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CAPITOLO 27 - RIVENDICAZIONI

Davina era proprio dietro di me. Non so come aveva fatto a seguirmi senza che me ne fossi accorto. Era apparentemente nervosa, giocava con le mani sul suo vestito, cercando di farlo notare il meno possibile.

Era ancora così messa male, noncurante che quella situazione che aveva creato con Mikael, potesse degenerare all'istante.
Ancora un passo falso e la guerra sarebbe iniziata.

« Ti va di fare un giro? »

La guardai sorpreso. Giro?

Era un'idea allettate solo al mio semplice collegare i fatti: potevamo passare dei momenti da soli e, nonostante sia anziano, il mio lato pervertito aveva sempre la meglio sulle mie scelte.

Due più due e forse avrei tratto piacere da quel viaggio, tanto Davina era abituata al mio portare le ragazze in camera.

« Dobbiamo andare in un paio di posti, per qualche giorno. Potrai avvisare gli altri per telefono, o sicuramente ti fermerebbero dicendolo a voce. »

Sospirai. Ero combattuto.

« Destinazione? »

Si girò un paio di volte, quasi assicurandosi che nessuno potesse sentire la sua voce.

« Il convento sulle colline. »

Okay, ero confuso. Cosa c'era là sopra non lo sapevo, in realtà nemmeno conoscevo il posto bene. Odiavo questa mia ignoranza.

« È a un centinaio di miglia da qui ma ne vale la pena. Solo qualche ora di viaggio e ci sono parecchie cittadine vicine con motel disponibili subito. So che magari non ti fidi, ma... »

« Macchina o treno? E spero siano belle le camere perché odio i motel. »

Amai il sorriso che mi rivolse.

Amai il sorriso che mi rivolse

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Davina

Dopo tre lunghe ore ad ascoltare le lamentele di Klaus, finalmente eccoci davanti al piccolo paesino immerso nel verde. Era tutto così inquietante: le strade e gli edifici erano ancora di vecchio stampo ed erano oscuri e tetri.

Cercai di evitare di pensarci.

Almeno il Motel era carino e ospitale.
C'era questa stanza abbastanza ampia con pareti color beige, mobili in legno e tante lampade piazzate qua e là a illuminare.

Buttai giù la borsa, mentre Klaus ispezionava la camera da cima a fondo.

« Non so cosa tu stai cercando ma è ancora troppo bella per quello che abbiamo pagato. »

Presi il suo telefono e notai un paio di chiamate e messaggi. Per un momento esitai a guardare, non sapevo che cosa potesse essere successo a casa. Lasciai cadere il telefono sul mobile. Ci avrei pensato dopo, a mente più lucida.

« Abbiamo anche il frigo pieno di cibo e vino. Mi sa che ci passeremo delle belle serate da sbronzi. »

La sua voce rimbombava sulle pareti e quel sarcasmo di strappò un sorriso.

« Allora, piccola Davina » disse con aria provocante buttandosi nel letto « perché questa gita? Dubito per ammirare questo panorama che i film horror invidiano! »

Sospirai. Era una lunga storia ma ormai dovevo dirgli tutto o non avrebbe capito.
Così mi avvicinai con una sedia e cercai di focalizzare nella mia mente i punti salienti.

« Hai presente quando dicevo che mia madre? Che non potevo raccontare la sua vera storia e quella dei miei fratelli? » lui annuì « È tutto collegato a questo posto. » continuai.

Mi guardai attorno e notai il paesaggio che offrivano le due finestre sul corridoio esterno per arrivare alle stanze.

« Ti ascolto...»

« Quando mia madre evitava di parlare del suo passato era perché era stata esiliata dalla Bulgaria e si dice che nel mese di transizione fra la partenza dalla Bulgaria e il matrimonio, lei sostò qui, al convento, per delle settimane. »

« E allora? »

« I nostri nonni e zii odiavano lei non solo per le cose successe che l'avevano fatta deridere da tutto il regno bulgaro ma perché aveva rubato dei libri.
Libri di magia. »

Klaus si mise seduto sul bordo, precisamente davanti a me, con sguardo curioso e molto più serio.

« E questi libri dovevano essere di una certa importanza. »

Abbassai lo sguardo. Il panico mi salì per un attimo, la paura di non trovare quei dannati manoscritti mi agitava fin troppo.

« Si. Erano delle prime generazioni di streghe, quelle che avrebbero dato le prime basi e quindi gli incantesimi e i vincoli alla maggior parte delle condizioni di vita di vampiri e lupi mannari. »

« Quindi una sorta di manuale delle istruzioni... Solo molto preciso. »

Per un secondo pensai a quanto erano complicate le nostre vite: magia, potere da mano in mano, morte e sangue. Alleanze.

« Quando mia madre scoprì che un potere molto ampio l'avrebbe sovrastata e resa potente, pensava fosse lei la diretta interessata e non me. Non mi aveva ancora concepita al tempo, e nemmeno gli altri miei fratelli più grandi. Quindi lei pensò di fare un patto con la natura. »

« Quale patto? »

Lo guardai con aria pensierosa.

« Non lo so ma è scritto qui, in uno dei tanti libri che lei scrisse e portò qui. Si dice che contengano informazioni letali per lei.»

« Quindi noi stiamo praticamente cercando la chiave per la nostra salvezza, cioè capire dove lei sia sepolta e come va uccisa. Siamo in una specie di missione, dove se fallire ci costerà la vita. »

« In poche parole: si. O troviamo quei libri o molto probabilmente Mikael ci userà e ci ucciderà senza scrupoli. »

Il telefono vibrò. Mi alzai subito e lo presi in mano, cercando di calmare i nervi.

Ma le notizie non erano buone e penso di essere sbiancata in volto per qualche minuto abbondante. Sentivo lo sguardo di Klaus impaziente di sapere ma non riuscivo ad aprire bocca.

Si avvicinò guardandomi e con un gesto dedicato, mi sfiorò la spalla. Sentivo il suo respiro caldo sulla pelle e per la prima volta non temeva la sua presenza dietro di me.

« Tutto okay? Perché guardi insistentemente quello schermo? »

Mi voltai e lo invitai con la mano a guardare la conversazione: c'erano due o tre messaggi ma uno in particolare mi aveva messo in allarme.

Mikael ha chiesto di portare via Davina. Non so cosa tu stai facendo e dove lei sia, ma lui la vuole abbastanza da volerla entro la fine della settimana. Altrimenti prenderà uno di noi in ostaggio, ma non so chi o come.

Perché quelle minaccie?
Cosa voleva ancora da me, così insistente e frettoloso. Mi metteva i brividi sapere che forse Klaus mi avrebbe riportata da lui subito.

« No. Tu non andrai con lui. Ma dobbiamo sbrigarci a fare ciò per il quale siamo qui. »

Annuii.

« Allora andiamo subito al convento e speriamo di trovare tutto il necessario. »





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