Un pinguino su una tavola da surf

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Sciacquo il viso e mi fisso allo specchio appeso alla parete. Negli ultimi quattro giorni non ho guardato il mio riflesso granché, troppo esausta e stanca dagli avvenimenti caotici.

Stranamente non ho le occhiaie, i pochi brufoli che avevo sono magicamente spariti e ho gli occhi che sembrano più chiari e brillanti.
Oh mio dio, ma sono io cieca o la mia bocca ha assunto un colorito rosso ciliegia naturale? Sorrido falsamente e osservo il mio sorriso, compiaciuta. Prima sono sicura di non essere mai stata così... luminosa. Sono sempre stata il classico tipo che vuole nascondersi nella massa, che tende a studiare e leggere al posto di prendersi cura del proprio aspetto; ora sembro una modella nel fiore degli anni.

Stupefatta sciolgo lo chignon che tengo su da tanto tempo e preparo la spazzola per combattere tutti i nodi. Canticchio qualcosa sottovoce per spezzare la tensione che mi si è addensata dentro e prendo una ciocca di capelli.

Un momento. Qualcosa non va.

Sgrano gli occhi e guardo la ciocca tra le mie dita. La prendo tra l'indice e il pollice e lascio scorrere, fino a trovarmi la mano quasi all'altezza del bacino.

Oh. Mio. Dio.

Phoenix.
La ammazzo.

Alzo lo sguardo sullo specchio e giro il corpo di lato. Osservo incredula i miei capelli che cadono dolcemente sulla schiena, scendendo giù e giù ancora fino a raggiungere la parte bassa delle cosce.

Ma che diamine...?

Presa da un improvviso impulso, cerco tra gli armadietti un paio di forbici.
«Dannazione!» impreco dando un colpo al lavabo. Esco dal bagno e corro in camera, aprendo cassetti e spalancando ante.

«Aha!» esulto tenendo in mano le forbici come se fossero un premio.
Torno il bagno e faccio una coda velocemente. Poi prendo i capelli a metà schiena e taglio. Il resto dei capelli cade a terra, in una nuvola dorata.
«Prenditi questa, Fenice. Pure i capelli lunghi!» mormoro soddisfatta. Li preferisco corti o medi, ma mai lunghi, mi ricordano troppe cose del passato che voglio dimenticare. Ammiro la mia opera allo specchio un'ultima volta e passo all'operazione Sciogli-Nodi.

Dopo qualche minuto, torno in camera e prendo un bel respiro. Esco andando al primo piano.

Inizialmente sono presa dal panico. Dove accidenti è la sala da ballo? Poi sento Gordon cantare e qualcun altro saltellare e seguo il suono con un sogghigno sulle labbra.

«... la mia anima sei tu... solo tu... musica mia, sono qui...» Alzo gli occhi al cielo e apro la porta della sala con forza.

Al mio ingresso scende il silenzio. Sei paia di occhi mi guardano per qualche istante, poi la temperatura nella stanza torna alla sua normalità, come se non fosse successo niente.

«Hally mi ha detto che volevi parlarci» esordisce Artemis con un sorriso. Gordon mi dà le spalle, impegnato a spennellare su una tela e canticchiando sottovoce. Eddie salta con la corda in un angolo contando ad alta voce con le scarpe da ginnastica che si illuminano di un colore diverso ad ogni salto.

Le gemelle non sembrano turbate o tristi, sono solo le solite atarassiche di sempre: mi guardano passive con il solito sguardo vitreo. E per ultimo Suj fissa qualcosa fuori dalla finestra con la caratteristica aria da filosofo.
Deglutendo, stacco l'attenzione da loro e osservo la stanza. Come un tipico salone da ballo ha il pavimento liscio e lucido, una parete di specchi e un'altra di vetrate. A parte una trave non c'è altro nella stanza, se non il telaio di Gordon e i suoi pennelli per terra.

Mi schiarisco la voce e faccio qualche passo in avanti.

Sì, voglio parlarvi prima di andare da Wallas. Riguarda noi.

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora