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Non ho più parlato con Shawn in quegli ultimi giorni. Nessuno dei due rivolgeva la parola all'altro. Nessun sorriso, nessuno sguardo, nessun saluto. Ed è stato strano, come se fossimo due sconosciuti costretti a stare nella stessa casa.

Finisco di prepararmi ed esco dalla mia stanza, stasera c'è l'intervista di cui mi aveva parlato Shawn. Non ho proprio nessuna voglia di andare lì e farmi fare domande, ma devo andarci. Va be', che sarà mai? Sono solo un paio di domande, niente di più. Forza, sarà divertente...credo. Penso.

Shawn mi sta aspettando già nella limousine. La raggiungo ed apro la portiera, sedendomi vicino a lui, che sta guardando fuori dal finestrino.
Lo imito, e mi rendo conto che mi mancano la sua voce e i suoi sorrisi.
Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto, tanto che l'autista si gira per un attimo e ci osserva incredulo.

<Wow, di solito qualcuno di voi due ha sempre qualcosa di cui discutere. Ma che strano, non sento i vostri piccoli battibecchi da un bel po'. Peccato, mi divertivano> dice.

Shawn lo guarda malissimo. <È meglio se guardi la strada> gli ordina.
<Si, mi scusi> risponde subito l'autista.
Io trattengo una risata. Quell'autista ci ha sempre accompagnato a tutti i concerti, alle serate come quella dei Video Music Awards, e anche adesso.
Non ci avevo mai pensato che poteva prestare attenzione a quello che io e Shawn dicevamo.

Finalmente arriviamo a destinazione.
Entriamo in una villa molto grande, dove ci accoglie una signora molto carina dai capelli biondi. Ci fa accomodare nel suo studio ben arredato, e noto subito le telecamere, i microfoni, sembra di essere in un set.

Iniziamo, e la signora ci fa domande sul tour, su come abbiamo iniziato ad avere la passione per la musica, domande su di noi e robe così.
Fino a quando ci fa una domanda che stupisce sia me che Shawn.

<Scusa Shawn, ma vedi le voci girano, e vorrei farti una domanda> dice.
<Certo, mi dica> le risponde Shawn.
Lo vedo che si sta forzando di essere tranquillo e felice davanti alle telecamere, ma lo so benissimo che non è così.

<C'è qualcosa tra te ed Elisabeth? Cioè state insieme?> Ecco, lo sapevo.
Shawn rimane spiazzato dalla domanda e mi guarda per qualche secondo. Poi riguarda la giornalista.
<No. Noi non stiamo insieme, e non c'è mai stato nulla tra noi. Siamo solo colleghi, niente di più. Quelle sono solo voci> risponde.

Io spalanco gli occhi. "Non c'è mai stato nulla tra noi" aveva detto.
Sapete cosa avrei potuto fare? Avrei potuto sputtanarlo davanti a tutti, dicendo che era stato lui a mettere in giro quella voce, e confessare tutto quanto. Ero ad un pelo dal farlo, ma non l'ho fatto.

<Puoi confermare Elisabeth?> mi chiede la giornalista.
Io ci penso per mezzo secondo.
<Io...be'... si> dico a malincuore.
<Bene, questo vuol dire che quelle sono state solo voci messe in giro da burloni> afferma la giornalista.
<Si...> le risponde Shawn. Che coglione.

L'intervista finisce poco dopo, e quando torniamo a casa io sono davvero un misto tra triste ed infuriata. Shawn non mi dice niente, nemmeno una parola.
<Bene, vedo che allora non stiamo più insieme. Grazie mille per aver preso questa decisione e non avermi nemmeno consultato> sbotto. Non riuscivo più a tenermi.

Shawn non dice nulla, e mi sta facendo davvero incazzare.
<Di' qualcosa, Shawn! Se dobbiamo lasciarci, dimmelo adesso!> quasi urlo.

Lui mi guarda finalmente. <È vero quello che hai detto nell'intervista, Shawn? Mi stai davvero lasciando?>

<Si. Si, Elisabeth, noi non stiamo più insieme, e forse non lo siamo mai stati in queste settimane!> esclama.
Io rimango scioccata.

C'è Teo in soggiorno, l'assistente, che sta osservando tutta la scena.
<Bene, allora non c'è motivo che io resti qui.> dico, con le lacrime che minacciano di uscire. Ma riesco a trattenerle.
<Si, infatti...> dice Shawn, con una nota di dolore.
Mi giro verso Teo, e voglio chiedergli se può procurarmi il primo volo per New York.

<Teo...> inizio a dire, ma Shawn mi precede.
<Teo, procurale subito il primo aereo per New York> dice.
No, non lo sta dicendo davvero.
Lo guardo delusa, e me ne vado di sopra. Preparo in fretta le mie valigie, con le lacrime che mi rigano il volto e il cuore a pezzi.

Ritorno di sotto con le valigie, dove Shawn è appoggiato al tavolo.
<Elisabeth, se vuoi arrivare in tempo per il volo devi andare adesso.> mi spiega Teo.

Annuisco e vado verso la porta.
<Accompagnala con l'auto, Teo> dice Shawn. Bene, vedo che non vede l'ora che me ne vada.
Apro la porta. <Shawn, se non mi fermerai, io uscirò da quella porta e non mi rivedrai mai più.> gli dico.
Lui rimane in silenzio. Aspetto ancora per un po', aspetto un qualsiasi segno che mi faccia capire che lui non vuole che me ne vada. Ma niente. Nulla. Il zero assoluto.

<Bene, addio Shawn.> dico, uscendo da casa e sbattendomi la porta alle spalle.

The road to rock // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora