Ci guardammo intensamente e solo in quell'attimo mi resi conto della vicinanza dei nostri visi. Sentivo quasi il suo respiro fondersi col mio.
Mi complimentai con me stessa per l'autocontrollo che avevo in quell'istante. Avevo Marco in tutta la sua bellezza davanti a me che di tanto in tanto, durante ad assoli di musica, si inumidiva le labbra con la lingua per poi riprendere a cantare. Sospirai lentamente afferrando il labbro inferiore tra l'arcata dentale superiore e quella inferiore per poterlo mordicchiare lentamente.
Marco era bellissimo, la sua dolcezza in cui mi guardava ogni talvolta che alzava lo sguardo dal pianoforte mi lasciava senza fiato. Finì la canzone dopo poco e accennó un piccolo sorriso. Aprì la bocca per dire qualcosa ma un suono metallico rimombó tra le mura dell'appartamento: il campanello stava suonando. Il ragazzo davanti a me sbuffó pesantemente per poi alzarsi per andare ad aprire. Maledissi quella dannata campanella e dopo aver spento la luce mi avviai anche io fuori da quella stanza chiudendomi la porta alle spalle. Arrivai nel salotto e vidi Marco parlare con Marta e Peter. Erano passati per poter portare dei documenti a Marco di lavoro.
"Ti dobbiamo dire una cosa prima che andiamo". Disse Marta dopo che entrambi salutarono anche a me e concentrarono la loro attenzione su Marco.
"Cosa?". Mormoró Marco guardando entrambi.
"Volevamo chiederti se ti andrebbe di fare il testimone". Disse Peter per poi accennare un sorriso.
"Assolutamente sì!". Esclamó Marco. e li abbracció entrambi.
"Quindi io devo anche dividere questo ruolo con te, Mengoni?". Dissi accennando una risata. Marta fin da subito mi disse che voleva che io fossi la testimone di matrimonio.
"Me stai a rubà tutto". Replicó scherzando per poi accennare un ampio sorriso.
A Marta squilló il telefono e rispose allontanandosi, mentre Marco e Peter parlavano tra di loro guardando i documenti, intanto io presi le mie vans e le indossai nuovamente insieme al cardigans sentendo leggermente freddo, anche perché sarei tornata a casa con Marta e Peter.
"C'é una persona per noi a casa". Mi disse Marta con un tono leggermente preoccupato."Quindi tu saresti mio fratello?". Chiese Marta guardando il ragazzo davanti a sé.
Un ragazzo con il ciuffo disordinato, dato che muoveva le mani in esso più volte essendo agitato, occhi color nocciola, labbra carnose con piercing ad esso. Dilatatori ad entrambi i lati e uno sguardo che mi ricordava dannatamente qualcuno. Quel ragazzo era identico a me, si poteva dire benissimo che era la mia versione maschile.
"Marta, non ho avuto il coraggio di dirvelo prima, ma guarda.. sono davvero vostro fratello". Disse porgendo a Marta dei fogli, che aveva mostrato poco prima a me. Su quei fogli c'erano le testimonianze che quel ragazzo era davvero mio fratello. Stesso padre, ma madre diversa. Mio padre aveva tenuto tutto all'oscuro, ma aveva questo documento conservato.
"Io.. io non so che dire". Balbettai leggermente nel momento in cui Marta mi guardó per sentire il mio pensiero e mi strinsi nel mio cardigan sentendo il freddo leggero pungermi sulla pelle. Eravamo rimasti sotto al palazzo di casa, mentre Peter e Marco salirono da Claudia. Marco aveva insistito a venire.
"Non puoi sapere chi é, io ci vengo e basta".
Queste furono le parole che aveva usato a casa sua dopo i nostri tentativi di farlo restare a casa per risposare.
"Sei uguale a Tris..". Confermó i miei pensieri Marta.
"Voglio solo recuperare il tempo perso.. ho sempre desiderato avere una famiglia". Sussurró 'Alessio', così aveva detto di chiamarsi.
"Io entro, buona giornata". Dissi buttando il mozzicone della sigaretta, che avevo acceso poco, prima a terra ed entrai nel palazzo salendo le scale di fretta e furia.
Potevo accettare di tutto, ma non che improvvisamente avevo un fratello comparso dal nulla, proprio non lo accettavo. Come aveva potuto nostro padre mentire così spudoratamente per tutta la vita? Se fosse in vita lo avrebbe confessato o no? Troppi pensieri, troppi.
Arrivai al piano di casa nostra ed entrai. Appena vidi Marco mi buttai tra le sue braccia scoppiando in pianto pieno di delusione, di tristezza. Non sapevo più nulla, non sapevo come aveva potuto mentire tutto quel tempo. Non sapevo quali fossero le certezze della moa vita.
"Ehy.. che succede?". Mi chiese Marco prendendomo il viso tra le mani guardandomi fissa negli occhi asciugandomi le lacrime scese lungo il viso. Gli raccontai tutto. Gli raccontai della mia delusione nei confronti di mio padre, gli raccontai del fratello che avevo sempre voluto e che ora avevo avanti agli occhi ero scappata come una codarda. Gli raccontai dei suoi occhi che assomigliavano tanto ai miei. Del suo sguardo uguale al mio.
Marco mi tenne tra le sue braccia e mi sussurró un 'Andrà tutto bene' e forse ci credevo davvero.
Arrivó Marta ed era da sola. Ci avvisó che l'indomani Alessio sarebbe venuto a cena da noi ed invitó anche Marco che accettó all'istante. Marta e Peter si allontanarono andando da Marie e Claudia andó via. Rimasi sul divano immobile, quasi impassibile. La persona che credevo di conoscere così tanto si era rivelato un bugiardo, mi aveva nascosto una parte della mia vita. Non sapevo più a cosa credere, a cosa sperare. Sapevo soltanto che avevo un fratello e invece di capirlo, di ascoltarlo e di amarlo con tutta la mia forza lo avevo respinto, lo avevo mandato via da me.
Marco arrivó con una tazza di tea caldo e lo appoggió tra le mie mani così io alzai lo sguardo verso di lui per poterlo ringraziare, prendendo la tazza e appoggiai il bordo alle mie labbra per prenderne un sorso.
"Come ti senti?". Mi chiese sedendosi sul tavolino davanti a me così che potesse essere a pochi centimetri da me e guardarmi negli occhi.
"Non lo so.. mi sento come se mi avessero detto che tutta la mia vita é sempre stata una bugia. Sarei riuscita ad accettare tutto.. ma non che mio padre avesse un altro figlio.. che io avessi un fratello". Sussurrai portando lo sguardo su di lui solo nell'ultima parte delle mie parole, mentre precedentemente avevo lo sguardo rivolto contro il pavimento.Marco.
Mi distruggeva vederla stare male, mi distruggeva vedere anche la mia migliore amica, ovvero Marta, stare male. Avrei voluto prendermi tutto il dolore solo per rivedere un piccolo sorriso sulle labbra di Tris.
Non riuscì a rispondere alle sue parole. Non riuscivo a trovare un qualcosa di sensato per lei. Non avevo parole anche perché non provavo il suo dolore, non sapevo cosa stesse provando.
Tris finì il suo tea e andó a cambiarsi così io mi alzai e portai la tazza in cucina dove trovai ancora i due ragazzi svegli seduti al tavolo, bevendo anche loro un qualcosa di caldo.
"Mamma, non riesco a dormire". Sussurró Marie con il suo pigiamino rosa con le rose e il suo orsetto di peluche tra le mani. Per il suo primo compleanno le regalai quel peluche e non si staccava mai chiamandolo "Teddy".
"Andiamo, ti addormenti con papà". Disse Peter alzandosi e dopo aver salutato me e Marta prese Marie tra le braccia e andó in camera. Marta si alzó posando le tazze nel lavabo della cucina e si avvicinó a me.
"Resta con Tris questa notte, per favore, é distrutta e ha bisogno di te".
Marta mi sorprese con quelle parole. Voleva che io stessi con Tris, come se lei sapesse che io fossi l'unico capace a riparare i pezzettini del cuore di Tris. Mi avvicinai a lei e la abbracciai, strinsi il suo corpo contro il mio. Marta per me era come una sorella e davvero mi rendeva triste vederla stare male."Quindi dormi qui?". Mi chiese Tris dopo che uscì con il suo tutone che usava come pigiama, le stava davvero enorme.
"Esatto". Le sussurrai dopo che infilai la maglia che Peter mi aveva dato per usare come pigiama insieme a dei pantaloni della tuta.
Vidi Tris stendersi sotto le coperte portando lo sguardo su di me.
"Vuoi che io dorma qui con te?". Sussurrai stendendomi anche io accanto a lei. "Posso dormire nella camera degli ospiti o sul divano".
"Ma sei pazzo? Io voglio dormire insieme a te". Sussurró guardandomi per poi appoggiare la mano sul mio volto per accarezzarmi dolcemente la guancia.
Annuì e la attirai al mio corpo per abbracciarla. Affondó la testa sul mio petto e accarezzó con dolcezza il mio petto, mentre io iniziai ad accarezzare i capelli delicatamente.
«Non temere nulla io saró al tuo fianco, con il mio mantello asciugheró il tuo pianto».
Sussurrai nel momento in cui Tris si addormentó tra le mie braccia. Era bellissima, anche se aveva le labbra gonfie, i capelli arruffati e il naso rosso per il pianto. Era una creatura meravigliosa ed io mi sentivo in dovere di prendermi cura di lei. Aveva il bisogno di essere protetta e io avevo intenzione di proteggerla da tutto. Dagli incubi, dalle tristezze, dai dispiaceri della vita. Avevo intenzione di proteggere Tris da tutto.Hola!
Nuovo capitolo, come tutti i giorni. Fatemi sapere come al solito.
Volevo ringraziare ancora una volta le persone che commentano, votano o semplicemente leggono la mia storia, mi rendete davvero felice.
Commentate ancora!Un bacio e alla prossima!
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Indelible/ MM.
Fanfiction"L'alba migliore della mia vita". Sussurró dandomi un bacio sulla tempia. "Tutto é migliore con te". Sussurrai a mia volta prima di affondare il viso sull'incavo tra il collo e la spalla, ispirando a pieni polmoni l'odore di Marco. L'odore che in un...