10. Paradise

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Weston's pov

C'era qualcosa che turbava Lily, ne ero certo, si poteva benissimo notare dal semplice fatto che mentre tutti stavano facendo colazione e parlando tra di loro, lei stava lì a giocherellare con il cucchiaino dentro alla tazza.
Anche Blake era nelle sue stesse condizioni, aveva lo sguardo perso con le mani tra i capelli. Fosse successo qualcosa tra di loro?
Andai da Lily, risvegliandola dai suoi pensieri. «Vieni sulle mie gambe.» dissi facendogli segno di alzarsi, cosicché si sarebbe seduta sopra di me.
Comoda, posai le mie mani sopra il suo ventre cominciando a tracciare piccoli cerchi immaginari adatti alla situazione. «Tutto bene?» mormorai, con la testa poggiata sulla sua schiena.
«Certo e tu?» chiese lei, poggiando a sua volta le mani sopra le mie. Le fece intrecciare, e capii che fosse tutto a posto. Di sicuro sarà stata stanca, per comportarsi in modo così silenzioso.

[...]

Lily's pov

Si erano rifugiati tutti nelle loro case, perché stasera avrebbero avuto un incontro con le loro fan e volevano riposarsi. Weston pensava ancora che io non sapessi che erano famosi, e aveva fatto una storia lunghissima con Blake per il semplice fatto che era stato lui a dirmelo.
Ora ero sotto la doccia, a improvvisare un mini concerto sotto le note di "Ain't your mama". Stavo cantando a squarciagola e mio fratello era venuto già tre volte a urlarmi di stare zitta perché cantavo peggio di nostra zia Lauren. Fanculo.

Bussarono alla porta, «Nash non mi rompere i coglioni! Canto quanto voglio!» urlai mostrando il terzo dito alla porta, tanto non mi avrebbe visto nessuno. «Non sono Nash.» disse un'altra voce, dall'altro lato della stanza.
Blake Gray.
Gesù Cristo, cominciai a risciacquarmi tutta la schiuma che avevo nel corpo e uscii di fretta dalla doccia, asciugandomi alla cazzo di cane e lasciando i capelli così com'erano. Aprii la porta e lo trovai al cellulare, a digitare velocemente qualcosa. Alzò immediatamente lo sguardo verso di me, e potei notare le sue guance assumere un colorito più roseo.

Uh, Blake che arrossisce è da segnare sul calendario! Comunque, ritornai sul pianeta terra e finalmente parlai, «Come mai sei qui?» chiesi mentre un cipiglio si formava sulla mia faccia.
Lui mi spinse di nuovo dentro al bagno e ci chiuse al dentro di esso.
«Abbiamo un piccolo problemino.» disse con una smorfia impaurita. Mi salii l'ansia, quale problemino?
Mi mostrò il suo collo, che aveva un segno violaceo molto grande nella parte più a destra. Quello era un succhiotto, ma.. Non dirmi che l'avevo fatto io.
L'hai fatto tu cogliona.

Mi avvicinai a lui, toccando delicatamente tutta la parte del succhiotto con il mio indice. Lo stavo tipo analizzando, mentre Blake osservava me. «Come cazzo lo faccio sparire? Se i ragazzi lo vedono chiederanno subito spiegazioni.» disse nervoso. «Perché dovrebbero pensare che l'ho fatto io?» dissi retorica.
Mi spostò i capelli di lato e mi portò davanti allo specchio, avevo pure io un succhiotto, ma che cazzo?! Ma tutti questi succhiotti quando minchia ce li eravamo fatti?
«Ho un modo per farli sparire.» dissi prendendo i miei trucchi al volo. Mi guardò quasi spaventato, e io lo guardai rassicurante. «Non voglio quella roba.» disse scuotendo la testa peggio di un bambino.

Sbuffai, «O lo metti oppure ci scoprono.» dissi ovvia. Strinse i denti e poi sbuffò a sua volta, «Ok.»
Applaudii e cominciai a coprirgli la macchia violacea, piano piano, non volevo che pensasse gli stessi disegnando sulla pelle.
Appena finii il mio capolavoro, andò a guardarsi allo specchio e rimase sorpreso. «Wow..» disse toccandosi dove prima c'era il succhiotto.
Io sorrisi cominciando a coprire anche il mio, tutto molto lentamente, tanto non avrei avuto da fare un cazzo tutto il pomeriggio.

«Hai delle banane?» chiese tutto d'un tratto, leccandosi distrattamente il labbro. «Sono allergica.» dissi facendo spallucce. Lui sbuffò, «Ho voglia di una banana.» disse facendo il broncio.
«Andiamo a comprarle?» chiesi girandomi verso di lui. Lui fece la faccia di un bambino che aveva appena trovato delle caramelle e annuii.
Così mi preparai di tutta fretta e furia, raccogliendo i miei capelli in una crocchia e uscii di casa non salutando nessuno. Cominciammo una specie di gara a chi arrivava prima al supermercato in skate e quando stavo per vincere io, mi tagliò la strada facendomi quasi perdere l'equilibrio.
«Pezzo di merda!» urlai mostrandogli il dito medio. Lui mi fece la linguaccia, venendo a caricarmi sulle sue spalle come un sacco di patate.
Cominciammo a ridere come dei deficienti finché vedemmo arrivare Weston, Ariel e Zach..

Merda.

Honeymoon Avenue.        B.G.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora