9. Aye

1.8K 133 70
                                    

Lily's pov

La musica, l'alcol e gli amici, erano la chiave per farmi scatenare.
In questo esatto momento stavo ballando sotto le note di qualche remix, in compagnia di Ariel, che continuava a fissare Zach, proprio davanti a noi.
Era da almeno una ventina di minuti che continuava a guardare verso la sua direzione, mordendosi involontariamente il labbro, oppure con uno sguardo perso.
Purtroppo Zach era in pista, però a chiacchierare con quel deficiente di Blake, e quel santo di Nick.

«Smettila.» mormorai verso Ariel che si risvegliò dai suoi pensieri, scattando lo sguardo verso di me. Fece una faccia confusa, «di cosa?» chiese nervosa.
Alzai un sopracciglio, da dire come, davvero pensi non me ne sia accorta? «Mi piace troppo.» disse poi sbuffando, continuando a guardarlo. La spinsi verso la sua direzione, «Vai a parlargli!» urlai sovrastando la musica e mostrandogli un sorriso per rassicurarla.

Mentre camminava verso di lui, ogni tanto si girava verso di me scuotendo la testa. «Dai» mi lasciai scappare una risatina quando arrivò davanti a lui, e lo salutò. Blake e Nick si guardarono complici e se ne andarono, solo Blake si accorse di me, che guardavo sorridendo verso Zach e Ariel.
Mi fece l'occhiolino e io sbuffai, girando i tacchi e dirigendomi verso la cucina, avevo troppa sete per rimanere lì come un ebete a ballare, per di più da sola. Cercai nel frigorifero una bottiglietta d'acqua, non avevo molta voglia di bere ancora, sarei finita per ubriacarmi del tutto, e quando succede faccio le cazzate più cazzate.

Sentii il respiro di qualcuno battermi nel collo, un profumo familiare invase le mie narici e sentii trasportarmi in paradiso. Due grandi mani si posarono sui miei fianchi, avvicinando il suo viso al mio collo. Finalmente Weston si era deciso di cagarmi questa sera!
Mi voltai già pronta a baciarlo, ma trovai ancora una volta Blake, dio, quel ragazzo è un maniaco!
«Spostati.» gli dissi lanciandogli un occhiataccia. Lui mi sorrise malizioso, facendo scontrare i nostri bacini ancora più vicini.

Diamine Gray, allontanati o io e i tuoi occhi facciamo l'amore adesso. «Se non mi vuoi, spostami tu.» disse.
Il suo tono di voce era così basso, e così roco che mi faceva eccitare solo a sentirlo parlare.
«Perfavore..» dissi posando le mie mani sul suo petto, intenta ad allontanarlo, ma invano, né io né lui volevamo allontanarci. Cercò disperatamente il mio sguardo mentre io, al suo contrario, cercavo disperatamente di scivolare dalla sua presa.
Le sue labbra erano così invitanti, e fin troppo vicine alle mie. Mi stavano venendo le palpitazioni, e quasi svenivo tra le sue braccia quando intrufolò la testa nell'incavo del mio collo e cominciò a sfiorare con le labbra la mia pelle. Niente baci, niente di niente, ci stavamo distruggendo piano piano, era evidente che stavamo soffrendo entrambi e volevamo molto di più.

Mi afferrò per le cosce e io, attaccai le gambe alla sua vita automaticamente. Mi portò su per le scale non smettendo mai di guardarmi negli occhi, nonostante dalle scale in su fosse quasi tutto buio. Entrammo nella camera di Mario, e mi sbattè delicatamente contro la porta, bloccandomi i polsi sopra ai lati della mia testa, cominciando a torturarmi avvicinando i nostri nasi fino a sfiorarci.
Le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza, ma voleva farmi soffrire, così si allontanava e avvicinava continuamente, non interrompendo mai il contatto tra i nostri bacini.

Mossi la mia vita, facendo un movimento circolare provocando un mugolio d'approvazione da parte sua, che ormai stufo, fece scontrare le nostre labbra ormai bagnate dalle ripetute volte che avevamo passato la lingua al di sopra di esse.
Schiuse immediatamente la bocca, attaccando la sua lingua alla mia, che cercava desiderosa.
Cosa cazzo stavamo facendo? Era sbagliato, tutto sbagliato. «Blake.» mormorai tra i sospiri, posando un dito sulle sue labbra, solo in quel modo avrebbe smesso.

Sembrò riprendersi da uno stato di trance e si allontanò di scatto.
Si passò una mano tra i capelli, frustato, tirandoli dalla radice. «Non dobbiamo dire nulla di questo a Weston, a nessuno. Hai capito?» disse alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi nervoso. Io annuii, spostandomi i capelli da un lato, lo stesso frustata, passandomi una mano in faccia cercando di riprendermi.
«Esci prima tu. Poi uscirò io.» disse lui facendomi segno di uscire. Mi affrettai a sistemarmi il vestito e uscii da quella camera facendo finta di niente.
Scesi al piano di sotto rimanendo il più tranquilla possibile, anche se stavo ancora tremando come una foglia.

Honeymoon Avenue.        B.G.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora