CAPITOLO 7-CIRCOSTANZE
Mi svegliai. Mille domande giravano perse nella mia mente in cerca di una risposta.
Ero in un comodo letto a due posti dalle lenzuola bianco latte, così morbide sulla pelle. Mura di color grigio delimitavano la stanza con parquet al pavimento e dei mobili di legno scuro e lucido.Lievi raggi entravano da una finestra, oltrepassando una tenda nera leggermente scostata ai lati. Mi alzai dal letto, mi sentivo stranamente tranquilla nonostante fossi in una casa sperduta nel bosco e con quattro bellissimi e potenti originali a controllarmi.
Una situazione apparentemente normale, cose di tutti i giorni pensai sarcastica.
Mi avvicinai furtivamente alla finestra,il pavimento così freddo a contatto con i miei piedi nudi: vidi solo una lunga distesa di alberi avvolti dalla nebbia mattutina e il sole debole all'orizzonte.Era appena l'alba.
Girai per la stanza, aprendo l'armadio pieno di vestiti e guardando dentro ogni cassetto di un piccolo armadietto al lato.
Arrivai ad una specie di scrivania in legno, notai sul piano un piccolo scrigno in metallo ormai arrugginito e lo aprii: presi in mano un foglio di argento con una figura rigorosamente incisa.Ero io nel 1496, ritratta con uno dei mie abiti crema con dettagli in ricamo. Sorrisi e pensai subito a Klaus. Un senso di nostalgia mi fece sprofondare nell'abisso del passato.
Posai il metallo nello scrigno e lo chiusi frettolosamente. Decisi di andare in esplorazione per la casa.
Se dovevo stare qui almeno volevo passare il tempo in qualche modo pensai. Così uscii dalla camera e attraversai il corridoio.
🔐
Trovai delle scale in ferro battuto e sentii delle risate e delle voci da una stanza al piano di sotto. Così scesi al primo piano della casa silenziosamente.
Una porta aperta distingueva la stanza dalla altre nel corridoio. Una luminosità proveniva da essa in contrasto con il buio nel resto della casa, probabilmente per delle finestre affacciate al lieve sole. Decisi di avvicinarmi in silenzio, le voci si facevano sempre più vicine e non appena arrivai all'uscio, cercai di entrare con tutto il coraggio che avevo in corpo. Mi ritrovai in una stanza molto più grande delle altre: alla sinistra un cucina con vari ripiani, credenze e un frigo molto capiente,al centro un tavolo con delle sedie poi dall'altra parte una serie di finestre,un divano e una tv su chissà quale canale.
Una normalissima casa.
Kol, Elijah e Sebastian appoggiati comodamente sul divano, ricoperto da molte chiazze rosse e attenti alle immagini sullo schermo. Prevedibile.
Intanto Damon sul piano da cucina intento a versare in un bicchiere il sangue dalla sacca. Alla finestra Klaus, girato di spalle, guardava il paesaggio al di là del vetro,con aria malinconica.
Non appena entrai tutti si girarono verso di me, guardandomi.
« Finalmente» disse Kol « pensavamo fossi morta. »
Sorrisi. Un sorriso beffardo.
« Vi piacerebbe! » risposi secca. Klaus si girò, sorridendo divertito dalla scena davanti ai suoi azzurri occhi.
« Mi hai letto nel pensiero Davina.» replicò Kol, tornando con lo sguardo sulla televisione.
« Sembri confusa.»
Disse Elijah, interrompendo la mia risposta e spezzando il dialogo tra me e Kol. Lo guardai stupita.« Sono stanca ma soprattutto sono annoiata. Era tutto lì la parte divertente, ieri?» risposi seria.
Guardai Klaus sorpresa: non aveva aperto bocca da quando ero entrata in quella stanza. Perché?
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The Originals
FanfictionEra tutto un gioco di potere. Klaus giocava con il suo corpo e la sua mente, mentre Davina cercava di sopravvivere. Era contro la famiglia più potente, quella degli Originali... e l'eternità a disposizione non era un vantaggio dalla sua parte. R...