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Sabato. Finalmente sabato.
La festa alla quale non avrei mai pensato di andare è alle porte.
E Tom mi ha convinta, ci andrò.
Le feste non mi sono mai piaciute. Piene di ragazzi e ragazze ubriache, gente che si bacia a caso, gente che vomita e gente che si chiude nello sgabuzzino per fare chissà cosa.
Ma oggi sono pronta. Andrò a questa festa.

Con Nicholas e Stacy devo ancora risolvere tutto, ma cercherò di ignorarli totalmente sta sera.

Sono solo le cinque di pomeriggio, la festa inizia alle nove e direi che è ora di iniziare a prepararmi.
Anzi, probabilmente avrei dovuto iniziare anche prima.

Mi faccio una doccia, ma la doccia dura più di mezz'ora perché mi perdo a cantare, e a mettere maschere su maschere per rendere spettacolari i miei capelli.
Sono ossessionata, si. Ma amo i miei capelli.

Dopo la doccia passo almeno un'altra mezz'ora a scegliere cosa mettermi, e alla fine opto per un crop top nero e una gonna a vita alta che mi arriva a metà coscia. Mi metto delle calze perché sennò credo che morirò congelata.

Mi trucco con un filo di eyeliner, mascara e rossetto rosso scuro: oggi oso.
Non so cosa mi prenda, dato che non metto mai i rossetti scuri. Ne ho molti, e quasi tutti della Mac, metà dei quali troppi scuri per essere messi troppo spesso.

Mi asciugo i capelli e li liscio. Di solito non lo faccio quasi mai, perché tutti mi dicono che sono bellissimi senza bisogno di piastre o arricciacapelli. Sono lunghi e morbidi, e a me vanno bene così.

Esco dal bagno e mi dirigo in cucina, dove, appena mia mamma mi vede, le si illuminano gli occhi.
«Come sto ?» le chiedo facendo una piccola piroetta.
«Sei...» esita un attimo. E io capisco che sta per avere una crisi di pianto. «Allora ?» la intimo.
«Bellissima», dice mia madre con gli occhi lucidi.

«Celine ?», chiedo a mia sorella che sta entrando nella stanza proprio ora.
«Mmm... Non c'è male», fa lei.
Non c'è male ? Ah sì, Celine ?
Mi viene voglia di strozzarla, ma il mio buonsenso dice che finirò nei guai se lo faccio.
«Tutto qui ? Tua sorella minore sta andando ad una festa dove ci saranno ragazzi anche più grandi di te, e te le dici semplicemente che non c'è male ?», dico, ma mi pento subito di quello che ho detto perché tanto Celine non ammetterà mai che sono bella, e anche perché la domanda è stupida.
Io sono stupida.
Celine ridacchia, ed io mi metto in soggiorno.

Maya dovrebbe arrivare tra meno di cinque minuti, ed io sono in ansia.

Quando suona il campanello, quasi sussulto, e mi precipito alla porta.

Appena Maya mi vede, esclama: «Wow! Sei fantastica! Ma quel rossetto.. Forse era meglio se non lo mettevi.. E se devi baciare un ragazzo ?», scherza, dandomi di gomito.

Mi sento arrossire, e, prima che possa ribattere, Maya mi trascina per il polso fino alla macchina.

«Non bacerò nessun ragazzo, e comunque neanche te scherzi», ribatto.

Indossa un vestito blu che le mette in risalto le curve. I suoi occhi verdazzurri si vedono anche nel buio della notte. È davvero bella.

Appena arriviamo davanti al locale, si vede una lunga fila di ragazzi in attesa di entrare.

«Wow», riesco appena a dire, e Maya sorride. La musica altissima si sente anche dalla macchina.

Dopo aver girato per almeno cinque minuti nel parcheggio, troviamo posto.

