29. Epilogo.

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4 mesi dopo.

Esco dal "Tacos Guapos", il ristorante messicano in cui lavoro.
Fa molto freddo visto che siamo agli inizi di Dicembre, ma nonostante questo vado a piedi fino a casa. Stasera deve venire Ashley perchè dobbiamo fare un progetto insieme per la scuola, quindi non vedo l'ora di tornare a casa. Fare la cameriera è davvero una cosa un po' orribile.

Arrivo davanti alla porta di casa mia, e prendo le chiavi dalla tasca del giubbotto. Inserisco le chiavi nella serratura, ma una voce mi blocca.

<Elisabeth...> mi chiama. Rimango immobile, stupita, ma poco dopo mi giro, incontrando i suoi occhi marroni nel buio.

<Shawn...> dico incredula.
<Sei stata al lavoro?> mi chiede, notando la mia divisa rossa sotto al giubbotto.

<Si...dovevo pur procurarmi da mangiare> ironizzo, cercando di alleggerire la tensione che si è creata.
<E la musica...?> chiede Shawn un po' esitante.

<Be'...mi sono presa una pausa.> rispondo. Mi tocco i capelli che sono raccolti in una coda, e alla fine glielo chiedo.
<Che cosa ci fai qui, Shawn?>
Lui mi guarda negli occhi.
<Io non ce l'ho più fatta Elisabeth.> sospira. <Ci ho provato a concentrarmi solo sulla musica e non pensarti più. Ho provato a dimenticarti, andando a qualche festa, frequentando altre ragazze, ma non è servito a nulla.
Però, prima devo dirti due cosette.>

<Shawn..> lo interrompo.
<No, tu adesso rimani in silenzio e mi ascolti, perchè io mi sono preparato un discorso e te lo dirò.> dice con fermezza, poi ricomincia a parlare.

<Io ci sono sempre stato per te, Elisabeth. Sono sempre rimasto con te, ti sono sempre stato vicino, anche quando potevo voltarti le spalle e andarmene. Ogni problema io l'ho affrontato, per te. Quando mi facevi capire che dovevo andarmene, io sono sempre rimasto, perchè infondo lo sapevo che non volevi davvero stare da sola. Quelli che dicono di voler stare da soli hanno solo bisogno di qualcuno che rimani a loro fianco.
Ed io non volevo che tu te ne andassi quella sera. Io volevo che tu rimanessi con me. E invece sei scappata. Sei scappata al primo problema. Invece di affrontarlo, hai preferito andartene.
E sai quante volte da un lato volevo partire per raggiungerti subito, mentre dall'altro mi dicevo che forse non ne valeva la pena?
Ma ha prevalso la mia voglia di stare con te, Elisabeth. Non potevo più continuare in quel modo.
E anche se sei la ragazza più stronza che abbia mai conosciuto, quella con il carattere più strano del mondo. Anche se io dovessi odiarti e voltarti le spalle, non ce la faccio, non ci riesco. Preferisco amarti.>

Mi scende una lacrima e non riesco a dire nulla. Ma in fondo, che dovrei dire?
<Guess I need a watch to tell the time, guess I need the sun to help me shine, and I really need you in my life, now I know. That you give me this crazy feeling and you won't have to wait no more for me..> canta con voce spezzata, mentre non riesce a trattenere una lacrima che nasconde subito.

Non mi trattengo più. Gli corro incontro e lo bacio, lo bacio dopo tutti questi mesi in cui mi è mancato moltissimo. Mi è mancato tutto di lui.
Lo bacio, e imparo che a volte l'orgoglio non è la risposta a tutto. Imparo che è inutile privarsi di qualcuno che ti rende felice. Perchè privarsi della felicità, dopo tutto il tempo speso a cercarla?

Imparo che infondo la persona di cui si ha più paura ad amare è quella giusta, no?
<Vieni con me. Torniamo a Toronto> mi sussurra Shawn, staccandosi.
<Shawn, ma sono a metà semestre con la scuola. Ho tutti gli amici qui, il lavoro... Non posso abbandonare tutto così> dico.

Poi ci penso su un attimo. <Potresti stare tu da me.> gli propongo.
A Shawn gli si illuminano gli occhi.
<Finalmente hai detto una cosa intelligente> mi dice, ed io gli do un colpo sul braccio, ridendo.

<Mi è mancata moltissimo la tua risata.> sussurra.
Gli sorrido. <A me è mancato tutto di te.>

Rientriamo in casa, Shawn si fermerà qui per qualche giorno e poi tornerà a Toronto solo per prendere le valigie ed avvisare il suo team.
Cioè, è venuto fin qui senza valigie e senza niente. È arrivato così, seguendo il suo istinto e mettendo da parte il suo orgoglio.
Poso le chiavi di casa e il giubbotto.
Shawn viene verso di me e mi bacia ancora.

<Ti amo, Elisabeth. Non metterlo più in dubbio.> mi sussurra.
<Ti amo anch'io, Shawn. Non metterlo più in dubbio>


FINE

The road to rock // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora