Caldo, caldo, caldo... C'era un caldo assurdo.
E io ero lì ad aspettare le mie valigie da mezz'ora e ancora non arrivavano , e da li a poco stavo per avere un attacco di isteria acuta
Inoltre stavo sudando come un animale.Dopo un'ora buona vidi, finalmente, arrivare la mia valigia color seguita da tutte altre.
Mi alzai dalla sedia e mi diressi a prenderla.
Usciti dall'aeroporto trovammo due taxi che ci aspettavamo, segui Jake verso il nostro.
Poggiai le valigie nel portabagagli ed entrai dentro.
Ero seduta dietro con affianco i miei due fratellastri Bill e Todd figli di mia madre e Jake, il suo fidanzato, che era seduto davanti.
Mentre Alexis, l'altra mia sorellastra era con mia madre, in un altro taxi.Lungo il viaggio ero rimasta attaccata al finestrino...
Persa nella musica delle mie cuffiette avevo guardato con occhi incantati la meravigliosa città:
Soprattutto l'Opéra di Sydney, mi aveva stregato... era semplicemente, fantastica.Invece, le spiagge era stracolma di persone, uomini, donne bambini, ragazzi della mia età.
C'era chi giocava a Beach Volley, chi prendeva il sole, chi facevano surf...
A proposito di surf, era da quando ero bambina che ni sarebbe piaciuto prendere qualche lezione.Sidney era come me l'ero immaginata, anzi meglio...
Quando entramo in una zona poco distante dalla spiaggia e Jake annunciò che eravamo quasi arrivati, stavo per mettermi ad urlare dall'emozione.
La mia casa oltre ad essere a Sidney, sarebbe stata persino vicino alla spiaggia... Wow, questo era un sogno.Il taxi si fermò poco dopo, davanti a una grande villa bianca.
Uscì subito dal veicolo e camminai per una decina di metri verso la stupenda abitazione.
Rimasi qualche secondo ferma ad ammirarla.
Era una villa a tre piani, con decine? centinai? Di vetrate, che la rendevano maestosa e soprattutto lussuosa.Il tetto a capanna, era di un marrone lucido, e ne deddusi che doveva essere fatto di qualche legno pregiato e costoso.
Mi ricordava vagamente un castello inglese, sotto la custodia di alcuni amici dei miei nonni, che sembrerebbe essere stato di appartenenza dei sovrani inglesi durante il diciassettesimo secolo.In tutto ciò, com'era possibile che la mia "famiglia" poteva permettersi tutto questo e io non ne ero a conoscenza.
Dopo aver guardato, o meglio dire ammirato per una decina di minuti l'enorme casa, mi ripresi dalla mia trance.
Mi ero appena innamorata.
No, non era possibile. Magari avevamo qualche villetta più modesta qui vicino.Mi guardai attorno. Dov'era Jake?
Non c'era nessuna traccia ne di lui, ne dei bambini.Solo ora feci caso alla porta in metallo della villa, era socchiusa, quindi deddusi che qualcuno doveva essere entrato lì da poco.
Rifelettei qualche secondo sul da farsi, non costava nulla andare a vedere, nel peggiore dei casi avrei fatto conoscenza con i miei nuovi vicini.
Spinsi il cancello, e attraversai il bellissimo giardino.
Lungo il vialetto vi ero bellissimi cespugli di rose, mentre alla mia destra c'era una fontana con al centro una statua di una donna che versava da un vaso dell'acqua.
Arrivai alla porta in legno.Spinsi piano... E la porta si aprì.
Prima di entrare mi girai a guardare se c'era qualcuno in giardino.
Feci un bel respiro.
<< Permesso?>> dissi insicura, mentre varcavo la soglia.
Una parte di me si aspettava di sentire una risposta, magari quella di Jake o di mia madre che mi invitavano ad entrare.Invece silenzio.
L'intero era stupendo.
L'ingresso ampio e luminoso, era stracolmo di mobili di legno, che conferivano alla stanza un aspetto pregiato, mentre sopra la mia testa si eleva a un'enorme lampadario di cristallo.
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Brown Eyes
General FictionPer chi non ha mai amato è difficile iniziare a farlo. Dopo aver passato un'infanzia difficile a Boston, Zoe Andrès 17 anni si trasferisce a Sidney. Vorrebbe lasciarsi il passatto alle spalle e ricominciare da capo. Desidera cambiare, allontanare...