Riuniti.

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-Ciao sorellina, ti sono mancato?-
Clary fissava Sebastian sconcertata. Non riusciva a credere che fosse davvero di fronte a lei, che la stesse guardando e soprattutto che le stesse parlando. Si tirò un forte pizzicotto alla guancia sinistra, convinta di stare sognando. Il dolore però non fece sparire Sebastian che imperterrito continuava a fissarla sorridente al centro della stanza.
-Non stai sognando, Clarissa. Sono davvero io.-
Clary allungo una mano verso il fratello e con l'indice ne tracciò i tratti del viso. La sua pelle era liscia e diafana come la ricordava. Tracciò con l'indice la forma della mascella squadrata e i contorni degli zigomi spigolosi.
Le sembrava di avere di fronte la copia più giovane di Valentine. -Gli somigli terribilmente- disse, quasi senza accorgersene.
Sebastian le afferrò delicatamente la mano portandosela alle labbra. -Non ci vediamo da mesi. Mi avevano dato per morto e tu sai solo dirmi che gli somiglio terribilmente?- chiese fingendosi imbronciato e lasciandole un leggero bacio sulle nocche. -Sei più crudele di lui, sorellina-. Ed eccolo di nuovo, quel ghigno strafottente comparire sulle sue labbra.
Clary sottrasse rapidamente la mano dalla presa del fratello. Aveva una voglia matta di prenderlo a schiaffi, non solo per tutto quello che era successo e che aveva fatto, ma anche per sperimentare come sarebbe stato vedere un po' di colore sulle guance pallide del fratello.
Improvvisamente, come se avesse appena realizzato che le stava di fronte, Clary fece un passo indietro, mettendo una notevole distanza tra loro due. -Cosa ci fai ancora...- fece una pausa, non sapendo come formulare la domanda senza sembrare sull'orlo di una crisi isterica accompagnata da quello che agli occhi del mondo sarebbe sembrato omicidio. Omicidio premeditato.
-Ancora vivo?- chiese Sebastian finendo per lei quella domanda che aleggiava incompiuta tra di loro.
Clary assottigliò lo sguardo, come se con esso potesse trafiggerlo. -Esatto. Cosa ci fai ancora vivo? Jace aveva detto...- Sebastian si mosse tanto rapidamente che non lo vide nemmeno arrivare. In men che non si dica le stava di fronte, di nuovo, e la schiacciava con il peso del suo corpo contro la parete della stanza. -Jace dovrebbe imparare a vantarsi di meno e ad assicurarsi che il cadavere dei suoi nemici venga fatto a pezzi e bruciato sulla pira. Non sia mai che qualcuno li riporti in vita!- disse continuando a sorridere e stringendo una mano attorno al collo della sorella.
Per un attimo Clary pensò che l'avrebbe strangolata o che le avrebbe spezzato l'osso del collo e intuendo i suoi pensieri, Sebastian la lasciò andare arretrando di qualche passo. Trattenere gli impulsi dettati dal sangue demoniaco gli costava tantissima fatica. Si ammonì mentalmente, doveva mantenere la calma. Era lì per parlarle e per convincerla a stare dalla sua parte, non per terrorizzarla.
-Non voglio farti del male Clary, sono qui solo per parlarare.-
Clary si porto una mano alla gola massaggiando il punto in cui Sebastian aveva fatto pressione. -Si certo, lo vedo infatti- disse nel modo più sarcastico possibile.
Sebastian si schiarì la voce, portandosi una mano dietro la nuca. Clary trovò quel gesto molto umano e quasi bizzarro, considerata l'indole del fratello. Il ragazzo si avviò verso il letto e si voltò a guardarla. -Posso sedermi?- chiese.
Clary sospirò pesantemente, cercando di lasciare andare tutta la frustrazione che stava provando in quel momento. Sapeva che sarebbe dovuta andare a chiamare aiuto, che avrebbe dovuto segnalare la presenza del fratello al Conclave. Ma dentro di lei non poteva fare a meno di provare una sorta di sollievo nel sapere che fosse vivo, che stasse relativamente bene e che non stesse dando fuoco a tutto quello che lo circondava.
Con un gesto della mano fece segno a Sebastian di sedersi e lui non se lo fece ripetere due volte. Si accomodò al centro del letto, incrociando le gambe. Visto così dava l'impressione di essere un normale ragazzo indifeso, con qualche ciocca di capelli che gli ricadave disordinata davanti agli occhi. Ma Clary sapeva bene che suo fratello era tante cose, ma di certo né un ragazzo normale né indifeso e dovette trattenere l'impulso di scostargli i capelli dal viso.
Presa dai suoi pensieri non si accorse subito che Sebastian stava picchiettando con la mano sul materasso, nel tentativo di farle capire che voleva si sedesse anche lei.
Clary sospirò ancora una volta prima di andare a sedersi di fronte al fratello, che non le toglieva gli occhi di dosso nemmeno un secondo.
-Allora...- disse il ragazzo -come stai? Come vanno le cose?- Clary sgranò gli occhi nell'udire quella domanda e scoppiò in una risatina isterica. -Buffo che tu me lo chieda, considerando che due secondi fa stavi per uccidermi. Per il momento sto bene, comunque. O meglio, sono ancora viva.-
Sebastian non riuscì a trattenere una risata, lo divertiva il modo in cui Clary gli teneva testa e il sarcasmo pungente che utilizzava. "È una Morgenstern a tutti gli effetti" si ritrovò a pensare. -Clary uno, Sebastian zero. Questo round lo hai vinto tu, sorellina.-
Clary scosse la testa ma non sapeva nemmeno lei se fosse più divertita o spazientita dalla situazione. -Allora? Cosa vuoi Seb?-
Sebastian sorrise. -Seb? Siamo già a quella fase in cui ci chiamiamo con i diminutivi? Allora il nostro rapporto è messo meglio di quanto pensassi. Ero quasi certo che mi odiassi.- rise.
Clary assottigliò di nuovo lo sguardo e a Sebastian ricordò tanto Valentine quando lo guardava furente prima di iniziare a rimproverarlo e a fargli la solita paternale. "Si, è proprio una Morgenstern."
-Infatti. Ti odio più di quanto puoi solo provare ad immaginare. Ma ti sei scelto un nome troppo lungo che non mi va di pronunciare per intero. Tutto qui-
Questa volta fu Sebastian a scuotere la testa. -Ah si, dimenticavo che Jonathan è un nome cortissimo, se ci aggiungiamo anche Christopher poi...-
Clary si stava davvero trattenendo dal prenderlo a pugni, si stupì lei stessa di quanto autocontrollo possedesse. -Sebastian!- quasi urlò -sei qui per fare un pigiama party o perché vuoi qualcosa da me? Sai, per quanto mi piacerebbe credere che tu sia qui per la prima ipotesi, trovo difficile pensare che tu sia venuto solo per fare una battaglia con i cuscini con me. A meno che...- Sebastian continuava a guardarla divertito. -A meno che?- chiese.
-A meno che tu con quei cuscini non voglia soffocarmi. Il che sarebbe più plausibile.-
Sebastian non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere come non aveva mai riso in vita sua. Riuscì a smettere solo quando incontrò lo sguardo furente della ragazzina minuta che gli sedeva di fronte.
-Sai Clary? Sapevo che eravamo simili ma non pensavo che ci somigliassimo così tanto!-
Clary si alzò di scatto, puntandogli un dito contro. -Io non sono come te! Non sarò mai come te!- urlò.
-Non so cosa tu voglia da me, Sebastian, so solo che se non mi dici cosa vuoi, e non te ne vai, avvertirò il Conclave.-
Sebastian si alzò dal letto a sua volta, stiracchiando le braccia. -Non lo farai. Se avessi voluto dire al Conclave che mi trovo qui, lo avresti già fatto.- disse sorridendo.
-La verità, Clarissa, è che sei felice di vedermi tanto quanto io sono felice di vedere te- e lo era davvero, Clary era confusa su tante cose, ma sapeva che Sebastian era davvero felice di essere lì, con lei. Lo capiva dallo scintillio che attraversava gli occhi di lui. Dal suono della sua risata sinceramente divertita, che lo faceva sembrare davvero un ragazzo normale mentre si diverte a passare del tempo con una persona a cui tiene.
-La verità- continuò Sebastian -è che mi mancavi tantissimo. Che mi sentivo un po' solo, lì dove mi trovo in questo momento. E che avevo una voglia matta di vederti.- continuava a guardarla senza mai distogliere lo sguardo. Era sincero e voleva che anche lei avvertisse tutta la sincerità che stava mettendo in quel discorso. -So che hai tante domande- riprese. -So che sei arrabbiata e che mi odi, come fanno tutti qui del resto. Ma sei mia sorella, sangue del mio sangue. Non posso impedirmi di sentire la tua mancanza o di volerti vedere.-
Clary si sentì comprimere il petto da mille emozioni diverse. Per la prima volta sentiva di avere davvero una sorta di legame con suo fratello. Per la prima volta sentiva il bisogno, la necessità quasi dolorosa, di correre da lui e abbracciarlo.
Sebastian si avvicinò di un passo, quel tanto che bastava per accorciare le distanze tra loro. -So che non ho il diritto di chiederti niente. Credimi, sarò anche un mostro che non conosce i sentimenti umani, ma capisco bene la situtuazione in cui ti ho messa. E so che vuoi delle risposte e credimi, vorrei dartele. Ma per ora non posso dirti nulla Clary, posso solo chiederti di fidarti di me, per quanto ti sia possibile.-
Clary lo osservò bene, sembrava ancora più magro di come lo ricordasse. -Fidarmi di te?- chiese. -Come posso fidarmi di te? Me lo spieghi?-
Sebastian si passò una mano tra i capelli, scostando finalmente quel ciuffo ribelle dagli occhi. Clary avrebbe tanto voluto toccargli e sistemargli la chioma ribelle. Lo aveva già fatto con Jace e Simon tante volte, sapeva di esserne capace.
Jace.
D'un tratto si ritrovò a pensare a quanto si sarebbe arrabbiato se l'avesse vista in compagnia di Sebastian. A quanto si sarebbero arrabbiati tutti, a partire da Isabelle.
A quanto sarebbero rimasti tutti delusi dal suo comportamento, forse persino sua madre. Colei che era anche madre del ragazzo che le stava di fronte.
Sebastian allungò la mano, prendendo quelle minute di lei e portandosele alle labbra. Si rese conto di quanto fossero effettivamente piccole le mani della sorella paragonate alle sue, di quanto fossero delicate. L'unica cosa che mostrava al mondo che Clary ne facesse uso, erano le macchie di tempera e carboncino sparse qua e là sui polpastrelli e tra le dita, segno che quelle erano le mani di un'artista.
-Lo so che per te è difficile. Ma ti prego- e nella sua voce c'era davvero qualcosa che somigliava ad una supplica, qualcosa che non era mai stato abituato ad utilizzare, perché quello che Sebastian voleva, Sebastian otteneva. Non aveva bisogno di chiedere. Doveva solo ordinare e, in caso di rifiuto, uccidere.
Ma con Clary era diverso. Voleva che lei lo accettasse. Più di ogni altra cosa al mondo desiderava che lo seguisse di sua spontanea volontà. Desiderava essere ammirato e amato dall'unica persona di cui gli importasse davvero qualcosa.
-Ti prego- riprese a parlare -prova solo a fidarti un po' di me Clary, ne ho bisogno. Ho bisogno di mia sorella più che di qualsiasi altra cosa o persona al mondo.-
Clary voleva ritrarre le mani, lo voleva davvero, ma c'era una parte di lei che glielo impediva, che voleva protrarre il più a lungo possibile quel contatto. Si schiarì la voce, sentiva la gola come prosciugata e le gambe faticavano a sorreggerla. -Non ti prometto niente, ma ci proverò- disse e gli occhi di Sebastian furono attraversati di nuovo da quel bagliore che Clary aveva notato spesso quella sera.
-Non ti chiedo altro, solo di provarci- e detto questo lasciò le mani della sorella, allontanandosi da lei.
Clary non seppe come ma improvvisamente la stanza fu invasa di nuovo dallo stesso bagliore che aveva accompagnato l'arrivo del fratello. Sebastian si avviò verso la luce e si voltò a guardarla. -A presto, sorellina- disse. -Tornerò a trovarti perché sono un bravo fratello, no?- sorrise prima di sparire, risucchiato dalla luce. Passarono pochi secondi prima che Jace si catapultasse in camera di Clary.
-Cosa è successo? Cos'era quella luce?- chiese con il fiatone, avvicinandosi alla ragazza.
Clary sorrise, cercando di tranquillizzarlo. -Non è successo niente, ho solo voluto sperimentare una nuova runa. Andiamo a dormire- sorrise.
Jace la guardò perplesso per un istante ma decise di lasciare cadere l'argomento e di non fare altre domande. Si diresse verso il letto di Clary e si sdraiò a pancia in su, facendole segno di raggiungerlo. Clary non se lo fece ripetere due volte e si fiondò tra le sue braccia, spegnendo la luce.
Chiuse gli occhi cercando di bearsi del conforto delle braccia di Jace ma quello che vide, da dietro le palpebre chiuse, furono solo il sorriso e gli occhi scuri di Sebastian.

The boy who lost his way. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora