Indossai un top nero che infilai all'interno dei miei pantaloni a vita alta classici e dei decolté neri.
Truccai il mio volto con eyeliner, rossetto rosso e mascara, raccogliendo i miei capelli mossi in una coda morbida con qualche ciocca fuori da essa che mi scendeva lungo il viso, infilando infine il cappotto nero.
Ero agitata, non riuscivo nemmeno a respirare durante il tragitto, anche se avevo Giulia e Sofia che mi ripetavano di stare tranquilla. Mi sentivo come se qualcosa mi tenesse costantemente in apnea. Era la mia prima mostra in Italia e l'idea che tutti quelli che conoscevo potessero vedere una tela dipinta totalmente da me mi mettava un'ansia che mi faceva tremare le gambe e sudare le mani per l'agitazione.
Appena arrivai alla mostra levai il cappotto dandolo alla ragazza per poi avviarmi verso il mio quadro.
«Man is free at the moment he wishes to be».
Avevo scritto qulla frase come 'spiegazione' sul foglio all'asta dinanzi al mio quadro.
Vedere il mio nome, il quadro completo e quella frase mi diede un senso di pace, sospirai così lentamente liberandomi finalmente da tutta l'ansia che avevo in corpo, rilassandomi.
"É spettacolare". Disse una voce alle mie spalle.
Non mi servì girarmi per capire che la voce proveniva da Marco. Mi affiancó appoggiando una mano sul mio fianco e successivamente le sue labbra sulla mia guancia per salutarmi.
"Dici davvero? Non sono convinta questa volta". Risposi velocemente guardando la tela davanti ai miei occhi. Stavo già da un po' ad osservare la tela e il dipinto su di esso, eppure era come se ci mancasse qualcosa. I miei amici continuavano a dirmi che era solo una mia fissazione, ero solo io che con la mia mente da pessimista e negativa vedevo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
"Mi esprime.. libertà". Disse guardando la tela davanti a lui, accarezzandomi con il fianco con le dita. "E come se urlasse un «Libera, mi sento libera»".
"Era questo quello che volevo esprimere, la libertà. Ultimamente si vede in giro che la libertà é sempre limitata. Una persona non puó essere libera di indossare un determinato capo d'appigliamento, non puó essere libera di portare i capelli del colore più stravagante del mondo. Non puó essere libera di amare una persona solo perché essa é dello stesso sesso. Non abbiamo più libertà ed é una mancanza di rispetto verso chi le strade le ha percorse prima di noi permettendoci di camminare su questa strada e non quella di prima. Hanno lottato per farci avere una strada migliore ed eppure noi non ne siamo riconoscenti e facciamo passi indietro e non in avanti.. É strano da spiegare o da capire". Mormorai infine portando lo sguardo verso di lui, guardandolo negli occhi.
"Non é difficile da capire, le persone che non capirebbero un concetto simile si impongono di non voler capire, visto che essa é la pura verità".
Per l'ennesima volta nei miei quasi diciotto anni, Marco era riusciuto a spiazzarmi e sorprendermi con la sua risposta.
Restammo lì a guardare il mio dipinto, guardandone ogni minimo particolare e lo commentavamo. Marco aveva visto tutto e non si era soffermato a vederlo tutto per intero, si era soffermato sui minimi particolari. Si soffermava sulle piccole sfumature, sui piccoli dettagli che avevo aggiunto e che nessuno, oltre Marco, aveva riconosciuto. Marco era la persona più precisa del mondo e del mio dipinto non aveva trovato un qualcosa che non gli piacesse, perché sapevo che se ci fosse stato un qualcosa di non suo gradimento lo avrebbe detto apertamente. Perché Marco era diretto, era onesto ed io lo apprezzavo, apprezzavo questo suo pregio di più degli altri.
"Signorina Donà, si é superata questa volta". Mi disse il mio professore d'arte del mio liceo per poi appoggiare una mano sulla mia spalla per stringerla delicatamente. "Io credo in lei, credo nella sua bravura e ci crederó sempre". Continuó poco dopo.
Un ampio sorriso si impossessó delle mie labbra così da portare lo sguardo sul mio professore.
"La ringrazio, é molto importante per me sapere che qualcuno c'é che crede in me". Risposi onestamente.
Iniziai a parlare con i miei professori che si erano avvicinati a me.MARCO.
Stava tranquillamente spiegando il suo dipinto ai suoi professori e così rimasi in disparte a guardarla. Era così bella mentre spiegava la sua opinione, apprezzando i consigli, le critiche o gli apprezzamenti. Accettava tutto e ne faceva tesoro.
Lo vedevo che amava l'arte, amava l'arte proprio quanto io amavo la musica. Mi diceva spesso che la musica per lei é un tipo d'arte, proprio come dipingere o disegnare.
Sapevo quanto lei tenesse a dipingere. Voleva essere un'artista e non una di quelle che lo dicevano per vantarsi, ma proprio perché lei si sentiva tale nell'anima. La sua anima era dipinta proprio come lei dipingeva la tela.
"Te la stai mangiando con gli occhi". Mi disse Marta venendomi vicina dopo aver salutato sua sorella.
"Aho non inizià". Mormorai guardandola portandomi le braccia in modo conserto al petto spostando l'attenzione su Marta che mi invitó ad andare a fumare una sigaretta fuori dall'edificio così ci avviammo verso l'uscita e una volta usciti accendemmo una sigaretta stringendoci nella nostra giacca.
"Le hai detto per quanto andiamo via?". Mi chiese Marta.
"Non ancora, non so come potrebbe prenderla". Dissi dopo aver buttato via il fumo.
"Lo so, ma capirà.. é il tuo lavoro e poi torniamo per il suo complenno a fine mese".
"Spero andrà bene". Risposi guardandola.
Marta annuì e mi sorrise. Sapevo che lei voleva solo la felicità di entrambi.
Rimasi con la sigaretta tra le mani e lo sguardo fisso sull'asflato, mentre Peter era uscito per raggiungere la sua moglie insieme a Marie.
"Andiamo a festeggiare?". Chiese Alessio uscendo insieme agli altri.
"Sushi?". Chiesi a mia volta guardando la festeggiata che subito annuì e sorrise.
Così insieme agli altri ci dirigemmo verso il solito ristorante giapponese per soddisfare le voglie di Tris.
"Nemmeno come se fossi incinta.. sicura che non devi dirci nulla, Bea?". Chiese Davide guardandoci e vidi Tris appoggiare il volto, ormai arrossato a causa dell'imbarazzo, contro il mio petto.
"Ma lasciamela stare". Mormorai io stringendo la ragazza accanto a me al mio petto.
Mangiammo tranquillamente, anche se Tris con Marie mi prendevano in giro perché non riusicivo a tenere bene le bacchette tra le mani.
Tornammo a casa e dopo aver quasi supplicato Marta, Tris venne a dormire a casa mia.
Si spoglió mettendo una t-shirt per pigiama e io indossai i miei pantaloni della tuta e la t-shirt e ci mettemmo sul letto abbracciati a scambiarci continui baci e carezze.
"Devo dirti una cosa". Sussurrai guardando Tris dritta negli occhi.
"Mhn..cosa?".
"Lunedì partiamo per gli instore.. e per un po' ci fermeremo in alberghi senza ritornare". Mormorai prendendo una ciocca dei suoi capelli tra le mani per poterla accarezzare dolcemente.
"Quando torni?".
"Fine Febbraio e sono qui, amore mio". Sussurrai dolcemente contro le sue labbra per rubarle un piccolo bacio.
"Ti aspetteró qui buona buona". Mi sussurró contro le mie labbra per poi schiudere le labbra per intensificare il bacio. Lasciai la mia lingua scontrarsi varie volte con la sua, accarezzandole il collo con le dita per farla rilassare sotto i miei tocchi. Non volevo che lei soffrisse, non volevo che soffrisse per la nostra lontananza. In quel bacio volevo trasmetterle tutta la sicurezza possibile, volevo farle capire che io amavo solo lei, che volevo solo lei e che capisse quanto volevo lei sempre e comunque.
"Tornerai presto?". Mi chiese dopo che ci staccammo da quel bacio.
"Non ti accorgerai mica che io sono andato via". Risposi sinceramente stringendola a me così ci addormentammo.HOLA ESERCITO!
In ritardo, ma l'estate mi sta prendendo troppo e non ho mai tempo per aggiornare e mi dispiace molto.
Capitolo breve e di passaggio, ma sono sempre innamorata della dolcezza di Marco in ogni capitolo.
Dunque fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio e alla prossima!
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Indelible/ MM.
Fanfiction"L'alba migliore della mia vita". Sussurró dandomi un bacio sulla tempia. "Tutto é migliore con te". Sussurrai a mia volta prima di affondare il viso sull'incavo tra il collo e la spalla, ispirando a pieni polmoni l'odore di Marco. L'odore che in un...