi mette più soggezione di quanta dovrebbe darmene.
Mi riprendo e ricomincio a ragionare.
«Senti, non c'è niente da chiarire. Te stai con Catherine, ed io non farò mai parte della tua vita. Tom, ti prego, lasciami in pace. Se sei felice con lei, va bene. Io.. Io desidero solo sparire dalla tua vita» Mi sorprendo di me stessa per il discorso che ho appena fatto.
Ho detto veramente tutte quelle cose ? Si, le ho dette veramente. E ho fatto la cosa giusta ? Si, ho fatto la cosa gusta.
Ora devo solo fare finta che lui non esista, come ho sempre sognato dal primo momento in cui mi ha parlato. Anche se ora non so veramente se le penso ancora. Ma ormai le ho dette, e spero mi dia retta.

«Io.. Io in realtà... Vorrei provare ad essere tuo amico»
Ma sta scherzando, vero ? Io non potrò mai essere amica di Tom Harris. Come lo so ? Ci ho provato, ma lui ha continuato a dimostrami gli stessi sentimenti di sempre: odio e antipatia.
Mi metto a ridere per quella affermazione.
«Mio amico ? Tom, spero sia uno scherzo. Sappiamo benissimo entrambi che non funzionerà mai. Ora, ti prego di lasciarmi riposare. La serata di ieri non è stata una tra le migliori» gli dico mentre gli porgo le scarpe.
Lui le prende e se le infila, poi se ne va senza degnarmi di uno sguardo.
Lo so che è arrabbiato e confuso, ma una parte di me sa anche che Tom Harris non mi lascerà mai in pace.

Il rombo dell'auto di mia madre mi sveglia: dev'essere appena tornata a casa dal supermercato.
Mi vesto velocemente e mi rendo presentabile. Se mia madre a mezzogiorno mi vedrebbe ancora in pigiama non so cosa mi farebbe.

Scendo le scale e trovo mia mamma in cucina intenta a sistemare le cose in frigo.
«Ehi, mamma» la saluto nel modo più naturale possibile.
«Oh, tesoro, non è che potresti..»
«Aiutarti ? Certo» finisco la frase per lei ridacchiando.
«Allora.. Che c'è da mangiare oggi ?» le chiedo con un leggero languirono in pancia.
«Ehm.. Oggi.. Pranzeremo a casa di una mia cara amica. Ha una figlia della tua stessa età, potresti fare amicizia» mi propone mia madre.
«Okay.. Uhm.. Certo!» dico con poca convinzione. In realtà non sono molto entusiasta. Questa 'figlia della mia stessa età potrebbe essere Gracie. E la cosa mi dà terribilmente fastidio.
In tal caso dovrei cerare di sembrarle il più amichevole possibile.
E la cosa non mi va a genio.

«Allora, tesoro, sei pronta ?» chiede mia madre davanti al grande specchio che abbiamo in ingresso.
Sono pronta ? No. Non ho assolutamente voglia di pranzare da quest'amica di mamma, e so già che sarà il pranzo più noioso della mia vita.
«Ehm.. Si, certo» mento sfoggiando il mio sorriso falso migliore.

Saliamo in macchina e accendo subito la radio per evitare strani discorsi. La verità è che il mio piccolo piano non funziona. Infatti mia mia madre si affretta ad abbassare.
«Non vedo l'ora che tu conosca sua figlia. È davvero molto carina e dolce, potreste diventare davvero buone amiche» mi incoraggia mia madre.
«Mamma, stai tranquilla» dico fissando il finestrino. Ma mia madre è fatta così, parla troppo, ed anche iperprotettiva. Lo è sempre stata, dalla nascita di mia sorella, ad oggi. «Senti, cercherò di fare amicizia, va bene ?» le dico per rassicurala e per farla stare zitta. In effetti ci riesco.
Stiamo in silenzio fino a destinazione: una villa enorme.
«Eccocii!» esclama mia madre tutta eccitata.
Le sorrido per mascherare ciò che in realtà provo: disagio.

Suoniamo al campanello e alla porta si presenta una signora di mezz'età con un sorriso protettivo.
«Camila, lei è Bethany, e lavora con me» mi presenta mia madre.
«Salve» le dico porgendole la mano. Sorrido come una stupida.
Ma il mio sorriso svanisce quando dietro di lei compare sua figlia: Catherine.
La figlia tanto dolce e carina è Catherine. Per carità, è davvero dolce e carina, ma qualcosa in lei non mi convince.. Non so, ho io uno strano presentimento.

Appena mi vede sfoggia un incredibile sorriso.
«Camila! Che bello vederti!» mi saluta abbracciandomi.
«Oh! Voi due quindi vi conoscevate già!» esclama mia madre.
«Già» le rispondo io cerando di mascherare il mio imbarazzo con un sorriso completamente falso.
In questa stanza sembrano tutti così sereni e tranquilli.. L'unica che si sente a disagio sono io.

ForseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora