Confessioni sotto le stelle

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            «Speriamo che non sia come l'ultima volta» esclama Eddie con le mani in aria e ridendo come un ragazzino alle giostre. Sento che si scambia delle battute con Olympius, ma per privacy non mi metto ad origliare. A differenza di qualcun altro.

«Frena il tuo entusiasmo!» gli grida dietro Artemis, con le mani ben piantate nel sedile.

Guardo il paesaggio fuori e i grattacieli che prima mi sembravano così lontani ora sono pericolosamente vicini. Istintivamente cerco il bracciolo del sedile, ma trovo qualcosa di caldo, ovvero la mano di Xavier. Il deficiente, invece di ritirare la sua, serra la mia con una stretta veloce di sostegno. Ricambio con un sorriso imbarazzato e chiudo gli occhi cercando di non vomitare.

Grazie a dio, atterriamo dolcemente con una manovra un po' spericolata sull'eli superficie di un palazzo enorme dopo dieci minuti, nei quali Gordon ha farfugliato il suo testamento mentre Eddie rideva come un bambino.
Non appena i soldati aprono i portoni e tocco terra mi sento meglio, non c'è niente di meglio di avere qualcosa di solido ai tuoi piedi.

Osservo la città dall'alto e respiro a fondo.

Meryun assomiglia molto a Yalumia, ma è molto più... moderna e sofisticata. Le auto scorrono come uno sciame d'api, come se fossero monitorate a creare un ordine preciso, persino le persone camminano seguendo una scaletta immaginaria. Yalumia è addolcita dal mare e dagli splendidi boschi, questa città non ha niente di naturale se non qualche albero e rarissimi parchi.

Mi fa quasi paura.

«Città fredda ma efficiente» dice Suj alle mie spalle, indovinando i miei pensieri.

«Già. Non mi piace» rispondo senza distogliere lo sguardo. «Sei mai stato qui?»

«Una volta. Ero piccolo, non ricordo niente.» Sono felicemente sorpresa che abbia risposto.

«Andiamo!» grida un soldato correndo verso la porta che porta alle scale, presumo. In silenzio lo seguiamo riparandoci i capelli dal vento forte. I miei volano ovunque, colpa della lunghezza esagerata. Quanto odio la Fenice.

«Qualcuno sente la traccia?» chiede Artemis, appoggiandosi al muro per sistemandosi i ciuffi ribelli.

«C'è, ma è molto debole» ribatto guardando la sfera. Non è più luminosa come prima, ma brilla ancora. Scendiamo tre rampe di scale in marmo, poi entriamo nell'ascensore di lusso che ci si presenta davanti, con tanto di tappetino rosso davanti e colonnine decorate con fiori.

«Però» fischia Gordon, mettendosi le mani in tasca.

«Piano terra» dice in modo limpido il soldato e le porte si richiudono automaticamente, registrando l'ordine vocale. Per un po' ci guardiamo imbarazzati, il classico cliché dell'ascensore, ma poi Eddie e Artemis iniziano una gara delle Smorfie più esilaranti, coinvolgendo Gordon e Xavier. Sorrido e scuoto la testa, mentre i soldati ci guardano basiti. Arrivati a destinazione usciamo in fretta, avvolti dal lusso che sgorga dalle pareti e dalla moquette verde smeraldo che sembra nuova.

Ogni tappeto, vaso, porta o quadro vale come minimo lo stipendio che potrei prendere in una vita. Le linee classiche sono molto evidenti, con accenni moderni in qualche quadro. Persino la ragazza dietro il bancone all'entrata non mi sembra vera. Ci sorride in modo ingessato e ci saluta in modo formale.

All'uscita ci attende un furgoncino enorme nero sorvegliato da due uomini in nero con tanto di Sfera. Bene, la mia vita è ufficialmente un film d'azione.

«Guardiani Universali, benvenuti a Meryun. Noi siamo Paul e Cristofer, i Guardiani di questa città. Vi accompagneremo nel vostro viaggio» dice il più alto sorridendo.

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora