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Londra

Il pubblico londinese è davvero caloroso. Mi ha dato tanta adrenalina e tanta sicurezza. Era euforico, e ti faceva sentire a casa.
È stato anche più bello di Los Angeles.
Beh, penso che sarà un concerto più bello dell'altro per me. Ed è grandioso.

Apro la stanza del grande hotel londinese. Questa volta io e Shawn non abbiamo la stessa camera, ma camere diverse, ma comunque in comune. Infatti, se aprissi la porta alla mia destra, entrerei nella camera di Shawn.

Poggio le chiavi sul comodino e mi butto sul letto, esausta.
Chiudo gli occhi, e nella mia mente compare l'immagine di Shawn che canta accanto a me, delle luci, del pubblico, del microfono che tenevo in mano, e di tutte le emozioni che ho provato qualche ora fa.

Decido di alzarmi e di mettermi il pigiama, sono davvero stanca.
Esco dal bagno e un rumore che proviene da fuori mi fa saltare in aria. Mi avvicino alla finestra: fuori sta piovendo a dirotto, l'acqua cade dalle nuvole seguita da lampi, tuoni e qualche fulmine.

Mi vengono i brividi. Non mi è mai piaciuta la pioggia, soprattutto di notte, mi mette paura. Però mi piaceva l'atmosfera che c'era molto spesso a Londra: così cupa, così grigia...

Chiudo la finestra e mi metto sotto le coperte, cercando di dormire.
Alla fine, malgrado i tuoni, riesco ad addormentarmi.

Non riesco a vedere nulla. La stanza è completamente buia, e non riesco a vedere ciò che c'è accanto a me.
Cerco di camminare, e calpesto qualcosa di duro, facendo un piccolo rumore.
Adesso mi rendo conto di non essere a piedi nudi, e guardo ciò che ho calpestato. Era soltanto un pezzo di vetro, riesco a vederlo.
Sento che c'è una presenza che si muove attorno a me, ma non riesco a vedere chi. Mi giro e rigiro, guardandomi intorno, facendo alcuni passi all'indietro, spaventata.
Sento qualcuno che grida, il rumore di qualcosa di affilato, e all'improvviso il buio scompare, e la stanza in cui sono si illumina.
Sangue. Sangue, sangue, vedo solo sangue.
Vado nel panico, non so cosa fare, mentre il mio respiro si smorza per quello che vedo.
Il cadavere di qualcuno, a terra, pieno di sangue.
Inizio a gridare, mettendomi le mani tra i capelli.
Alzo lo sguardo, e vedo due sagome: una di un uomo con un coltello in mano, l'altra di qualcuno a terra.
Vedo come quell'uomo infilza il coltello nella carne dell'altro, ed urlo, urlo ancora, attirando l'attenzione del killer.
Questo si gira guardando me, e mi si avvicina, puntandomi contro il coltello. Cerco di capire chi sia, ma non ci riesco, non riesco a vedere il suo volto. Lui mi si avvicina ancora di più.
<No, fermo, non farlo! Ti prego, non farlo!> urlo, in preda al panico.
Ma lui non mi ascolta, alza il coltello, e...

Mi sveglio all'improvviso, tutta sudata e con il fiatone. Mi rendo conto di avere le lacrime agli occhi.
Cerco di calmarmi, anche se la mia stanza è buia, il temporale è inquietante, e sono da sola.
Quest'incubo. Sempre quest'incubo.
È ormai da giorni che mi perseguita.
Non riesco nemmeno a capire il perché di quel sogno. Perché lo facevo sempre? Aveva un significato?

Non riesco proprio a capire, e sinceramente non ho affatto voglia di cervellarmi nel cuore della notte.
Mi sdraio di nuovo. Cerco di tranquillizzarmi, ma il temporale non mi aiuta proprio. Ma poi mi si accende la lampadina: Shawn.
Shawn è nell'altra stanza, d'altra parte attaccata alla mia.

Mi alzo, e mi dirigo verso la porta che apre alla camera di Shawn.
Entro nella sua stanza, ed è molto più in ordine della mia. Nessun indumento in giro, la valigia sulla scrivania... Insomma, l'ordine completo.
Non come la mia, che sembrava fosse passato un uragano.

M'incammino verso il suo letto.
Lui, al contrario mio, sta dormendo tranquillo. A petto nudo, ovviamente.
È buffo quando dorme, mi fa quasi venir voglia di ridere.
<Shawn?> lo chiamo sottovoce. <Shawn? Shawn!> lo chiamo ancora, scuotendolo leggermente per il bracccio.

<Shawn! Svegliati, cazzo!>
Lui grunisce. <Mamma, non voglio andare a scuola!> dice.

<Non sono tua madre, deficente!> sibilo.
Finalmente spalanca gli occhi.
<Beth, che cazzo vuoi? Sono le due del mattino, porca miseria!> borbotta.
Si mette seduto.

<Beth?> ripeto, confusa.
<Elisa-beth> dice gesticolando. <È la parte finale del tuo nome.> mi spiega.
<È una cosa stupida.> dico io.
<Comunque, cosa vuoi a quest'ora?!>

<Posso dormire qui?> domando.
Lui aggrotta la fronte, confuso.
<E perché mai?>
<Posso dormire qui si o no?>
<Posso sapere almeno il motivo?> mi chiede. Non voglio dirgli degli incubi che faccio la notte.
<Beh, ecco, io...ho paura dei temporali> balbetto. Ed è anche la verità. Certo, non voglio dormire da sola per via dell'incubo, ma la scusa del temporale sembra perfetta.

Shawn mi guarda stranito e stupito allo stesso tempo.
Vado verso la finestra e vi guardo attraverso. Il temporale non vuole proprio finire. Sento lo sguardo di Shawn puntato su di me, e mi dà fastidio.

<Che c'è?> domando spazientita.
<No, aspetta, fammi capire, tu sei quella che fa la dura, la stronza, la ragazza "non ho paura di nessuno" e che cosa ti spaventa? Un semplice temporale.> esclama, divertito.

Alzo gli occhi al cielo e vado verso la porta. <Sai che ti dico? Hai ragione. È meglio che me ne vada nella mia stanza e che non ti rompa le palle, buona notte.> dico, fredda.
Mi giro e apro la porta, faccio per andarmene, ma Mendes mi blocca.

<Aspetta. Vieni qui.> mi dice, picchiettando la parte libera del letto.
Accenno un sorriso e mi sdraio sul letto. <Grazie> mormoro.

<Mi sorprendi, sai. Adesso dimmi: perchè hai paura?> mi chiede, facendomi sobbalzare. Non mi aspettavo quella domanda.
<Emh, te l'ho già detto, ho paura dei temporali>
<Elisabeth..> mi dice, come se mi stesse rimproverando perché non dico la verità.

<Elisabeth cosa? Ho paura dei temporali, tutto qui. Quante volte devo ripetertelo? Ora basta, andiamo a dormire.> dico, girandomi dall'altro lato e di conseguenza dando le spalle a Shawn.

<Okay, d'accordo, non ti arrabbiare. Buona notte.> dice, spostando i miei capelli.

<Ma cosa fai?> domando, ridacchiando.
<Hai i capelli troppo lunghi. Quasi quasi dico al mio parrucchiere di tagliarteli.>

<Cosa? No, non mi separerò mai dai miei amati capelli!> esclamo. Sembro quasi pazza.
Lui ridacchia come me.

<Okay, forse è meglio andare a dormire.> dice.
<Buona notte di nuovo!> dico, sprofondando quasi subito nel sonno, molto più tranquilla di prima.

The road to rock // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora