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Parigi

Per tutto il tempo fino al concerto, ho avuto un terribile mal di testa e mi sentivo la fronte bollente.
Forse ho la febbre, forse no, ma non mi importa.
Voglio solo cantare sul palco, e se avessi detto di sentirmi male non mi avrebbero fatto cantare.

Spero solo di non sentirmi ancora più male sul palco.
Per fortuna il concerto è andato bene.
Tornati in hotel, entro nella mia camera, seguita da Shawn.

Mi butto sul letto, e mi tocco la fronte: sono calda come non mai.
<Questa volta hai superato te stessa Elisabeth, sei stata davvero grande e... Elisabeth, ti senti bene?> mi domanda Shawn, notando probabilmente la mia faccia.

<Emh si, sto bene, tranquillo.> mi alzo di scatto e mi gira la testa. Devo risedermi sul letto per non cadere.
Shawn mi viene incontro.
<Ehi ma che ti succede?>
<Nulla, è tutto apposto>

Questa volta mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Forse una bella doccia mi avrebbe fatto riprendere, che ne so.
Apro la porta, ma ad un certo punto vedo tutto sfocato.
Shawn mi dice qualcosa, ma non riesco a sentirla.
La stanza comincia a girare, e sento un rumore.
Poi, il buio totale.
__________________

Mi sveglio, notando il volto preoccupato di Shawn.
<Si è svegliata finalmente> dice ad un signore accanto a lui.

<Dove sono?> mormoro.
<Sei sul letto della tua camera, sei svenuta e ho chiamato un dottore> mi spiega.

<Come stai?> mi domanda poi.
<Beh, sono stata meglio.>
<È tutto apposto ragazzo. Elisabeth sta bene, ha solo bisogno di un po' di riposo. Rimani a letto e prendi il medicinale che ti ho prescritto. Se volete scusarmi, io vado. Arrivederci.> dice il dottore.

Shawn e qualcun'altro del suo team lo salutano.
Mi sistemo meglio sul letto.
<Da quanto tempo avevi la febbre alta?> sbotta Shawn.
<Cosa?>
<Non fare la finta tonta con me, Elisabeth. Lo so che avevi già la febbre. Perché non me lo hai detto?>
<Perché non volevo fare preoccupare nessuno> rispondo.

<Bene, allora pensi che mi sia preoccupato di meno nel vederti svenire, no?>
Faccio un sospiro. <Shawn..>
<Shawn un corno. Se avessi avvertito subito, non staresti così male adesso.> mi sgrida.
<Okay, d'accordo!> esclamo.

Le persone che c'erano in camera escono, lasciando me e Shawn da soli.
<Senti, io mi sto solamente preoccupando per te, okay?> mi dice.
Annuisco, e lui si siede sul letto.
Sbuffo. <E io che volevo andare sulla Torre Eiffel.> dico, facendolo ridacchiare.

<Non andrai da nessuna parte se non guarisci. Chiaro?>
<Sissignore!> esclamo, mettendo la mano sulla fronte come fanno i soldati. Shawn mi sorride, ed io ricambio.
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Per fortuna la febbre alta mi è passata in fretta, grazie anche alle medicine.
Avevo detto a Shawn che volevo visitare la Torre Eiffel, e lui mi ha accontentato.

Infatti, adesso siamo sulla torre, e ammiriamo Parigi nel suo splendore.
Che bella, la città più romantica.
Ho sempre sognato di andare a Parigi.

Siamo nel punto più alto, e stranamente non mi spaventa.
Shawn invece pensa che potremmo cadere da un momento all'altro, e questo mi fa ridere.

<Perché ridi? Io ho le vertigini>
<Vediamo se riesco a calmarti> gli dico, facendo girare il suo viso.

<Guarda me, non guardare giù.>
<Okay, ci provo>
Mi guarda negli occhi, e si avvicina sempre di più. Così tanto che sento i nostri respiri fondersi, e i nostri nasi si sfiorano.
Però, il telefono di Shawn vibra.
Lui sbuffa e lo accende.

<Pronto? Si, che c'è? Dobbiamo tornare? Perché?> sbuffa di nuovo <Abbiamo già provato Teo!> sospira <Va bene, d'accordo. Si, arriviamo. Si. Si. Ciao. Va bene. Ciao.> chiude la telefonata e mi guarda.

<Dobbiamo tornare in hotel, dobbiamo provare qualche altra canzone per il prossimo concerto e bla bla bla>
Ridacchio e lo seguo.

Poco dopo arriviamo in hotel, e proviamo alcune canzoni. Prove prove prove. Mi sono ripresa da poco, accidenti.

Ripenso a quando eravamo sulla torre. Io e Shawn stavamo per baciarci. Io mi sto affezionando a lui, e la cosa non mi piace.
Dopo il tour le nostre strade si divideranno, e se mi affeziono troppo finisco per starci male.
Ho paura ad affezionarmi. Si, ho paura perché le volte in cui l'ho fatto è sempre finita male, ho sempre subito delusioni.

Un esempio è Daniel.
Ma Shawn è diverso? Vale la pena tentare? Non lo so. Non so più nulla.
<A che cosa stai pensando?> mi chiede Shawn, notando il fatto che non ho spiccicato parola.

<Niente, stavo pensando a...mio fratello! Chissà che sta facendo, ora lo chiamo!> esclamo, prendendo il telefono.
Shawn mi blocca il braccio.

<Lo sai che non sai mentire?>
Si, lo so. Il problema è che se non lo dico io, lo dice la mia faccia.
<Si, e non sopporto di essere così trasparente> ammetto.

<A me non dispiace invece.> mi confessa.
Accenno un sorriso e poggio il telefono sul comodino.
<Forse è meglio andare a dormire> dico, alzandomi.

<Si hai ragione. Ci vediamo domani> dice, alzandosi anche lui e uscendo dalla mia camera.
<A domani>

The road to rock // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora