CAPITOLO 22 - IO, LUI E IL PASSATO...
« Non ho fame. »
Sentii un respiro profondo. Annoiato.
Mi appoggiai alla parete dietro di me. Sentii la schiena rilassata, quasi mi ringraziava. Almeno potevo tenermi una minima scorta di forze, in caso di fuga immediata o anche solo per sopravvivere.« Mangia e non replicare. »
Sentii un rumore metallico poi la porta aprirsi. Un'ombra avanzava verso di me ma era troppo buio per vedere chi fosse. La voce sembrava quella di Klaus ma non ne ero così sicura.
Era quasi accanto a me.
Bramavo di vederne il volto ma con tutta me stessa speravo fosse Sebastian.
Si certo Davina, certo. Non ci credeva nessuno, tu volevi Klaus nonostante tutto.Non riuscivo a mentire ad altri, figuriamoci a me stessa. Quanto odiavo quella mia parte che provava ancora qualcosa per lui, forse solo attrazione o nostalgia o amore.
D'altronde in questi secoli l'avevo seguito parecchie volte: prima nelle corti dei reali, poi nei club degli anni '20 e più tardi in qualche locale pieno zeppo di gente scatenata sulle nuove canzoni di Madonna.
Avevo seguito ogni sua evoluzione, ogni suo viaggio o esperienza. Non potevo dire di certo di averlo dimenticato o anche semplicemente rimosso dalla mia mente, nemmeno per un momento.
« Dai. Non mi costringerai a imboccarti come una bambina piccola? »
Sorrisi. Certamente che no.
Non ero messa così male o almeno sembrava, ma la sua presenza mi rassicurava.« Non sei qui per darmi da mangiare, vero? Che vuoi di più? Informazioni? Magari sulla bella doppelganger che cerchi tanto. »
Klaus mi fulminò con lo sguardo, quei occhi risaltavano nel buio e avevano una luce propria così ammaliante da incantare chiunque. Ancora oggi mi chiedevo perché non mi ero lasciata andare ai suoi corteggiamenti secoli fa...
« Cosa sai della doppelganger? Se me ne parli vuol dire che le voci sono confermate: tu hai avuto una bambina. Sennò non potrebbe esistere questa ragazza identica a te. »
Si inginocchiò accanto a me, sentivo il suo respiro sulla spalla scoperta.
« Portami fuori da qui, dammi del vero cibo e ti parlerò di tutto quello che vuoi. Anche di Mikeal. »
Si girò di scatto respirando a fatica. Non sapevo con quale coraggio faceva un'alleanza con lui ma allo stesso tempo lo temeva con tutto se stesso. In effetti poteva ucciderlo in qualsiasi momento, ora che erano così pericolosamente vicini.
« Qual è il piano, Davina? Minacciarmi? Perché pensi tanto che mi interessi quello che hai da dire su Mikeal? »
Sospirai. Pensava sul serio che non si vedesse la reazione che suscitava anche solo pronunciando quel nome? Era suo padre, o almeno così dicevano.
« Perché non ti fidi di lui. »
« Nemmeno di te.. »
Scoppiai in una risata poi tornai seria. Mi avvicinai furtivamente al suo viso e lo guardai intensamente. Quanto era bello?
Forse dovevo smetterla di chiedermelo.« Va bene. Allora non ti interessa sapere quanto Mikeal vuole usare il suo paletto di quercia bianca, che stranamente ha tirato fuori dalla sua cassaforte quando tu hai accettato il vostro patto? »
Mi guardò impaurito e curioso, stava cedendo e io volevo aiutarlo in tutti i modi possibili. « O forse meglio dire non quanto vuole uccidere ma chi vuole uccidere. Il paletto è meglio lasciarlo sul corpo per essere sicuro che sia morto per sempre quindi lo può usare solo una volta. »
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The Originals
FanfictionEra tutto un gioco di potere. Klaus giocava con il suo corpo e la sua mente, mentre Davina cercava di sopravvivere. Era contro la famiglia più potente, quella degli Originali... e l'eternità a disposizione non era un vantaggio dalla sua parte. R...