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CAPITOLO 8-SEGRETI

Flashback

21 marzo 1496

Il ballo di primavera era l'incontro al castello più bello dell'anno. I giardini si riempiono di fiori e delicate essenze, la natura rinasce e il verde splende nei boschi delle colline tutto attorno. Un addio alla neve fredda e al ghiaccio dell'inverno.

La sala da ballo era decorata in modo impeccabile ed unico: fiori sulle ringhiere, edera incrociata alle grate delle finestre e particolari vasi sui tavoli imbanditi di cibo e bevande con frutta e verdura di stagione.

Tutto era così bello e troppo perfetto in contrasto alla guerra al di là delle colline e il clima teso tra me e la mia famiglia. Ma per quella sera voleva cambiare, lasciare i problemi dentro di me senza trasmettere le mie preoccupazioni e malesseri ad altri.

Ero in camera, con il viso dentro l'armadio in cerca di qualcosa di decente e nuovo. Optai per un abito di seta bianco aderente fino a metà coscia poi morbido, con un lungo strascico con decorazioni floreali sui bordi. Sembrava adatto a quella occasione. Almeno credo. Lo indossai velocemente così da andar subito a curiosare nella sala, per vedere chi c'era o cosa si diceva ma il mio arrivo era ancora lungo sulla lista d'attesa, appena poco dopo il tramonto. Dovevo attendere ancora qualche decina di minuti.

« Siete pronta? » chiese un servitore.
Annuì girandomi verso di lui, sorridendo.
Tornai in camera, camminando nervosamente, o forse più impaziente, per la stanza. Questo non sarebbe stato un ballo come quelli degli altri anni e me lo sentivo.

🔐

Un suono di campane dal campanile del paese. Era ora finalmente. Udii subito un chiacchiericcio insistente degli ultimi ospiti che arrivavano dalle campagne o scendevano dalle proprie carrozze, guidate da una elegante pariglia di cavalli dal manto baio, che continuavano a riempire la sala.

Le risate e la felicità della gente arrivava persino alla mia camera con una folata di vento caldo. Uscii dalla camera e corsi giù per le scale verso l'entrata reale. Aprii la porta in oro noncurante e scesi con lo sguardo rivolto in alto: glicine dal soffito con i suoi spettacolari fiori con sfumature del viola, il palco in pietra dei musicisti era ricoperto da piante di rose in vasi di terracotta decorati con fiocchi lillà per non parlare dei tavoli pieni di vassoi d'argento colmi di buon cibo e in boccali dello stesso materiale le bevande come acqua e menta, infusi e spremute di stagione e il vino dei contadini del regno, tutto accompagnato da vasi in vetro veneziano con vari tipi di piante e fiori.

Le coppie già danzavano occupando tutta la sala e anche i bambini si divertivano.
L'atmosfera era pacifica e terribilmente perfetta. Forse troppo per essere reale ora.

Notai mio padre conversare con qualche consigliere e con un cenno della mano mi invitò a raggiungerlo. Così feci ma non appena mi avvicinai il gruppo di persone se ne andò, lasciando solo me e mio padre.

« Saresti dovuta entrare dopo... Così non ti hanno notato abbastanza. »

« Meglio così, fidatevi.» replicai secca.

« Dopo, come da tradizione, danzerete con il vostro futuro marito. Cercate di non litigare ma danzate civilmente.» disse andandosene.

Una voce mi fece girare all'istante: Klaus conversava con alcuni dei contadini del Regno che avevano contribuito alla festa.
La sua voce profonda, una mescolanza di educazione e perseveranza con un pizzico di malizia impossibile da non notare.

Si girò e mi vide osservarlo. Sorrise.
Sembrava un sorriso educato tra estranei che tra amici o conoscenti come eravamo.
Notai però che verso mia madre era disponibile ed attento ad ogni suo movimento, sembrava parlassero una lingua di gesti e sorrisi non comprensibili alle persone normali. Troppa confidenza!

Qualcosa doveva sfuggirmi. O forse doveva sfuggirci. Anche mio padre guardava con rabbia quei sguardi e gesti d'affetto.

