Capitolo 8

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Mi girai di scatto, seguendo lo sguardo terrorizzato della ragazza con cui stavo parlando.

<< Hey Ashley.>> mister sbuco dal nulla e terrorizzo le ragazze che vogliono uccidere Zoe, salutò la ragazza che era seduta accanto a me.
Ashley penso si chiami.

<< Ciao Miguel.>>  rispose lei imbarazzata.
Ah, quindi si chiama Miguel.

Ashley non gli staccava gli occhi di dosso, divorandolo con lo sguardo mentre lui era impegnato a guardare qualcosa oltre le nostre spalle.
Neanche fosse un Dio greco.
" Sarebbe questo il normale atteggiamento che anche tu dovresti provare verso il genere opposto, ma ormai sto perdendo le speranze. Sicura di non essere asessuale?"
"Ah. Asessuale e che accidenti vuol dire! E poi perché se sei la mia coscienza conosci parole di cui io non sapevo neanche l'esistenza?"
"Oh, lascia perdere."
Distolsi lo sguardo dalla ragazza.

Lo osservai attentamente, il petto ampio e muscoloso, gli occhi verdi, e le labbra rosee e carnose.

Effettivamente sembrava un Dio greco.
<< Si sa che fantastico fondoschiena che si ritrova.>> diedi voce hai miei pensieri.
<< Cosa?>> chiese Ashley urlando.
<< Niente.>> risposi velocemente.Ma che pensieri faccio?
E perché questa ragazza urla sempre?

<< Come mai da queste parti?>>
Ashley fecce una risatina isterica, lisciandosi i capelli.
Sembrava a disagio, anzi lo era.
<< Ecco, io ero... e poi la mia amica e io siamo venute qui, per...>> mi guardò in cerca d'aiuto.

"Ma che vuoi da me, ti sei cacciata da sola in questa situazione, aiutati da sola, no?"

"E poi ti chiedi perché non hai amici."
"Fai silenzio, stupida vocina onnipresente."

<< Ehm ecco noi siamo venute qui perché..>> dissi, mentre mi grattavo la nuca.
"Per cercare scarafaggi per la collezione di zio Rob."
"No, non penso ci siano scarafaggi nelle spiagge a quest'ora."

"Per vendere cocco?" Ritento.
"Penso di essere allergica al cocco, o forse erano i kiwi quelli."
Dai pensa Zoe, pensa!

" Per vedere il tuo fidanzato."
Si tombola ragazzi.

<< Per vedere il tuo fidanzato.>> dissi quasi urlando al ragazzo davanti a me, soddisfatta di me stessa per la trovata geniale.
<< Cosa?>> chiese lui corrugando la fronte.
<< No aspetta, per vedere il mio di fidanzato.>> mi corressi.
<< Si proprio quello.>> intervenne Ashley.

"Aspetta un attimo...
Io non ho un fidanzato."

<< Ah... E come mai siete sedute al mio posto?>>

Ma questo quante domande fa?
E poi il tuo posto?
E chi te l'ha dato Obama?
<< Perché avevamo voglia di sederci qua e ci siamo sedute.>> risposi seccata dall'atteggiamento di mister mi sento Zeus sceso in terra.
Ashley mi lanciò un'occhiataccia, intimandomi di stare zitta.
<< Non c'era nessuno, quindi abbiamo pensato che fosse libero.>>

Il ragazzo la guardo per un attimo e poi poggio il suo sguardo su di me.

Si mise una mano nei capelli, flettendo il braccio tonico, mordendosi il labbro mentre mi guardava con circospezione.
Eh, effettivamente sta iniziando realmente a fare caldo.

Riporto lo sguardo Ashley, per poi rifermarsi su di me.
Mi guardo attentamente, quasi con diffidenza.
Ma che vuoi, una mia foto per caso?
Mi trattenni dal mostrarli il mio bel terzo dito.
<< Mi passi la borsa.>> disse infine.

Cosa ha appena detto?
"Ti ha chiesto di passarli la sua borsa?"
Borsa?
Quale borsa?
Io qui non ho visto nessuna borsa.
<< Che borsa?>>
Il ragazzo rise per un momento.
<< Quella su cui sei appoggiata.>>
Cosa?
Io non sono appoggiata su nessuna borsa, oppure si.
Ashley si sbatte la mano sulla fronte.
Mi voltai di scatto.
Effettivamente dietro di me c'era un borsone nero e blu.
Ma da dove era sbucato?
Ne ero sicura prima non c'era, altrimenti l'avrei notato.

Gli passai il borsone, sotto lo sguardo indagatore di Ashley, aveva una mano sulla fronte e le guance che sembravano andare a fuoco, da quanto fossero rosse.

Povera ragazza.

<< Stai bene?>>  le chiesi preoccupata.
<< Secondo te com...>>  si fermo prima di finire la frase.
Sbaglio o ce l'ha con me per qualcosa che non ho fatto.
<< O mio dio.>> si alzò esasperata.

Ma quindi è questo l'effetto che faccio sulle persone.
"Sì hai il dono di portarle all'esasperazione, poi alla depressione, inseguito alla voglia compulsiva e irrefrenabile di morire e infine al decesso brutale, per overdose di farmaci antistress."
"Wow, mi sento speciale."
<< Si sto bene, ho solo un po' di caldo. Vado a fare un giro e poi torno.>> concluse andandosene.

<< Non preoccuparti e solo nervosa.>> mi rassicurò Miguel.
Nervosa?
Questo ragazzo ha proprio l'intuito di un granchio.

"Ah senti chi parla." Mi derise la mia coscienza.
" Zitta tu."

<< Oh, ma fai silenzio che è solo colpa tua.>> farfugliai sottovoce.
<< Scusa come hai detto?>>
<< Niente lascia stare.>>

<< Quindi chi sarebbe il tuo ragazzo?>> mi domando.
<< Il mio ragazzo, quale ragazzo?>>
Questo sta proprio dando di matto.
<< Non hai detto che siete qui per vedere il tuo ragazzo?>> mi chiese con un sorrisetto fastidioso sulle labbra.
<< Ah si quel mio ragazzo ecco, fammi pensare.>>
E ora che mi invento?
Ma perché non sto mai zitta.
<< Devi pensare al nome del tuo ragazzo?>> domando schietto.
Ma come siamo perspicaci.

<< Si.>> risposi seccata.
<< No, aspetta, ecco lui si chiama, si chiama Cameron, alto, cappelli  scuri...non credo tuo lo conosca.>> risposi imbarazzata.

<< Quello che è di turno il sabato e il giovedì?>>
Turno che turno?
E poi perché mette prima il sabato e dopo il giovedì.
<< Si proprio quello.>>

<< Allora lo conosco.>> disse sedendosi accanto a me.
Lo conosce, lo conosce.
Perfetto, non vedo proprio come possa peggiorare la situazione.
"Fai un bel respiro.
Calma Zoe, calma.
Puoi anche aver combinato un gran casino, ma tanto questo qui non lo rivedrai mai più, quindi finisci la discussione il più presto possibile e vattene."
<< Un attimo perché ti stai sedendo?>> domandai imbarazzata.
<< Perché non posso?>> ribatté facendomi un insulso sorrisetto.
<< No, c'ero prima io.>>
<< È il mio posto, poi mi sono stufato di stare in piedi.>> rispose divertito.
<< Oh, okay allora, io me ne vado .>> mi alzai esasperata, quasi cadendo.

Rise divertito.
Si alzo anche lui.
Non aveva appena detto che era stanco di stare un piedi.
<< Comunque io sono Luke.>> si presento porgendomi la mano
<< Si l'avevo capito.>>

<< Te ne vai senza dirmi chi sei?>>
<< Sono Zoe.>>
<< Zoe Andrè.>> mi presentai stringendoli la mano.
<< E spero di non rivederti mai più.>> dissi tra me e me.
<< Ti ho sentito.>>

<< Ciao.>> lo salutai scappando via, lasciandolo lì impalato e da solo come uno stupido lampione.

"Un lampione seriamente, definisci un metro e ottanta di pura bellezza  un lampione? Io son sconvolta."

" Sì, e poi cos'hai contro i lampioni? E poi io penso che siano bellissimi. Non so hanno un non so di affascinante. "

Miguel...
Perché qualcosa mi fa pensare che ti rivedrò molto presto?

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