Quei figli di buona donna non ci lasciano in pace

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Arrivati ai piedi dell'enorme grattacielo, lasciamo il furgone sul ciglio della strada (sperando che quelli del noleggio non se la prendano) ed entriamo nell'androne, avvolti da un'aura di aspettativa.

In piedi accanto alle porte di vetro dell'enorme ascensore si erge un soldato alto e robusto, che ci dà di spalle. Al nostro ingresso si volta e lo riconosco come colui che ci ha consegnato l'aggeggio elettronico.

«Salve Guardiani» saluta, inchinandosi. Ricambio in fretta, con l'uccellaccio seduto sulla mia spalla.

«Salve, soldato. Siete stati veloci» commento con tono piatto.
«Eravamo in zona. Piacere di avervi con noi, Guardiano della Medicina.»
Xavier inclina il capo con gentilezza, ma senza scomporsi.

«Andiamo, allora. Il pilota ci aspetta.» Il soldato chiama l'ascensore e si gira, perfettamente a suo agio. Ci avviciniamo lentamente, guardandoci attorno.

Le pareti sono fatte tutte di vetro, con qualche tappetino ad arredare la hall e una poltroncina. Chissà chi ci vive o chi ci lavora qui.

Amy, posso venire dentro di te?

Perché?
Sono l'unico Segno che è fuori dal corpo. E poi quando siamo dentro di voi ci riposiamo meglio.

Okay, entra nel tuo letto allora, ribatto acida.

Come la prima volta, chiudo gli occhi e svuoto la mente. Sento la Sfera pulsare e dopo qualche secondo li riapro.

Xavier mi fissa stupito e meravigliato.

«Come hai fatto?» chiede bisbigliando.

«Non è difficile, Xavier. A proposito dov'è il tuo Segno?»

«Dentro di me. Lo sento e ci parlo e si è manifestato a me solo qualche volta per fugaci secondi. Non so fare la cosa che sapete fare voi» e indica il mio petto.

«Imparerai, neanche io sapevo farlo fino a ieri.» Sto per aggiungere qualcos'altro, ma il trillo dell'ascensore mi ferma e seguo il soldato all'interno.

Non è né piccolo né grande, ma stiamo abbastanza stretti. Alzo lo sguardo su chi ho davanti mentre le porte si chiudono e annego in quello tempestoso di Xavier.

Dio mio, è ipnotico, non riesco a staccarmene. Il suo sguardo scivola sugli zigomi, le guance, il naso, le labbra e poi sale fino a incatenarlo con il mio. Ho l'impellente bisogno di toccare il suo viso, passare il dito sulla sua barba da un giorno che lo rende così...

Stop. Calmati, Amy. Distolgo lo sguardo e mi concentro sulla punta dei miei piedi, rossa in viso.

Dopo un lungo tempo interminabile e tormentoso le porte si riaprono e il freddo si insinua nella cabina gelandoci con le sue invisibili mani. Il mio fiato si condensa subito e mi stringo meglio sulla felpa smessa.
Il Coso metallico è parcheggiato al centro dell'eli superficie, con dei soldati che ci aspettano vicino allo sportello armati e con lo sguardo vitreo.
Siamo felici anche noi di vedervi, grazie per averlo domandato. Mi chiedo dove abbiano riposato, ma a guardare le loro divise spiegazzate e i loro sguardi stanchi concludo che abbiano dormito nel Coso metallico.
Fanno un lieve cenno con la testa in direzione di Xavier e ci aprono la via verso la nostra seconda destinazione.

Evviva.

– – –

È bastato il tempo per permettere ai motori di accendersi e siamo già tutti belli che spacciati.

Praticamente crollo prima ancora di toccare con la testa il sedile. Non mi importa delle condizioni di freddo e disagio, ho il bisogno fisico di dormire. L'ultima cosa che ricordo è Gordon che posa la sua testa accanto alla mia e mugugna qualcosa del tipo "giuro che non sono una capra, non uccidermi".

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora