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Blair
"Luke" lo chiamai poggiando una mano sul suo braccio, attirando subito la sua attenzione, dato che sussultò al mio tocco.
"Blair, che ci fai qui?" mi chiese con un tono piuttosto infastidito.
"I-io stavo cercando Robyn" risposi intimorita dal suo atteggiamento.
"Allora va' a cercarla, non perdere tempo con me." rispose come se fosse sul punto di perdere la pazienza. Cosa c'era che non andava?
"Che hai oggi, Luke? Non sembravi infastidito dalla mia presenza in questi giorni; ma a quanto pare mi ero sbagliata...ancora." detto questo gli diedi le spalle e m'incamminai per la scuola: non avevo una meta precisa, volevo solo allontanarmi da lì, da lui.
Ero alquanto delusa, dopo la sua confidenza non credevo potesse reagire più così nei miei confronti e ormai non potevo far altro che essere delusa. Perché delusa? Perché la delusione è un sentimento che deriva da una speranza svanita e la mia speranza era quella di poter avere una chance con Luke, anche solo come semplici amici, ma nel mio caso è stato solo un semplice illudersi. D'altronde l'uomo crede vero ciò che desidera e il desiderio è la madre di tutte le delusioni. È un circolo vizioso, che ti porta a capire che la vita è solamente un lasso di tempo per prepararsi a quel qualcosa che aspettiamo da sempre, ma che non accadrà.
———
"Blair, sei tornata!" esclamò Liam, distraendomi dai miei pensieri.
"Liam, ciao. Che bello vederti." e, anche se non avrei voluto, scoppiai in lacrime. Stava accadendo tutto troppo in fretta ed io non ero pronta. Stavo per esplodere e l'ho fatto, senza badare a chi mi trovassi difronte.
"Hey, vieni qui. Non piangere" Liam mi abbracciò gentilmente, accarezzandomi i capelli per tranquillizzarmi. "Devi essere forte qualunque cosa accada. Andrà tutto bene." continuò a consolarmi per poi mollarmi un bacio fra i capelli.
"Ma son sicuro che c'è qualcosa o qualcuno in particolare che ti fa sentire così. Che ha fatto Luke questa volta?" mi chiese staccandosi dall'abbraccio e guardandomi negli occhi. Quel ragazzo riusciva a leggermi dentro, era incredibile.
"Luke alterna più stati d'animo in due minuti, che una persona qualunque in una settimana. Sembrava esser diventato qualcosa di diverso dal solito astio, ma sono bastate poche parole nel giro di qualche minuto per riportare tutto alla normalità." presi un respiro tra un singhiozzo e l'altro "Non so più che pensare Liam, forse dovrei semplicemente lasciar perdere e concentrarmi sulle persone che davvero tengono a me." dissi asciugandomi le lacrime, mantenendo il contatto visivo con lui.
"Forse hai ragione, o forse no. Forse dovreste semplicemente parlare e chiarire i vostri sentimenti. L'avete fatto?" scossi la testa per rispondere.
"Allora dovreste farlo." mi consigliò
"No Liam, mi sono scocciata di prendere l'iniziativa per poi sentirmi buttare solo veleno addosso e con tutto quello che mi sta capitando in questo periodo Luke è il mio ultimo pensiero." sbuffai
"Che ne diresti se andassimo a prendere un caffè e parlassimo un po'?" mi chiese dopo aver ascoltato il mio sfogo.
"Andiamo." risposi avviandomi verso la caffetteria del college.
"C'è qualcosa che non so?"
"Be' sì, ma non voglio annoiarti con i miei problemi. Parliamo di te, invece. Come stanno andando le vacanze?" chiesi mentre ci sedemmo, cercando di deviare il discorso. Mi fidavo di Liam, ma preferivo non parlargli ancora di mia madre, preferivo tenerlo nascosto il più possibile. Se ne avessi parlato sarebbe stato come mettermi completamente a nudo, mostrando la parte di me più vulnerabile, ma non ero pronta a farlo. Non sono mai stata il tipo che andava in giro a raccontare i suoi problemi per ricevere la pietà della gente, ho sempre visto un secondo fine nelle persone quando mi parlavano, perciò ho sempre preferito ascoltare e aiutare, piuttosto che essere aiutata.
"Oh." pensai tra me e me
"Blair tu sai che puoi fidarti di me, ma non voglio insistere." rispose poggiando la sua mano sulla mia, guardandomi negli occhi, accennando un sorriso.
"Grazie." risposi, stringendogli la mano.
"Ti ringrazio per tutto, Liam, ma ora devo proprio andare, devo trovare Robyn. Ci vediamo a cena." lo salutai per poi ricominciare a cercare Robyn.

Luke
Lei non si era sbagliata, affatto. L'unico ad essersi sbagliato ero io, ma d'altronde non potevo fare un torto del genere al mio migliore amico.
Saresti veramente disposto a farti odiare dalla persona che ami?
Quella era l'unica questione a cui mi poneva il mio subconscio: ma io non amavo Blair, o forse così credevo.
"Lucas Robert Hemmings, che hai fatto a Blair questa volta?!" mi chiese Robyn con fare imponente.
"Robyn, non ti ci mettere anche tu." riposi cercando di scansarla ma si spostò mettendosi davanti a me, in modo da non darmi la possibilità di muovermi.
"Tu non ti muovi da qui finché non mi hai raccontato quello che hai fatto."
"Le ho solamente fatto capire di starmi alla larga. Robyn, non posso fare questo a Calum, lo capisci questo o no?" iniziai ad urlare
"Tu con me non alzi la voce. Adesso mi racconti tutto per bene e sarò io a giudicare. Non m'importa di Calum. Qui si tratta del mio amico che sta lottando contro se stesso, un'altra volta."
"Non puoi capire..Io-"
"No, Luke, è Calum deve capire. È un ragazzo intelligente, se ne farà una ragione. Non stiamo giocando a chi la vede prima, supera questa fase. È la prima volta dopo anni che ti vedo sorridere davvero"
Feci per parlare ma continuò senza darmi la possibilità di proferir parola
"Ci penso io, ho un'idea...forse un piano"
Andò via lasciandomi lì con mille domande, ma sapevo che lei aveva ragione e non potevo negarlo.

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