Inganno.

631 40 15
                                    

Era trascorsa ormai qualche ora da quando Sebastian e Clary si erano incontrati nella vecchia dimora di Valentine. Avevano trascorso il tempo alternando piccoli scontri per allenarsi a momenti in cui non facevano altro che parlare del più e del meno e ridere come bambini.
Visti dall'esterno davano la sensazione di essere due ragazzi come tanti, due ragazzi normali senza preoccupazioni e senza particolari doveri.
Sebastian era sdraiato sull'erba, accanto al masso su cui Clary si era seduta. Fissava il cielo sopra di lui, un cielo di un azzurro che non era più abituato a guardare.
Nella dimensione demoniaca il cielo era un alternarsi di rosso sangue e nero. Non c'erano nuvole e non c'era il sole. Era invece perennemente offuscato da una fitta nebbia causata dal veleno che la maggior parte dei demoni produceva e l'aria era densa e a tratti irrespirabile.
Aveva sempre amato Idris, l'azzurro del cielo e delle acque e il verde dei campi e delle colline. Da piccolo non desiderava altro che trasferirsi in quella che ora non era altro che un luogo dimenticato dagli angeli, un luogo di rovine dove Valentine si era macchiato di atroci azioni e dove aveva costretto Jocelyn a bere sangue demoniaco. Era così che era nato, attraverso un inganno, e ora lui stesso era diventato il re degli inganni e si apprestava a mentire all'unica persona di cui gli importasse realmente qualcosa.
Chiuse gli occhi e sospirò tanto pensantemente che Clary non potè fare a meno di osservarlo con preoccupazione.
Si alzò dal masso dove era seduta e andò a sedersi di fianco a lui.
Iniziò ad accarezzargli lentamente la fronte scostandogli qualche ciocca ribelle dal viso.
Sebastian aprì gli occhi e la osservò per qualche istante in silenzio.
-Non voglio andarmene, Clary. Non voglio tornare laggiù. Non voglio lasciarti di nuovo a Jace e a questa mandria di idioti che non capiscono minimamente quanto tu valga. Non voglio e non posso rinunciare a te più di quanto io non abbia già fatto.-
Clary lo guardò con gli occhi sbarrati, non lo aveva mai visto così disperato e quelle parole le entrarono dentro come mille lame taglienti.
-Non andartene allora. Resta qui.-
Sebastian si sollevò sui gomiti e tornò a fissare il cielo.
-Mi piacerebbe ma non posso Clary. Non posso restare. Questo non è il mio mondo. E anche se restassi, cosa succederebbe? Ho fatto troppe cose spregevoli per ricevere la grazia degli Angeli.-
Clary lo guardò e non riuscì a resistere all'impulso di gettarsi su di lui e abbracciarlo con tutte le forze che le erano rimaste.
Voleva piangere, per tutte le cose che le erano accadute in quel periodo e per tutto quello che era accaduto a Sebastian in tutti quegli anni. Per la prima volta da quando lo aveva conosciuto si rese conto che Sebastian era una vittima tanto quanto lo erano stati lei, Jace e Max. Che l'unico responsabile di tutto quel caos e di tutta quella sofferenza non era altri che Valentine.
Si era preso tutto quello che poteva prendere e lo aveva strappato via senza curarsi minimamente del fatto che quelli che stava ferendo fossero i suoi stessi figli. Li aveva divisi, li aveva spinti ad odiarsi l'una con l'altro e li aveva portati a compiere atti orrendi solo per il gusto di creare un mondo che potesse dominare con l'uso della forza.
Strinse ancora più forte le braccia intorno al corpo del fratello, abbandonandosi ad un pianto incontrollato.
Sebastian non era abituato a quel genere di situazioni, non aveva mai pianto o provato pietà per qualcuno ma ora era diverso. Quella che adesso stava singhiozzando e inumidendo la sua maglia non era un'estranea, né una persona che odiava. Era Clary, era la sua amata Clary e vederla in quelle condizioni fece crollare quel muro che Valentine aveva costruito mattone dopo mattone nel tentativo di isolarlo dal resto del mondo.
Ora che quel muro non c'era più, restavano solo macerie sparse qua e là. Restavano solo lui e Clary e nient'altro aveva più realmente importanza.
La strinse a sé più che potè stando attento a non farle del male. Immerse il viso nella sua chioma e prese un respiro profondo prima di sussurrarle all'orecchio l'ultima delle cose che Clary si aspettava di sentirgli dire.
-Vieni via con me.-
Clary sollevò il viso incontrando lo sguardo serio e risoluto del fratello. Era incredibile quanto tutto di lui le ricordasse Valentine ma era anche incredibile quanto riuscisse ad infonderle sicurezza nonostante la sua vera natura fosse portatrice di distruzione.
-Non posso Seb, e tu lo sai. Non posso prendere ed andarmene così. Non posso abbandonare tutti gli altri.-
Gli occhi di Seb si piegarono in due linee sottili, era fuorioso. Sentirle dire qulle parole lo aveva ferito a morte.
La lasciò andare e si alzò in piedi portandosi una mano al ciuffo di capelli e tirandolo in preda alla frustrazione.
-Non puoi abbandonare loro ma puoi abbandonare me?!- urlò furiosamente.
-Sono sangue del tuo sangue! Sono la tua famiglia e tu sei la mia, vuoi abbandonarmi di nuovo?- Il suo volto divenne una maschera livida di rabbia e questa volta a Clary sembrò davvero di avere davanti un mostro.
-Non è così. Non voglio abbandonarti.- disse trattenendo a stento le lacrime che minacciavano di uscire di nuovo copiosamente.
-Ti ho appena ritrovato e non voglio lasciarti andare di nuovo! Ma devi capire che non posso venire con te, non posso proprio!- urlò anche lei lasciando finalmente che le lacrime uscissero e le bagnassero di nuovo le guance.
Sebastian le si avvicinò, asciugandole le lacrime con il dorso della mano per poi sollevarle il mento con le dita.
La guardò di nuovo intensamente negli occhi e prese la sua decisione. Non avrebbe più esistato, non avrebbe più aspettato. Avvicinò il viso a quello di lei e la baciò. Era il secondo bacio che si davano ma questa volta fu tutto diverso. L'esitazione iniziale di Clary non ci mise molto a svanire e quel bacio, dapprima delicato, si trasformò presto in qualcosa di più vorace.
Sebastian chiese accesso alle labbra di Clary e quando queste si schiusero non perse l'occasione e spinse la lingua all'interno della bocca di lei.
La assaporò come se finalmente fosse riuscito a mettere le mani su quel frutto proibito che tanto aveva desiderato e l'attirò violentemente contro il suo corpo facendo scontrare i loro bacini.
Clary mugolò sia per il piacere del bacio sia per quel gesto tanto violento quanto necessario ad entrambi. Non si era mai sentita così con Jace, non si era mai sentita così tanto travolta dalle emozioni quanto in quell'istante.
Sebastian le infilò le mani sotto la sottile maglietta e con le dita iniziò a tracciare la line della spina dorsale. Quel gesto le fece provare brividi che non aveva mai provato con nessuno, tutte le terminazioni nervose che non sapeva nemmeno di possedere ora erano attive e reagivano con piccole scosse ad ogni tocco di lui.
Sebastian aveva ormai capito da tempo che il corpo della sorrella riusciva ad essere molto più sincero di quanto lo sarebbe mai stata lei e sapeva per certo cosa fare per attivare quella parte che Clary cercava di nascondere con tutte le sue forze.
Ormai non c'era più modo di tornare indietro e Clary non poteva più negare di desiderarlo tanto quanto la desiderava lui. Si aggrappò al collo del fratello continuando a baciarlo come se non avessero fatto altro fino a quell'istante, quando improvvisamente le mani di Sebastian furono sul gancetto del regiseno e lo slacciarono con un unico tocco.
La mano di lui viaggiò sulla schiena ormai nuda di Clary fino a scendere più giù e ad arrivare all'altezza dell'elastico dei pantaloni. Fù allora che lui si fermo e trovò la forza di controllare quell'appetito animalesco che lo aveva investito e di staccarsi dalle sue labbra.
-Non qui. Non adesso.-
Clary lo guardò ancora con il fiato corto senza capire cosa volesse dire.
-Mi dispiace Clary, mi dispiace davvero. Spero solo che quando ti sveglierai troverai dentro di te la forza di perdonarmi ancora una volta.-
E così dicendo la baciò un'altra volta  prima di inniettarle sul collo un tranquillante che si era procurato in un'altra città giorni prima.
Gli occhi di Clary iniziarono a farsi pesanti e le sue membra iniziarono a cedere. Sebastian la tenne stretta contro di sé impedendole così di finire a terra e, prima che l'oscurità la trascinasse via, trovò la forza di dirgli l'unica cosa che in quel momento non avrebbe voluto sentirle dire:
-Ti odio..-

-È abbastanza corto, lo so. Ma ho preferito dividere questa parte in due capitoli diversi. Per ora spero possiate accontentarvi e spero davvero tanto che questo primo contatto fisico, in tutti i sensi, vi sia piaciuto e che vi abbia fatto provare quello che ho provato io scrivendolo e.e

The boy who lost his way. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora