"Marta per favore stai calma". Disse Alessio guardando la sposa in preda ad una crisi di panico.
Era finalmente arrivato Novembre, la fine di esso, e Marta e Peter dovevano sposarsi quel giorno. Eravamo tutti nervosi e tutti agitati, soprattutto Marta che non ci lasciava nemmeno respirare un secondo quella giornata.
"Andate a prepararvi? Siamo in ritardo". Disse lei sospirando lentamente.
"Marta mancano ancora due ore, stai tranquilla e bevi una camomilla". Mormorai appena per poi guardare Alessio. "Calmala te, vado a prepararmi".
Era una bellissima domenica con il cielo sereno, chiaro e con un bel sole sparato al centro, la domenica perfetta per un matrimonio.
Presi il mio Giambattista Valli rosa corto con la scollatura a V profonda lungo il petto, indossai i decolté color indaco di camoshe e il pocket bijoux coat color indaco. Precedentemente la parrucchiera mi aveva fatto i miei lunghi capelli in piccole onde e il ciuffo lo aveva intrecciato in due piccole treccine laterali fermandole con delle forcine e avevo truccato io mio volto con dell'eyeliner, mascara e rossetto opaco. Quando mi guardai allo specchio per poco non mi riconobbi. Tutti quei colori, tutto quel trucco, non era assolutamente da me, ma in fondo mi piaceva e anche tanto. Dovevo almeno essere un'altra persona per il matrimonio di mia sorella, lei ci teneva tantissimo e anche io. Sapevo che Peter avrebbe portato tanta felicità nella nostra vita e dal primo momento lo accolsi con le braccia aperte. Gli volevo bene come un fratello, poiché lo era diventato.Dopo due ore finalmente i due sposini si stavano baciando avanti a noi sotto i nostri applausi.
Usciammo dalla chiesa e la prima cosa che feci fu andare da Marco, non lo avevo ancora salutato visto che ero entrata in chiesa nel momento in cui stava iniziando la cerimonia. Marco davanti a me. Smoking nero opaco, papillon nero, scarpe lucide nere, camicia bianca. I suoi capelli erano ordinati e come al solito i suoi ricci non mancavano. In quel momento mise il cappotto nero da sopra allo smoking e aveva una sigaretta tra le mani.
"Marco". Lo richiamai visto che stava parlando con qualcuno della famiglia di Peter.
"Madonna benedetta, ma quanto cazzo sei bella". Disse appena mi squadró dalla testa ai piedi.
"Guarda chi parla". Dissi ridacchiando e in quel momento Marco mi tiró a sé stringendomi in un abbraccio.
"Sei davvero bellissima". Mi sussurró all'orecchio non facendosi sentire da nessuno, solo da me.
"Anche tu". Sussurrai a mia volta, portando questa volta lo sguardo fisso sui suoi occhi.
"Zia beth, mi aiuti a mettere il cappotto?". Disse Marie interrompendo il momento mio e di Marco.
"Vieni qui, ti aiuta zio Marco". Disse Marco piegandosi sulle ginocchia per chiudere i bottoni del cappottino lilla di Marie. Marie era davvero bellissima nel suo vestitino color panna e lilla.
"Zio Marco, grazie, vado da nonna". Esclamó dando un bacio sulla guancia a Marco e andó dalla mamma di Peter.
Marta si avvicinó a noi e la abbracciammo. Aveva un vestito lungo a sirena color panna, il corpetto era completamente ricoperto di pizzo, brillantini e strass e dal corpetto a cuore partiva il pizzo che racchiudeva la scollatura fino al collo e fino alle maniche che finivano con dei polsini. Invece la gonna era di raso ed era lucida con solo alla fine dei strass. Aveva messo una pelliccia e con la sua acconciatura alta e il suo trucco leggero era davvero bellissima.
"Sei bellissima, Marta." Sussurrai dolcemente e lei mi abbracció in un forte abbraccio.
Dopo mezz'ora eravamo tutti al ristorante. Dopo che tolsi il cappotto misi un cardigan fatto all'uncinetto dello stesso colore delle scarpe e lo rimasi aperto ed esso era un po' largo e arrivava fino all'orlo del vestitino, mi sentivo più comoda.
Scoprì inoltre che Marco aveva pubblicato una foto su Facebook.
La foto raffigurava me che guardavo Marta e Peter e sorridevo con entrambi. Sulla foto c'era scritto una bella frase per i neosposini.
"Sorellina, mi concedi questo ballo?". Chiese Alessio prendendo la mia mano durante un lento.
Alessio aveva dei pantaloni neri classici, una camicia all'interno chiusa tutti i bottoni, le bratelle nere e la giacca di pelle con le dr martens.
Il suo stile era assolutamente quello.
Strinsi la mano ad Alessio e ci mettemmo al centro della sala per poter ballare. Appoggiai la testa sulla sua spalla, la mano sinistra sul suo braccio e la mano destra era incastrata con la sua. Durante il ballo cercai Marco con lo sguardo e lo vidi ballare con Marie. Sorrisi immeditamente alla scena. Marco aveva tra le braccia Marie che era appoggiata al suo petto con la testa all'incavo del suo collo e le braccia intorno al suo collo, mentre Marco la teneva stretta a sé.
"Ti piace?". Mi chiese Alessio guardando nella mia stessa direzione.
"Credo di amarlo". Sussurrai continuando a guardarlo.
Era la prima volta che ammettevo di amarlo davanti a qualcuno e forse era proprio quello che mi serviva.
"Spero solo che non faccia soffrire la mia sorellina". Disse quasi dolcemente.
Avevo imparato su Alessio che non era spesso molto dolce, non era spesso romantico o sentimentale. Non era da lui eppure per me, Marta e Marie avrebbe fatto di tutto e per questo lo ringraziavo sempre e comunque.
"Ti voglio bene Ale". Sussurrai abbracciandolo, stringendolo al mio corpo.
"Anche io, Bea". Mi sussurró all'orecchio per poi lasciarmi un piccolo bacio sulla mia guancia.
Tutto procedeva nei miglior modi. Marta e Peter erano felicissimi mentre giravano per i tavoli,
Claudia insieme a Sofia e Giulia programmavano già il loro di matrimono. Marie non faceva respirare tre secondi i ragazzi della band, passava dalle gambe di Davide a quelle di Alessandro e Giovanni in un attimo e loro sorridevano felici. La vedevo felice mentre la coccolavano o si divertivano a fare foto divertenti.
Nadia e Maurizio parlavano con i genitori di Peter, Marco era finito da solo al tavolo mentre ascoltava la canzone del pianobar distrattamente.
Restai a guardarlo.
Aveva i gomiti sul tavolo e tra le mani aveva il suo telefono e vedevo le dita muoversi velocemente su di esse. Lo sguardo fisso sullo schermo di esso e le labbra erano leggermente schiuse ció stava a significare che Marco stava facendo qualcosa per il suo lavoro o qualcosa di comunque impegnativo.
«L'amore é una cosa semplice e adesso, adesso, adesso te lo dimostreró».
La frase che risuovana dalle casse del pianobar mi arrivarono dritte all'anima. Se l'amore era così semplice come citava la canzone di Tiziano Ferro perché Marco non me lo dimostrava? O meglio, se l'amore era così semplice, perché io continuavo a starmene con le mani in mano? Perché non prendevo l'iniziativa? Perché non andavo lì e gli confessavo tutto?
Perché avevo paura, ecco perché. Avevo paura che non sarebbe potuto accadere nulla oltre a quello. Avevo paura di un'altra delusione, di un altro tempo che avrei preso a piangermi addosso. Avevo paura di rimanerci male in un possibile rifiuto.
"Vieni con me a fumare fuori?". Mi chiese Marco.
Ero talmente impegnata nel mio mondo a pensare che non mi ero accorta che Marco si fosse alzato e venuto accanto a me.
Annuì alle sue parole, e stringendomi nel mio cardigan, mi avviai verso l'uscita. Marco avvolse la sua mano intorno alla mia e una volta fuori mi portó a sedere sull'altalena fatta con un divanetto così che ci stessimo entrambi su di esso.
"Stavo pensando all'amore. L'amore ha vinto anche oggi, vince ancora e vincerà domani ancora e ancora. Ma io non sono bravo con le parole se non sono canzoni, lo sai". Sussurró portando un baccio intorno alle mie spalle, mentre con l'altra mano teneva la sigaretta dove ogni tanto prendeva qualche tiro.
Appoggiai le gambe sul resto del divanetto e Marco fece dondolare il divanetto dolcemente.
"L'amore vincerà sempre". Precisai appoggiando la testa sul suo petto.
Marco portó le mani sulla mia schiena così da accarezzarmi delicatamente la pelle coperta dal tessuto del vestitino e del cardigan e successivamente risalì con la mano fino alle punte dei capelli che accarezzó delicatamente.
"E tu l'amore lo hai trovato? Non ne abbiamo mai parlato". Mi chiese mantenendo lo sguardo fisso sul cielo ormai quasi scuro, essendo le sei del pomeriggio, dinanzi a noi.
Io avevo trovato l'amore? Forse lo avevo trovato, ma non quello corrisposto.
"Penso di aver trovato l'amore in un posto senza speranza, in qualcuno che non potrà mai ricambiare l'amore.. nei miei confronti sia chiaro". Sussurrai appena portando la mano sul ginocchio di Marco disegnando con il dito dei cerchi immaginari.
"Nessun posto é senza speranza, nessun amore é senza speranza". Mi rispose ed ero sicura che Marco davvero lo pensasse. Davvero pensava che l'amore avrebbe vinto su tutto, che l'amore fosse per tutti.
"Sarà.. ma per il momento mi sta bene questa situazione, almeno me la faccio andare bene". Sussurrai guardandolo."Tu? Hai trovato l'amore? Hai l'amore che descrivi nelle tue canzoni? Hai trovato la tua musa ispiratrice?". Chiesi in un sussurro.
Vidi un piccolo sorrisetto sulle labbra di Marco e abbassó lo sguardo e il capo verso di me per puntare lo sguardo fisso nei miei occhi.
Certo i miei occhi erano belli, ma quelli di Marco avevano un qualcosa di spettacolare. Se davvero gli occhi sono lo specchio dell'anima, Marco doveva avere un anima così profonda, così pura e delicata. Nei suoi occhi ci potevi sprofondare per ore ed ore senza mai stancarti. Non mi sarei mai stancata di guardarli, di leggere quasi i suoi più intimi segreti, perché negli occhi di Marco ci potevi leggere tutte le parole che non dice, tutte le cose che non ha e che vorrebbe avere, tutti i suoi pensieri più segreti, dovevi essere bravo tu a capirlo e forse io in quei mesi di conoscenza ormai avevo imparato a capirlo e lui lo aveva insegnato a me.
"Per tanti anni mi sono convinto di essere un uomo per metà.. nel senso di essere un essere umano, ma senza cuore, mi ero convinto di non provare sentimenti, di non avere un qualcuno per cui sbattere la testa. Ma all'improvviso viene questa ragazza che mi cambia l'esistenza, perché l'amore ti cambia l'esistenza, Tris. Un giorno prima ti convinci di voler restare da solo a vita e quello dopo ti immagini insieme a lei in una casa, con un cane, una famiglia. Ti immagini di amarla ogni giorno come il primo, anzi di amarla sempre di più. E questa ragazza mi ha fatto davvero capire tante cose di me che forse non sapevo ancora". Disse tutto in un sussurro, alternando pause e sorrisi.
'Quanto vorrei essere io, Marco'.
Pensai nella mia mente.
Abbassai lo sguardo verso il cielo e rimasi in silenzio: non riuscivo a dargli una risposta concreta o forse la sua rivelazione aveva fatto male alla mia anima, al mio cuore.
Il 'mio' Marco amava, amava in modo arduo e quella ragazza non ero io.
Ecco cos'é l'amore. L'amore é stare male, l'amore é consumarsi fino alla fine. L'amore era così bastardo alle volte, ma davvero ci credevo, sarei stata bene anche io.
"Ragazzi, c'é il secondo". Ci avvisó Peter facendomi risvegliare dai miei pensieri.
Ci alzammo ed entrambi ci mettemmo ai lati degli sposi, il posto dei testimoni.
Marie era al centro tra Marta e Peter, accanto a Marta c'ero io e accanto a Peter, di fronte a me, c'era Marco.
Non fiatai mentre mangiavamo, mentre Marco rideva e scherzava con Peter e Marta.
"Che hai?". Mi chiese Marta avvicinandosi a me per potermi sussurrare quella domanda all'orecchio.
"Poi magari ti spiego domani". Dissi per poi prendere il bicchiere con il vino bianco per poterne bere un sorso. Dovevo smetterla di pensare a Marco. Venticinque anni lui ed io quasi diciotto, non reggeva assolutamente il tutto e forse era meglio così. Marco era innamorato di qualcun'altra, magari più matura e più adatta a lui, io ero solo una stupida amica e niente di più.HOLA ESERCITO!
Un nuovo capitolo e come potete vedere c'é stato il matrimonio! Fatemi sapere se vi piace, cosa pensate di Tris e di Marco.
Un bacio, alla prossima!
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Indelible/ MM.
Fanfiction"L'alba migliore della mia vita". Sussurró dandomi un bacio sulla tempia. "Tutto é migliore con te". Sussurrai a mia volta prima di affondare il viso sull'incavo tra il collo e la spalla, ispirando a pieni polmoni l'odore di Marco. L'odore che in un...