Eccolo lì. Nel vicolo. Eccolo lì a rovinarsi. Ancora. Eccolo lì ignaro di tutto. Eccolo lì pronto a ferirmi.
Nic.
Deglutisco. Decido di ricominciare a respirare.
Gracie mi guarda più che soddisfatta.
«Sei felice ora, piccola saputella ?» mi chiede con un sorriso a trentadue denti mentre si attorciglia una ciocca di capelli. Non rispondo. Non ci riesco. Resto lì, immobile. Presa dalla forza del vento e dal canto degli uccellini.
Non riesco più a vedere lo stesso di Nic di qualche settimana fa. È cambiato. E non intendo dire solo perché ora ha i capelli un po' più lunghi e perché frequenta nuove compagnie. Ma per ben altro. Che credo si possa intuire.
«Vattene» sibilo.
Gracie non risponde. La farò parlare con le maniere cattive.
«Vattene!» urlo girandomi di scatto verso di lei. Credo che anche Nic abbia sentito.
Sussulta insieme alle sue seguaci, che la fissano per capire cosa fare.
«Andiamocene» dice fissandomi. «Questa è pazza» aggiunge poi. Faccio finta di non aver sentito. Maya e Stacy stanno zitte.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime che scendono fragili, come gocce d'acqua in un giorno piovoso ma non troppo. Mi volto, ed eccolo qui, di fronte a me. Stacy e Maya sono impietrite.
«Camila, ti posso spiegare» mi dice non appena mi vede in quelle condizioni.
«Non penso che ci sia molto da spiegare!» esclamo piangendo più di prima.
«No, in realtà c'è molto da spiegare» dice continuando ad essere calmo come prima. Ma come fa ? Come fa ad essere calmo con un argomento del genere. Lui non ha idea di quello che ho passato. Lui non sa che ho sofferto tanto per lui. Lui non sa che ho pianto tanto per lui. Lui non sa che mi manca da morire. Ma il fatto è che non mi manca questo nuovo Nic. A me manca quello vecchio. A me manca quel Nic che riusciva sempre a farmi sorridere anche quando tutto il mondo attorno a me andava in pezzi. A me manca quel Nic che mi aiutava a fare matematica perché non la capisco. A me manca quel Nic che faceva tante di quelle cazzate con noi che poi non aveva più fiato per raccontarle. A me manca quel Nic che ce l'ha sempre fatta, nonostante gli enormi ostacoli che hanno attraversato la sua vita. A me manca quel Nic che mi ha sempre aiutata. Mi manca tanto anche quel Nic che si incazzava per la minima cosa. Mi manca ogni singola parte di lui. Anche i suoi meravigliosi occhi azzurri riuscivano a rendere una giornata buia una giornata migliore. Mi manca Nicholas Hastings, non il nuovo Nicholas.
«Senti, Nicholas. Tu non hai idea di quello che ho passato per te. Dalla prima volta che ti ho visto con una sigaretta in bocca il mio cuore ha smesso di battere. Da quel giorno ho sofferto tanto, e sto soffrendo pure ora. E non credo che tu possa ricordare quella sera in cui sono svenuta. Per te. Stavi fumando canne, Nic. Canne. Ed eri con gente poco raccomandabile» cerco di spiegargli.
«Bene, ora ascoltami tu. Se sei venuta qui per fare alla mamma, allora puoi anche andartene» mi spiega dritto e chiaro. Le sue parole mi feriscono. Ha almeno ascoltato quello che gli ho detto? Non credo.
«La mamma ? Ma ti stai ascoltando ? Nicholas, stai dicendo delle enormi cazzate! Lo vuoi capire che io per te ci sto male ?» esclamo in preda alle lacrime. Ormai non so più che fare.
«Allora dimostramelo»
Ma cos'ha nel cervello ? Pigne ? Sto piangendo da un quarto d'ora e lui si permette di dire che non sto male per lui?
«Te lo sto dimostrando!» urlo ancora più forte di prima.
«Ah, davvero ? Perché a me sembra che tu, dopo un mese che mi vedi in questo stato, non mi abbia mai detto niente, e che solo ora ti sia svegliata fuori e abbia deciso di dimostrarmelo! Una vera amica le cose le dice prima!» Ora sta urlando anche lui.
«Il fatto è che tu non mi permettevo di farlo! Tutto d'un tratto hai iniziato ad ignorarmi e a non parlarmi più, e io cosa avrei dovuto fare? Eh?» chiedo ormai senza più fiato.
«Se mi avresti voluto davvero bene saresti intervenuta prima» dice, quasi sottovoce. Una lacrima inizia a scendergli sulle guance. Allora questo ragazzo c'è l'ha ancora un cuore.
Sospiro per calmarmi.
«Nic, guardami» lo obbligo a fissarmi.
«Puoi farmi un piacere?» gli chiedo con la voce sommessa dal pianto.
Lui annuisce.
«Mi prometti che non fumerai più?» dico scuotendo la testa. Fisso i suoi occhi azzurri in cerca di una risposta. E per la prima volta nei suoi occhi percepisco il dolore. C'è qualcosa sotto, che va oltre al fumo. Ora non è più il nuovo Nicholas. Ma non è neanche il Nicholas sorridente di una volta. Ora è il Nicholas impaurito.
«Non posso prometterti nulla, Camila. Mi dispiace.» dice lasciando cadere anche l'ultima lacrima dai suoi occhi. Chiude il discorso così, riempiendomi di dubbi e domande alle quali non riesco a trovare risposta.
«Okay. Va bene. Ma sappi che piano piano i tuoi polmoni si riempiranno di catrame finché non inizierai a bruciare, fino a morire» sussurro in modo che possa sentirmi. E con questo chiudo il sipario. Spero che almeno questo gli abbia fatto capire un po' di cose. Non appena svolta l'angolo mi volto verso Maya e Stacy. Sono rimaste immobili, ad ascoltare tutto, parola per parola.
Ci fissiamo per qualche interminabile secondo.
«Cam», dice Stacy mentre si alza per abbracciarmi. Mi abbandono in un pianto liberatorio.
«Ehi, ssshh, sei stata forte. Forse anche troppo» mi rassicura la mia migliore amica. L'unica cosa che mi rassicura è che lei per me ci sarà sempre. Forse è l'unica. L'unica che ci sarà. Per ogni mio dilemma. Anche il più piccolo. So che lei ci sarà. Sempre.
E sono consapevole che quello che oggi doveva essere un semplice pomeriggio tra amiche si è trasformato in un incubo.
Successivamente si alza in piedi anche Maya, e mi stringe forte a se. Loro due in questo momento sono le due persone che voglio accanto. Le sole e le uniche.
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Forse
Roman d'amourEra solo l'inizio di una grande avventura: ci sarebbero state infinite tempeste e infiniti giorni di sole, ma ero pronta a viverli, con lui al mio fianco.