L'orizzonte davanti a me era infuocato.
Mi alzai in piedi.
Si stava facendo tardi, e forse sarebbe stato meglio tornare a casa.Già che ci pensavo l'indomani sarei dovuta andare a scuola, e sta volta per davvero
Una strana sensazione si impossessò del mio corpo.
Speravo solo che andasse tutto bene.Tutto attorno a me sembrava andare a rallentatore.
Un brivido mi pervase la schiena, avevo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando.
Mi voltai verso destra, e poi verso sinistra:
una ragazza coi capelli di un biondo chiaro mi stava fissando, quando incrociò il mio sguardo abbasso ulteriormente il cappuccio grigio della sua giacca, e mi diede le spalle allontanandosi.Feci qualche passo verso di lei.
La ragazza si accorse che mi stavo avvicinando, quindi accelerò il passo, per poi sparire tra la folla.Mi grattai la testa confusa, era stato strano, se non inquietante quello che era appena successo.
Guardai un'ultima volta il punto in cui vidi per l'ultima volta la ragazza, poi feci marcia indietro e tornai sui miei passi, il modo in cui mi stava guardando era a dir poco agghiacciante, come di qualcuno che porta rancore, quasi odio.
Scrollai la testa, cercando di liberarmi da questi pensieri, era impossibile io non conoscevo nessuno qui, tantomeno quella ragazza.
<< Zoe? >>
<< Zoe. >>
Marie era a qualche metro da me, teneva al guinzaglio un cane, piccolo e con il pelo corto.<< Marie. >> cercai di mostrarmi felice.
<< Ma tu non eri appena arrivata. >> si alzò gli occhiali da sole per potermi guardare negli occhi.<< Si, ma ecco... Diciamo che avevo voglia di prendere una boccata d'aria.>>
<< Figo. Ma non dovresti tipo sistemare le tue valigie, prepararti per andare a scuola, e non so... fare tutta quella roba là?>> disse tirando verso di sé il suo cane, il quale era fermo a fare pipì accanto a una palma.
Povera bestiola.
<< Mm, penso di no. >>Controllai l'orario sul cellulare, erano quasi le sette e mezza.
Forse avrei dovuto sbrigarmi, non volevo tornare a casa prima che fosse buio.Si il mio senso dell'orientamento era discretamente buono, ma preferivo non avventurarmi all'interno di un quartiere che non conoscevo, pieno di case uguali per lo più di notte.
<< Vai da qualche parte? >>
<< In realtà tornavo a casa, sai sono un po' stanca e poi devo fare quella roba là. >> dissi con tono ironico quasi sgarbato e derisorio, senza che me accorgersi, controllando il cellulare che aveva iniziato a vibrare.
Lei non ci fece caso.
" Potresti per una volta cercare di essere gentile con chi prova ad esserlo con te. "Tirai fuori il telefono dalla tasca.
Pensavo che qualcuno mi stesse chiamando, o meglio dire mia madre mi stesse chiamando perché ricevevo raramente chiamate dap qualcun altro, ma si era semplicemente spento.
La solita fortuna di Zoe Andrès.<< Tu? >> chiesi cercando di essere il più gentile possibile.
<< Un certo signor Spike aveva voglia di farsi una bella passeggiata e quindi eccoci qui.>> disse alludendo al cane.Le sorrisi, anche a me sarebbe piaciuto avere un cane, solo che mia madre detestava la maggior parte degli animali, gli unici che io abbia mai avuto erano una coppia di tartarughe puzzolenti, quando ero in quinta elementare, e un canarino quando abbiamo abitato dalla madre di mia madre, che in realtà non sopportavo non che avessi qualcosa contro le tartarughe e i canarini, ma avrei preferito qualcosa di più comune.
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Brown Eyes
General FictionPer chi non ha mai amato è difficile iniziare a farlo. Dopo aver passato un'infanzia difficile a Boston, Zoe Andrès 17 anni si trasferisce a Sidney. Vorrebbe lasciarsi il passatto alle spalle e ricominciare da capo. Desidera cambiare, allontanare...