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CAPITOLO 19: « SEI MIA»

Flashback

Klaus mi aveva chiesto di andare con lui.

Dove non lo so sapevo ma la sola idea di stare con lui, anche solo per un'ora o un minuto, mi rendeva euforica. Dopo le settimane passate insieme, pensavo già di iniziare a sentire qualcosa per lui.

In parte lo volevo questo sentimento, ma in fondo lo dovevo cacciare dal mio corpo e non rivederlo mai più: poteva distruggermi e lo avrei fatto con le mie mani. Mani già troppo sporche di sangue altrui...

Ero pronta ad ogni suo domanda. Avevo le giuste risposte per non fargli sospettare di nulla.

Mi ero vestita con un leggero abito grigio attillato, come indossavo di solito per andare fuori dal castello per occasioni non formali. I miei capelli erano abbastanza apposto, solitamente non avrei fatto caso a questi dettagli ma in quel momento volevo fosse tutto perfetto, dentro e fuori.

Andai subito in giardino, dove a momenti sarebbe arrivato lui a "prendermi". Tremavo senza un motivo, sentivo la pressione nelle vene che pompavano sangue a volontà.

Nervosa era un aggettivo troppo semplice.

Una mano sfiorò la mia, prendendomi per la vita in così poco da non accorgermene in tempo: ero già tra le sue braccia. Era una presa che non avevo mai sentito sulla pelle.
Qualcosa di nuovo e incredibile, amavo quella sensazione già da ora e ne bramavo altri di quei momenti. Quanto è bello?

Pensaii posando il mio sguardo sui suoi occhi azzurri già intenti a guardami. Un brivido. Mi sentivo in soggezione.

« Andiamo? »

Annuii. Mi prese la mano e mi portò verso il bosco, di solito non potevo andare verso la distesa immensa di alberi che portavano al nulla. La cittadina era dall'altra parte e noi da quella opposta, verso il fiume e poi il lago subito dopo.

Il passo era accelerato, gli stavo dietro a stento ma dopo pochi minuti gli alberi erano attorno a noi. Il sole filtrava debole tra le foglie verdi ai rami, sotto i nostri piedi alcune chiazze di muschio poi terriccio.

Non vedevo altro che lui davanti a me a far strada nel bosco, poi solo alberi e arbusti all'orizzonte. Non sapevo cosa c'era al di là del limite del giardino reale, infatti quel trasgredire le regole mi elettrizzava.

« dove mi portate, misterioso ragazzo? »

Si girò sorridendo. E che sorriso. Era un bagliore di luce in quel viso dai lineamenti ben marcati. Sembrava uno dei cattivi. Anzi lo era ma forse non così tanto, o almeno non con tutti...

« In un posto nuovo, dove possiamo stare assieme e conoscerci! »

Rispose sicuro di sé. La sua voce era un misto di angelico e diabolico, sembrava un paragone insensato ma era così. Angelica perché ti faceva star bene ad ogni parola, sicura e tranquillizzante poi il lato negativo era dato dal provocante del tono abituale, non immaginavo in certe situazioni come poteva essere.

Sicuramente la morte di ogni fanciulla. La mia di sicuro. Da quando era arrivato, mi aveva sconvolto l'esistenza.

Carica di ogni tipo di pensiero, una distrazione per quelli che cercano l'equilibrio e ammaliante per chi non vuole tentazioni. Lui era una tentazione in sè, senza aggiungere note vocali.

Un paesaggio mozzafiato si presentò davanti a me di colpo: la riva del fiume che scorreva impetuoso nel suo ampio letto.

« È molto bello qui, non trovate? »

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