Capitolo 23.

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"Oggi si ritorna a scuola!". Esclamò Giulia sorridente mentre mi trascinava all'interno della scuola.
Dopo circa una settimana, agli inizi di Aprile, il dottore mi comunicò che stavo bene e che potevo ritornare alla mia normalità, anche se ormai non sapevo più cosa fosse normale per me. Ormai anche fare le cose più facili come mettersi a letto, lavarsi o cucinare erano le cose più difficili da fare. Dovevo avere sempre qualcuno che mi mettesse a letto o che mi aiutasse in tutto quello che facessi.
Ora stavamo percorrendo i corrdoi della scuola ed ogni singolo sguardo era su di me. Iniziarono a parlottare fra di loro sul mio accaduto, su come Marco avesse rimandato i suoi impegni per me. Purtroppo anche se alcuni dei commenti erano davvero insopportabili nè io nè le ragazze potevamo far qualcosa per cambiare questo aspetto del mondo, anche perchè nessuno mai lo aveva cambiato. Si accetta la vita che ti viene data, qualsiasi siano gli ostacoli da superare, qualsiasi sia il nostro futuro. Dobbiamo accettarlo e farcene una ragione, vivendone a pieno ogni istante.
"Stai attenta, Giulia". La rimproverò Sofia quando per sbaglio fece scontrare la parte sinistra della sedia contro l'angolo del muro appena svoltato.
"State tranquille, non è successo nulla e vi avevo detto che potevo farlo da sola". Sussurrai alle due che si fermarono dinanzi la nostra classe.
Dovevo diplomarmi e non volevo perdere tempo, assolutamente. Non avevo intenzione di mandare in aria i miei progetti. Dovevo diplomarmi, vivere un'estate fantastica e poi tornare a Roma per frequentare l'università dei miei sogni. Dovevo farlo e avevo bisogno di realizzare i miei desideri.
Entrammo e tutti i miei amici di classe vennero ad abbracciarmi. Erano davvero felici di vedermi. Come loro così fece la professoressa e gli altri di quel giorno.
Erano tutti gli stessi e non mi fecero pesare la mia situazione e per questo li ringraziai mentalmente molte volte, mi avevano migliorato tantissimo la giornata. Ero partita col dire che avrei avuto un ritorno a scuola pessimo eppure mi aveva motivata tanto. Mi aveva motivata a redere molto di più di quello che facessi.
"Ma ora posso prenderti in giro di piú sulla questione che sei bassa". Disse in modo affettuoso il mio compagno di classe Luca. Luca lo conoscevo da tanto tempo, avevamo fatto tutte le classi insieme dall'asilo. Gli volevo un gran bene, anche se dal liceo avevamo iniziato a frequentare amicizie diverse e dunque ci eravamo allontanati un pochino.
"Sei molto divertente, davvero". Dissi ironicamente per poi sorridere.
I veri amici si vedevano subito e in quel momento ero circondata da persone che mi volevano bene e questo mi rendeva immensamente grata per ciò che avevo.

"Dimmi se ti faccio male". Sussurrò Marco aiutandomi a piegare la gamba lentamente verso il dorso.
"Marco, smettila, lo stai dicendo da mezz'ora". Dissi guardandolo.
Aveva insistito ad accompagnarmi al centro di riabilitazione e come al solito nella sua mente volavano mille paranoie. Aveva la paura costante di farmi male ed era anche mezz'ora che gli dicevo di star tranquillo, ma non mi sembrava che gli entrasse nella mente. Ormai andavo al centro di riabilitazione ogni giorno e i dottori mi dissero che avevo il 90% delle possibilità di tornare a camminare. Infatti sentivo le gambe, ne sentivo il dolore durante la terapia e il formicolio durante la notte.
"Sai chi é entrato a far parte del mio team?". Mi disse mentre io avevo steso il corpo contro il lettino, mentre lui era impegnato a svolgere esercizi alle mie gambe e ai piedi che ormai anche lui aveva imparato.
"Mhn, no. Chi?".
"Alessio. Sarà un altro mio musicista, mi ha colpito da morire con la chitarra, ha stupito pure Peter".
"Te vuoi proprio portà tutta casa in tour". Dissi accennando una risata.
"Porterei anche te, anche se dovessi portarti sulle spalle per tutto le tappe". Mi sussurrò per poi avvicinare il suo volto al mio per poter stampare sulle mie labbra un piccolo bacio.
"E cos'é sto bacio? Ricordavo sapessi fare di meglio, Mengoni". Sussurrai provocandolo vedendolo poi sorridere. Si riavvicinò alle mie labbra stampando ancora un altro bacio per poi approfondirlo gradualmente.
Forse era vero che il destino non era stato cosí gentile con me, ma in quel momento con le labbra del mio ragazzo sulle mie, con il suo profumo che mi innebiava ancora una volta le narici, le sue mani sul mio corpo, mi sentivo davvero in paradiso. Anche se la vita era difficile avevo lui al mio fianco e con lui mi sentivo felice. Come se la vita finalmente mi stesse sorridendo, come se stesse ricambiando ora, prima tutto il dolore e poi tutto il bene, tutta la felicità. O forse era lui la mia felicità. Perchè dall'incidente io avevo inziato a vedere un qualcosa che prima non riuscivo a vedere. Ora riuscivo a capire i veri problemi della vita. L'incidente mi aveva maturata anche mentalmente, mi aveva resa più saggia e più forte di prima.
"Ti amo, Beatrice". Sussurrò sulle mie labbra guardandomi negli occhi. Quegli occhi che mi regalavano milioni di emozioni, tante emozioni che nemmeno riuscivo a sopportarne il peso, perché Marco ti lacerava con quello sguardo. Ti penetrava fino a scorgere la tua anima e leggerla, come se fosse la cosa piú facile e semplice del mondo.
Mi avvicinai ancora una volta alle sue labbra per stampargli un altro tenero e dolce bacio su di esso staccandomi poco dopo.
"Ti amo anche io e non sai quanto". Sussurrai contro le sue labbra.
"Forse conosco la sensazione". sussurrò anche lui per poi continuare gli ultimi minuti della terapia che ci erano rimasi quel giorno. Dopodichè salutammo tutti e Marco mi aiutò a salire in auto.
"Penso davvero che tu possa tornare a camminare. Non vedo l'ora di vederti dietro i backstage dei miei concerti mentre corri verso di me per abbracciarmi".
Erano all'incirca dieci minuti in macchina e solo quando ci fermammo ad un semaforo Marco ruppe il silenzio dicendomi quelle parole. Non avevo dubbi che lui credesse in me, me lo dimostrava giorno per giorno, senza stancarsi minimamente.
"Forse lo penso anche io. Anche perchè non vedo l'ora di ballare dietro il backstage del tuo tour, accompagnarti per tutte le tappe, tutte. Così a fine concerto posso guardarti negli occhi e dirti un affettuoso 'Sei stato bravissimo'".
"Che ne sai se so stato bravo se ancora me devi vedè". Commentò il ragazzo al mio fianco partendo nuovamente per raggiungere casa mia.
"Perchè Marco Mengoni non ne sbaglia una". Risposi dolcemente portando la sua mano accanto alle mie labbra per lasciargli un bacio sul dorso.
Arrivammo poco dopo a casa e Marco salii per aiutarmi.
"Casa dolce casa". Dissi appena Marco mi aiutò a stendermi sul divano di casa. Ero davvero stanca.
"Marco resti a mangiare?". Urlò Marta dalla cucina.
"Sí". Risposi io accennando un sorriso.
E cosí passammo la serata a cenare, a ridere e a scherzare. Sotto le infinite domande di Marie, che come al solito non smetteva di parlare. Sotto le battute squallide di Peter e le risposte di Marco. E sotto i sorrisi di Marta, felice di vivere un'altra serata con tutti noi.
Era ormai quasi mezzanotte e Marta aveva deciso che Marco si sarebbe fermato qui a dormire. Ormai lo faceva spesso e sapevo che usava la scusa del 'È tardi per tornare' solo per far restare Marco al mio fianco. Ormai sapeva quanto lui era per me e cercava di farmi restare più tempo possibile con lui.
Mi accoccolai al suo petto, appoggiando la testa su di esso mentre la mia mano era intrecciata con la sua.
"Sono davvero fortunata ad averti".
"Quello fortunato sono io, sei la mia melodia preferita". Sussurró Marco appoggiando le labbra sul mio capo. "Ora dormi che sei stanca, domani mi troverai esattamente qui".
"Buonanotte Marco".
"Buonanotte piccola mia".
E dopo un piccolo bacio mi addormentai con il capo contro il suo petto e il sorriso sulle labbra.

HOLA ESERCITO!
Sono tornata con un nuovo capitolo e devo dire che non ci ho fatto aspettare così tanto come al solito.
Comunque vorrei prendermi un secondo per parlare di due cose.
1) In questi due giorni si parla nuovamente di terremoti. Mi dispiace tantissimo e vorrei davvero mandare tutte le nostre preghiere alle persone che ormai hanno paura anche di dormire. È terribilmente brutto restare qui a vedere impotenti dinanzi alla forza della natura.
E tutte voi di quelle zone fatemi sapere come state e se avete bisogno di sfogarvi io sono qui ad ascoltarvi.
2) Passiamo alla seconda cosa almeno più bella della prima. Questa sera c'è stato il nostro guerriero a XFactor.
Sono super entusiasta delle due esibizioni. Nella prima Marco ci ha regalato un bellissimo anteprima di Onde e che dire: assolutamente bellissima. Poi per la prima volta Sai che live. Spettacolo puro. Non si smentisce mai. E avete sentito già 'All'altare'? Vi consiglio vivamente di farlo perchè la voce di Marco in questo pezzo è sublime. La potete trovare su Spotify.
Comunque fatemi sapere i vostri pareri sulla storia, i personaggi e la coppia dei nostri personaggi.
Un bacio, alla prossima!

Indelible/ MM.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora