Inferno.

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Fu un raggio di sole, più intenso e luminoso degli altri, a svegliare Clary quella mattina, riscaldandole le guance che la notte ed il suo venticello avevano rinfrescato entrando dalla finestra.

Ci mise un po', tra mugolii e sbuffi di protesta, ad aprire gli occhi e quando ci riuscì si voltò di scatto dalla parte opposta del letto, convinta di trovare ancora il fratello addormentato al suo fianco. Ma Sebastian non era lì e al suo posto spiccava un bigliettino ricavato da una delle pagine del suo blocco da disegno. Sbuffò sonoramente immaginando il fratello armeggiare con quello che per lei era sempre stato una sorta di diario segreto, pagine bianche su cui riportare ogni suo più intimo pensiero sotto forma di disegni concreti o astratti, disegni che per lo più raffiguravano Jace in tenuta da Shadowhunter o con un paio di soffici ali bianche che si aprivano maestose alle sue spalle.

Sbuffò di nuovo. Se provava a chiudere gli occhi riusciva ad immaginare l'espressione contrariata e furiosa che sicuramente aveva attraversato il volto del fratello alla vista di tutti quei ritratti della persona che più odiava al mondo e sapeva che, al suo ritorno, le avrebbe fatto una lavata di capo che non avrebbe dimenticato tanto facilmente.

Scosse la testa, facendo oscillare i lunghi ricci rossi e finalmente si decise ad aprire il biglietto e leggerlo:

"Buongiorno, Clarissa. Spero tu abbia dormito bene e spero vivamente che tu oggi abbia voglia di disegnare qualcosa di diverso, qualcosa che non sia Jace magari ma che sia più simile a me (e per simile intendo uguale, senza corna e baffi). Ti auguro una buona giornata.

Il tuo adorabile fratellone."

Le venne da ridere al ricordo delle corna e dei baffi disegnati da Simon sul volto di Jace, durante un'inarrestabile raptus di pura gelosia nei confronti del biondo e sorrise al ricordo dell'emozione incontenibile di quel giorno provata nel dare il suo primo bacio al cacciatore, durante i festeggiamenti del suo compleanno all'interno della serra di Hodge.

Ma questo Sebastian non poteva saperlo e, ovviamente, lei non glielo avrebbe mai raccontato.

Ripiegò il biglietto e quando bussarono alla porta ebbe solo il tempo di infilarlo freneticamente sotto al cuscino nel tentativo di nasconderlo il più possibile alla vista.

-Avanti-

La porta si aprì lasciando comparire delle ciocche dorate e una schiena quasi interamente ricoperta da rune.

-Buongiorno dormigliona, è ora di alzarsi ed allenarsi- disse Jace voltandosi finalmente verso la ragazza ancora seduta al centro del letto con i capelli scompigliati che le ricadevano sul viso.

-Ma prima devi fare colazione!- disse, agitando lentamente il vassoio che teneva saldamente con entrambe le mani e sorridendo.

Clary ricambiò il sorriso scostando una ciocca di capelli dalla faccia, rincuorata dal fatto che Sebastian non fosse più lì. Non avrebbe mai saputo spiegare a Jace il perché delle presenza dell'assassino di Max nel suo letto, né il perché fosse ancora vivo e né tantomeno avrebbe potuto impedire ai due di uccidersi a vicenda distruggendo non solo la casa dei Lightwood ma l'intera Idris.

Cercò di ricacciare quell'orribile pensiero nei meandri bui della sua mente; non aveva molta fame ma vedere Jace così di buon umore aveva messo di buon umore anche lei dandole un motivo per sforzarsi a mangiare. Inoltre non voleva guastare l'atmosfera quindi decise di assecondarlo.

-Solo se anche tu fai colazione con me-

Jace le si avvicinò, appoggiò delicatamente il vassoio sul letto e le diede un leggero bacio sulle labbra.

The boy who lost his way. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora