Rivelazioni.

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La cena stava procedendo nel migliore dei modi e sia Sebastian che Clary sembravano due ragazzi normali al loro primo appuntamento. Osservandoli da lontano, nessuno avrebbe mai potuto dire che fossero fratelli. I capelli di lui erano di un biondo talmente chiaro da sembrare bianchi alla luce della luna, mentre quelli di lei erano di un rosso brillante. Per non parlare del colore degli occhi, completamente diverso: quelli di lui neri come il cielo notturno privo di stelle, quelli di lei verdi come gli estesi campi lussureggianti di Idris.
Erano come due facce diverse di un'unica medaglia: tanto diversi quanto compatibili.
Sebastian stringeva tra le dita un calice di vino e osservava la ragazza pensieroso.
Era strano averla lì davanti, sorridente e a proprio agio in una città straniera in compagnia di qualcuno che avrebbe dovuto odiare.
Quando era tornato in vita e aveva deciso di portarla via da Idris, non aveva minimamente immaginato che le cose sarebbero state così semplici.
Si aspettava calci, pugni, pugnali che volavano in ogni direzione. Invece l'accoglienza ricevuta era stata del tutto inaspettata. Certo, Clary si era dimostrata un po' diffidente nei suoi confronti, ma non aveva fatto grosse scenate né dato di matto quando l'aveva praticamente rapita e portata nella dimensione demoniaca.
Anche con Lilith se l'era cavata piuttosto bene e perlomeno non si era fatta uccidere al primo incontro.
Sembrava che stesse andando tutto troppo bene e questo lo rendeva inquieto. Nonostante avesse fatto attenzione ad ogni singola azione compiuta da quando era tornato, viveva con la costante preoccupazione di vedere apparire Jace e il Conclave da un momento all'altro, di veder crollare quello che stava costruendo con la sorella.
Sapeva che se il biondo si fosse fatto vivo, Clary non ci avrebbe pensato due volte a pugnalarlo con la prima cosa che avesse trovato, non se Jace glielo avesse chiesto.
Un brivido gli percorse la spina dorsale. Parlare del fratellastro lo rendeva di pessimo umore e Clary, rendendosene conto, allungò una mano prendendo quella di lui.
-Va tutto bene? Ti vedo pensieroso-
-Si, scusami. Va tutto benissimo. La cena è di tuo gradimento?-
La rossa annui, portandosi un altro boccone di spaghetti alla bocca.
-Mai mangiata una pasta così buona!-
-Siamo in Italia baby, cosa ti aspettavi? Qui pasta e pizza sono le colonne portanti della cucina-
-E anche il pesce. Credo che non ci sia pesce più buono di quello italiano-
Sebastian si sistemò sulla sedia, avvicinandola di più al tavolo e appoggiando il calice mezzo pieno accanto al piatto.
-Stai forse cercando di dirmi che vorresti assaggiare la grigliata di pesce che ho ordinato?-
-Forse...sempre se si decidono a portartela!-
-Pazienza Clarissa, pazienza. Se vuoi una cosa fatta bene devi essere in grado di aspettare-
-Sei esperto in questo, vero?- disse Clary bevendo un sorso d'acqua.
Il ragazzo sorrise, trovava fosse una cosa tenera quando, nel bel mezzo di una conversazione tranquilla, lei riuscisse sempre a trovare il modo di buttarci dentro qualche frecciatina.
-Dipende dal contesto. Non sempre riesco ad essere paziente in questo modo. A volte sono impulsivo e faccio cose che potrei benissimo non fare perché tanto non mi sono di alcuna utilità-
-Cose tipo uccidere un bambino?-
Clary puntò lo sguardo sul piatto. Sapeva di aver detto una cosa che lo avrebbe infastidito ma era stato più forte di lei. La morte di Max era un fardello che ancora la perseguitava e ogni volta che lo guardava o lo baciava, le sembrava di sentire la voce del bambino che le sussurrava quanto fosse deluso e indignato dal suo comportamento.
Sebastian si schiarì la voce, afferrando il calice e trangugiando tutto il contenuto in un colpo solo.
Quella frecciatina lo aveva colpito in pieno petto, svelta e precisa come se a scoccarla fosse stato Alec con il suo arco.
La morte di quel bambino era stata davvero inutile, priva di senso. Un atto di pura crudeltà fatto solo per divertimento, per dimostrare la sua superiorità e quella del padre.
-So che non serve a niente dirti che mi dispiace. Anche perché ai tempi non mi era dispiaciuto. È probabilmente se tu non fossi qui non mi dispiacerebbe nemmeno adesso- disse guardandola.
-Ho fatto tante cose sbagliate Clary, perché sono fatto così, perché questa è la mia natura-
-Non è vero. Non sei obbligato a comportarti così. Non sei obbligato a impersonare la parte di un mostro-
-Io non impersono nessuna parte. Io sono così e basta. Tu non hai idea di cosa voglia dire vivere con questo sangue che ti ruggisce nelle vene in continuazione. Non sai che significa essere pervasi dall'odio. Non riuscire a pensare ad altro che alla vendetta- disse, riempiendosi il bicchiere di vino rosso.
-Tu hai sangue angelico dentro di te. Io sangue demoniaco. Sperare che io riesca a comportarmi bene sarebbe un po' come sperare che tu riesca a comportarti male come me-
-Ma io mi sto comportando male Seb! Malissimo! Il fatto che io abbia sangue angelico dentro di me non significa proprio niente!-
Sebastian si portò una mano tra i capelli, quella conversazione lo stava innervosendo e l'appetito ormai gli era passato del tutto.
-Hai finito la tua pasta?- chiese.
-Seb...-
-Hai finito la tua pasta si o no Clarissa?!-
Clary spinse il piatto in avanti annuendo e Sebastian strinse il calice così forte che questo andò in frantumi, spargendo schegge di vetro ovunque.
La sua mano si tinse di rosso in una mescolanza di vino e sangue e il cameriere che li aveva accolti poco prima si precipitò da lui, stringendo un panno pulito tra le mani.
-Mio Signore?-
-Va tutto bene Alastor. Torna al tuo lavoro e sospendi la preparazione della grigliata, non mi va più di mangiarla-
Alastor lo guardò con gli occhi sgranati, spostando lo sguardo da lui a Clary così velocemente da far girare la testa alla rossa.
Sebastian si pulì la mano con il panno che il demone gli aveva consegnato e tirò fuori il portafogli, lasciando una mancia consistente sul tavolo. Dopodiché si alzò e si incamminò verso l'uscita del ristorante in silenzio.
-Clary!- urlò e Clary si alzò di corsa, salutando Alastor con un cenno della testa e raggiungendo il fratello fuori dal locale.
-Sebastian, ascolta, io...-
-Lascia stare. Preferisco che tu stia zitta per un po', se non ti dispiace-
Clary rallentò il passo, rimanendo un po' indietro rispetto a lui. Era normale che si fosse arrabbiato. Come sempre non riusciva a tenere a freno la lingua e diceva cose che infastidivano le persone. Anche Jace una volta le aveva detto che non doveva mai cercare di cambiare qualcuno. Che le persone non cambiano a comando ma solo quando trovano un motivo reale per farlo.
Guardò il fratello che camminava dandole le spalle. Osservandolo da quella distanza riusciva a vedere quanto in realtà sembrasse stanco. Nonostante la sua postura fosse elegante e la sua camminata disinvolta, riusciva a vedere il peso che quelle spalle, larghe e poco muscolose, stavano portando.
Accellerò il passo finché non gli fu abbastanza vicino da gettarglisi addosso, abbracciandolo da dietro e facendolo bloccare sul posto.
-Perdonami, ti prego. Non voglio rovinare questa bellissima serata facendoti arrabbiare. Hai organizzato tutto questo per me ed io mi sono comportata da stupida e...-
Ma non riuscì a completare la frase perché, nel giro di un secondo, Sebastian riuscì a sciogliersi da quell'abbraccio e a fiondarsi sulle sue labbra.
Fu da subito un bacio passionale. La lingua  di lui chiese l'accesso alle sue labbra e quando fu dentro, l'assaporò da cima a fondo. Clary riusciva a sentire la disperazione del fratello in quel bacio. La sua rabbia, la sua frustrazione e il suo desiderio. Portò le braccia dietro la schiena di lui, stringendolo in un abbraccio.
Le mani di Sebastian finirono sotto la maglietta di lei e quel contatto la fece rabbrividire e sussultare.
Quando Sebastian si staccò, le portò una mano alla nuca, costringendola con un unico movimento ad alzare la testa e a guardarlo.
-Sono così incazzato che vorrei prenderti qui. In questa piazza. Davanti a tutte queste persone e far vedere loro che mi appartieni. Odio il fatto che tu, proprio tu, stia ancora cercando di cambiarmi. Pensavo, anzi, ero fottutamente sicuro che ormai mi avessi accettato-
-Ma io ti ho accettato! Ho accettato la persona che sei quando sei con me-
-Ma quella persona è solo una parte di me! Clary guardami. Guardami per una cazzo di volta! Guarda il vero me, quello che ha ucciso quel Lightwood senza battere ciglio. Quello che ucciderebbe chiunque osasse mettersi contro di lui senza battere ciglio. Guardami. Guarda il mostro che sono e dimmi che sei disposta ad amarmi comunque-
Il cuore di Clary si strinse in una morsa dolorosa. Non sapeva cosa fare o cosa dire. Come poteva amare quella parte di Sebastian? Quella parte mostruosa e senza scrupoli? Eppure, dentro di lei, sapeva già di aver accettato quella parte di lui quando gli aveva permesso di stare nella sua stanza, di dormire con lei. Sapeva di averla accettata quando gli aveva tagliato i capelli. Quando lo aveva raggiunto nella residenza dei Morgenstern. Accettava quella parte di lui ogni volta che lo baciava, ogni volta che gli permetteva di toccarla e di trattarla in quel modo.
Gli prese il viso tra le mani, avvicinandolo al suo e baciandolo.
-Forse non siamo poi così tanto diversi-
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Jace sgranò gli occhi nell'udire quel nome e una risata, cupa e priva di ilarità, lasciò le sue labbra.
-Non dire stronzate!- disse ad Asmodeus.
-Sebastian è morto. Sono stato io ad ucciderlo colpendolo al cuore. L'ho visto morire. Ho visto il suo cadavere-
-Confermo- disse Isabelle che si trovava accanto a Simon.
-E avete bruciato il suo corpo? Lo avete consegnato al Conclave?- chiese il demone sorridendo.
Jace scosse la testa. Né lui né Izzy si erano preoccupati di recuperare il corpo di Sebastian, né di bruciarne le spoglie. Avevano semplicemente pensato di lasciarlo al fiume in modo che lo conducesse il più lontano possibile dalla loro vite.
-Quindi mi stai dicendo che era ancora vivo?- chiese il biondo.
-No, sciocco ragazzo. È impossibile che qualcuno sopravviva con il cuore perforato. Ma non è altrettanto impossibile che si possa ritornare in vita. Non se nelle proprie vene scorre il sangue della regina dei demoni!-
-Quindi come sarebbe ritornato in vita, esattamente?- chiese questa volta Magnus.
-Semplice, Lilith è stata più furba di voi e si è preoccupata di recuperare il corpo del figlio. Dopodiché non ci vuole molto a trovare il giusto incantesimo per fare una cosa del genere. Persino tu sapresti come fare-
-Per riportare in vita qualcuno conosco solo un incantesimo. E questo incantesimo ha un prezzo. Una vita per un'altra vita-
-Oppure due vite al prezzo di una-
-Che intendi dire?-
-Che se leghi l'anima della persona che si vuole riportare in vita a quella di una persona viva, allora il gioco è fatto-
-La vita di Sebastian è stata legata a quella di mia figlia!?- Jocelyn urlò talmente forte che tutti i presenti si voltarono di scatto a guardarla.
-Vi ho detto tutto quello che sapevo. E ora farò anche una cosa in più, vi dirò dove si trovano la vostra amichetta e il suo fratellino-
-Sto perdendo la pazienza, parla una buona volta o ti uccido io, seriamente!-
Questa volta fu Magnus ad urlare, facendo saltare in aria Alec che si trovava ancora accanto a lui.
Asmodeus sorrise, assumendo di nuovo l'aspetto di un fumo nero e denso che iniziava lentamente a dissolversi.
-Si trovano a Venezia-

-Ecco il capitolooo, ce l'ho fatta. Lo so, non è bellissimo ma stasera boh, mi sentivo alquanto dislessica e non riuscivo a formare frasi di senso compiuto. Spero comunque che il risultato non vi faccia proprio tanto schifo.
Dunque, cosa ne pensate? Cosa vi aspettate ora che Jace sa di Sebastian e sa che Clary si trova con lui a Venezia? Cosa credete che succederà? E soprattutto, cosa ne pensate dello sfollo di Sebastian? Io sto soffrendo! Il mio bimbo...
Fatemi sapere con un commentino as always!
Un bacione.
-Marts.

The boy who lost his way. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora