Metaron scatta in avanti prima di tutti, destando qualche sussurro. Il sindaco è seduto sulla sua poltrona a leggere dei documenti con aria pensierosa e non fa caso a me.
L'alieno si gira di scatto e chiude la porta a chiave alle sue spalle. Riesco quasi a sentire i sussulti sbalorditi dei miei amici e della segretaria, che dopo qualche secondo si trasformano in grida.
Il mio corpo si rigira verso il sindaco Bretan che mi fissa sbalordito.
«Amy?» sussurra, alzandosi e facendo un passo in avanti.«Sbagliato» risponde Metaron a bassa voce avvicinandosi pericolosamente. «Sono un tuo vecchio amico. Amy è mia prigioniera, proprio qui, in un angolino della sua deliziosa mente.»
Il sindaco è ancora confuso. Mi osserva mentre Metaron cammina lentamente in giro per l'ufficio, quasi non sentendo le grida al di là della porta. Con pigrizia la mano del mio parassita si allunga e accarezza il tagliacarte in modo sinistro. Il pomo d'Adamo di Bretan si alza e si abbassa velocemente, il suo sguardo nervoso fugge da tutte le parti.
«Amy, credo che...»
«Non sono Amy, verme che non sei altro. Se mi conosci veramente, ti renderai conto di chi sono. Te l'ho già detto in passato, mi pare, che io non dimentico e non perdono.»
Al che il sindaco sbarra gli occhi, spalancando la bocca. Dalla sua espressione capisco che sa di cosa sta parlando il mio parassita personale. Come ha fatto il sindaco a invischiarsi in questi casini?
«Metaron?» singhiozza, allontanandosi ancora di un altro passo.
«Sì, io. Felice di rivedermi, mio caro?» ironizza l'alieno afferrando qualcosa con le mie mani. Rivedermi? Quindi non era la prima volta che si sono incontrati.Lascialo in pace!
«Hai preso il corpo di lei! Come hai potuto? Dov'è Amy, sta bene?» chiede Bretan, guardandomi dritto negli occhi.
«Tranquillo, è qui, rinchiusa nella sua mente. In questo momento mi sta supplicando di non farti del male» ghigna Metaron ferendo il polpastrello dell'indice destro con il tagliacarte. Qualche goccia di sangue esce cadendo sul tappeto soffice.
«Come se fosse possibile, Bretan. Non hai rispettato gli accordi degli Exys, quindi ora devi pagare con la tua vita. Mi dispiace» Un sorriso cinico incurva la mia bocca in modo spasmodico. Dalla vetrata alle spalle del sindaco riesco a vedere il mio corpo e soprattutto i miei occhi, che di colpo diventano rossi.
«Cosa? Io-io...»
Il mio braccio si muove verso l'alto, veloce come un fulmine.
No! In un momento di disperazione e forza mi concentro sul controllo del mio corpo. E per qualche secondo ci riesco. Ci provo e ci riesco.
Il braccio vibra ma poi è troppo tardi. Il tagliacarte raggiunge la gola del sindaco.Il resto è solo sangue e urla.
Alle mie spalle la segretaria ha aperto la porta, probabilmente con una chiave di riserva.
Otto paia di occhi mi fissano, sbigottiti e increduli. Tara si porta una mano alla bocca, tremando.
«Aiuto!» Grida la segretaria quasi inciampando e uscendo dalla stanza. Il resto del gruppo rimane pietrificato.
È stato un onore alloggiare dentro te. Ora ti lascio, hai un bel po' di problemi da risolvere, immagino. Ah, ti ho lasciato un piccolo souvenir per ricordare questa splendida giornata. Addio!
Dopo qualche secondo, sento che Metaron svanisce lasciandosi dietro una scia maligna e una risata.
Ricomincio a sentire tutto il mio corpo, dalla testa alla punta dei piedi. I fili tornano ad avvolgermi concedendomi il controllo di ogni singola cellula.
Ma il sollievo viene sostituto dal dolore. Dallo shock. Dalla rabbia.
Le mie mani formicolano. Qualche goccia di sangue ha impregnato i miei vestiti. Osservo i palmi e non posso evitare che tremino così violentemente.
Le lacrime invadono subito le guance ma non ne tengo conto.
Cado in ginocchio e urlo dalla rabbia, tirandomi i capelli con entrambe le mani.
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The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019
FantasiAmy Almar aveva una vita normale, con amici stupendi e una famiglia che la amava. In un'epoca dove la sicurezza del mondo è nelle mani dei Guardiani che non fanno nulla per assicurarla, la gente deve sapersi difendere da sola dalle minacce, e soprat...