Carezze veloci,sguardi ricchi di passione e parole. Un paggio arrivò verso il Re accanto a me e mostrò lui una lettera alquanto strana visto il sigillo del Regno a noi nemico. Riuscii a leggere solo poche frasi: questo Lord sarebbe venuto a far visita ai futuri sovrani per un stipulato di pace ,visto che grazie alle truppe inviate da Niklaus, la guerra è stata vinta da noi e loro erano sotto la nostra potenza ora.

« Tutto in ordine, padre? »

« Certo solo una futura visita di Lord Fell. »

Sorrisi. Quanto può essere stupido un regnante a elemosinare la libertà del suo popolo dal nostro dominio dopo una guerra di 17 anni? Impossibile.

Non avrei il coraggio e la faccia tosta di fare ciò nella sua posizione attuale. Ma lui era sempre stato così...purtroppo. La musica cessò e la persone si voltarono verso l'orchestra, aspettando un motivo valido per questa interruzione inopportuna.
Mia madre salì sul palco, un sorriso malvagio stampato in volto.

« A breve la danza dei fiori. »
Disse indicando me e Niklaus con aria spavalda e un lieve velo di preoccupazione mi pervase momentaneamente. Klaus dall'altra parte della sala lanciò uno sguardo complice a mia madre che si avvicinò a noi.

Mio padre la guardò in cagnesco cercando di nascondere la rabbia.Un leggero suono di violini e una voce femminile diedero inizio alla danza. Klaus si diresse verso di me.
Era stranamente semplice nei suoi passi decisi e sicuri a testa alta. Un nervosismo momentaneo mi attraversò il corpo in un brivido ma sorriso noncurante. Arrivo davanti a me tendendo la mano.

« Volete ballare? »

Ma quella mano non era tesa verso di me e nemmeno il suo sguardo. Mia madre si inchinò e mano nella mano andarono al centro della sala, iniziando una danza.
Le mani di lui attorno ai sui fianchi e quelle di lei al suo collo, stringendolo sé.
Non capivo. Ma non ero solo io a pensare.
Tutti erano a bocca aperta: la traduzione era la stessa da secoli, i futuri regnanti in un ballo di inizio stagione per augurare prosperità al terreno e buon raccolto ai contadini. Ma i regnanti eravamo io e lui, mia madre non c'entrava nulla con noi.

« Cosa è successo? Perché vostra madre balla con Klaus? » mi sussurrò Lola, avvicinandosi all'orecchio. Scossi la testa.
Sentivo il peso degli sguardi di tutti su di me, un macigno pronto a schiacciarmi alla prima occasione di debolezza.
Mio padre mi prese il braccio.

« Datemi una spiegazione prima che uccida vostra madre. »

« Io non lo so. » dissi quando mio padre se ne andò furioso. Vidi Sebastian all'angolo della sala, intento a guardare quel ballo. Non so cosa stesse succedendo ma di una cosa ero certa: soffrivo.

Vederlo con mia madre mi faceva soffrire, quei sguardi e gesti mi facevano morire dentro. Fino a qualche giorno prima eravamo felici o almeno sembravamo tali.
Una rabbia mi attraversò il corpo in un brivido freddo e cercai di uscire dalla sala -visto il gran numero di persone - per la porta che dava sul giardino. Scesi le scale e andai verso una delle fontane in mezzo a cespugli ed aiuole. Respirai. O almeno speravo di riuscirci. Sentii una mano sulla spalla darmi una leggera carezza. Girai la testa e vidi Sebastian davanti a me.

« Non chiedermi se va tutto bene o cosa sia successo perché io non so nulla.. »
Scoppiai in lacrime, scendevano sul mio volto ininterrotte. Forse piangevo troppo ma farlo scaricava la tensione, troppa nella mia vita. Mi girava la testa e un senso di debolezza e rabbia continuava a trovare giusta dimora nella mia mente e nel mio cuore. Sapevo l'odio che lei provava verso di me lei il potere che avevo e per la moda bellezza ma non pensavo scendesse così in basso. Sicuramente se il suo piano precedeva farmi del male... Beh stava riuscendo a meraviglia.

Spazio autrice
Spero vi piaccia questo nuovo capitolo.
È breve rispetto ad altri ma ho avuto poco tempo per scriverlo. Il prossimo a breve!

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