Quando arriviamo a quell'ammasso di gente che strepita per entrare, mi viene un po' d'ansia.
Maya se ne accorge, e infatti mi stringe la mano.
«Ehi, andrà tutto bene», mi rassicura.
«Il problema è che lì dentro ci sono tutti i miei ex amici, te sei l'unica», le spiego, perché in realtà sono in ansia solo per quello, non per il resto.
«I-gno-ra-li.» So che lo dice solo per rassicurarmi, ma io sono comunque in ansia, sento che scoprirò qualcosa di spiacevole.

Dopo una lunga attesa riusciamo ad entrare, ed io mi sento sollevata perché guardandomi attorno non vedo ne Nicholas ne Stacy.

Ovunque vada Maya io la seguo, e lei continua a salutare gente che io non ho mai visto prima.

Cerco di segurirla anche mentre sta andando a salutare l'ennesimo gruppo di ragazzi, ma la perdo di vista per colpa di due ragazze ubriache che mi tagliano la strada.
Fantastico.
Ed ora che faccio ?

Vado a sedermi su una sedia libera, e aspetto che Maya si faccia viva.

Scorgo una ragazza bionda che viene verso di me, e mi ci vuole un po per riconoscerla: Stacy.
Se è qui per farmi la ramanzina, giuro che me ne vado a casa a piedi.

«Ehi», dice nel tono più tranquillo che io abbia mai sentito.
E, vedendo che non reagisco, continua: «Non sapevo che fossi qui»
Ma lo capisce che mi irrita ? Questa ragazzina bionda con gli occhi azzurri mi sta irritando più del dovuto.
«Senti, scusami tanto, non mi sarei dovuta arrabbiare per una stupidaggine, ma sai come sono fatta»
Deglutisco. Sospiro.
Dovrei davvero fargliela passare liscia in questo modo ?
Oppure continuare a non rispondere ?
Sono combattuta, quindi, con il tono più formale che mi sia mai uscito dalla bocca, dico: «Potevi scusarti prima.»
«Cam... Mi manchi.»
Stacy Thompson mi sta davvero chiedendo scusa, e mi sta davvero dicendo che le manco. Incredibile. Di solito 'scusa' non lo dice neanche al suo amato cagnolino. Vuol dire che è veramente dispiaciuta.
Anche te mi manchi, e non sai quanto ho pianto.
Accidenti, è davvero brava.
Sa convincere una persona nel modo più semplice possibile. Accidenti a lei e ai suoi modi.
Il problema è che mi manca. Da quanto mi è mancata mi sono confidata persino con Tom.
Tom.
Spero proprio di non incontrarlo sta sera. Lo spero veramente.
Ma perché sto pensando a Tom in un momento come questo ?
Camila, focus.
Mi alzo per abbracciarla. Sembra sorprendersi, ma poi si rilassa.
«Oddio, pensavo che non volessi più perdonarmi!», esclama.
«Anche te mi sei mancata», e a quelle parole mi stringe più forte.

«Allora, che facciamo?», domanda quando ci stacchiamo.
«Beh, potremmo ballare», propongo indicando tutti i ragazzi in pista.
Ma neanche mi risponde, perché mi ci sta già trascinando.

Quando siamo già alla terza canzone, un ragazzo che avrà vent'anni viene verso di noi con un vassoio pieno di bevande e ce ne offre una rossa.
Cris la prende, mai io faccio cenno di no con la testa.
«Eddaiii!» esclama Stacy, e me porge uno in mano.
In fondo un bicchiere non mi farà male.
Mi viene un conato quando lo mando giù, brucia in gola. Poi però è piacevole il gusto.

Quando io e Stacy, esauste, e al terzo bicchiere decidiamo di sederci, un ragazzo ubriaco ci passa davanti facendo cadere tutta la bevanda di Stacy in parte a terra, e in parte sul vestito.
Ovviamente Stacy va su tutte le furie, e tenta di raggiungere il ragazzo, fallendo completamente.

«Devo andare in bagno», le comunico quando si è calmata, e mi allontano per cercarlo.

Mi gira un po' la testa, ma non ci faccio tanto caso, penso a raggiungere il bagno.
Ma Nicholas mi distrae.
È lì, nell'angolo, è solo, e sta fumando.

ForseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora