<< Ahahah, devo ridere?>> dico allontanandomi dalla fontana, cercando un posto dove sedermi.
<< Davvero!Voglio veramente tornare a casa ora.>>
Nonostante io continui a lamentarmi, vedo che non mi risponde e guarda oltre le mie spalle sorridendo.
<< Cosa c'è?>>
<< Hey tipo voglio ridere anch'io.>>
Ne anche avesse visto Nelson Mandela.
Mi giro sicura, che non trovero niente come prima e che questo tipo è pazzo, e invece...Un gruppetto di tre ragazze, due bionde e una rossa, tutte messe in tiro, ci guarda, o meglio dire lo guarda con uno strano sorriso in volto.
<<Mah... Secondo me non sarebbero neanche così belle senza trucco.>> gli dico, riportando lo sguardo su di lui, cercando conferma sula mia tesi.
Cioè, hanno gonne più corte delle mie mutande.Ma il mio compagno di viaggi ha lo sguardo fisso sulle tipe, che a loro volta lo guardano sorridendo.
Che bella cosa.
Uno scambio di sorrisi.
La rossa addiritura alza la mano e lo saluta.
Uh, metodi facili per intrattenere rapporti con sconosciuti.<<Ciao...>> saluto le ragazze in modo vivo le ragazze, come se le conoscessi, ma io dico... perchè mi sembra di conoscerle?
Forse le ho già incontrate in qualche mia vita precedente.No, è solo che tutte le troie sono uguali.
Si voltano a guardarmi, poi nuovamente si guardano fra loro con un espressione schifatta, e scoppiano a ridere, allontanandosi.
<< Bye, Bye.>> agito leggermente la mano, guardandole andare via.Dopo che le tipe scomparse, Miguel riporta la sua attenzione su di me.
<< Che hai detto scusa?>> domanda come se non fosse successo niente.Gli do le spalle.
Anche se non è successo niente.
<< Ho detto: portami a casa.>><< Anche se non hai ancora visitato tutta la citta?>> la sua voce suona divertita.
<< Mi stai prendendo in giro?>> chiedo gratandomi ik gomito.<< No, no! Per carita... Io?>>
<< Uff...>> sbuffo, guardandolo storto.
<< Io ti odio.>>
Se pensa che io sia gelosa si sbaglia di grosso, cioè una come me e uno come lui?
No, no.
Poi devo essere gelosa di quelle sciemmie evolute, che hanno una fabbrica di l'Oreal in faccia.
Ma stiamo scherzando?Smetto di parlargli, e mi dirigo verso la sua macchina.
Perchè non potrebbe esistere una specie di uomini, associali, dolci e amanti delle serie TV?
Perchè?
Perchè la vita è così crudele?<< Zoe... Zoe.>> la sua voce ancora divertita, mi ariva da dietro, sempre più lontana, segno che lui non si è mosso da lì.
Non gli do ascolto e continua camminare verso la sua auto.Mi affera per un braccio, faccendomi voltare.
<< Ehy.>> la sua voce suona dolce.
Guardo le mie scarpe, anche se vecchie e consumate sono meglio della sua faccia.
<< Zoe...Zoe guardami!>> ordina strongendo la presa sul mio braccio.
Lo guardo come ha chiesto.
<< Che ti è preso?>> dice preoccupato.
<< Niente.>> dico strappando il braccio dalla sua presa, mi tocco leggermente il braccio, il segno dove prima mi teneva è rosso, lo guardo indignata.
<< Scusa.>> risponde debolmente.
<< Voglio solo andare a casa, ok?>>Raggiungo la sua macchina, e cerco di aprire la portiera, che è chiusa.
<< Apri questo coso.>> dico sbattendo con forza la maniglia.
<< Questo coso, costa più di te bellezza!>> mi fa spostare, e infila la chiave nella serratura, e aprendola.
La fatto apposta poteva sbloccarlo senza toccarmi.
<< Non potevi aprirla con quegli affari, che sbloccano la portiera a distanza.>>
Alza le spalle.
<< Non ne avevo voglia.>>Lo guardo di sottecchi.
<< Smettila di farmi inervosire.>>
Si appogia sul parabrezza.
<< Io?>> dice sorridendomi.Entro, dentro l'auto, sicuraa che parlare con lui è una battaglia persa.
<<Ma tu sei sempre così?>>
Mi mantengo la testa con la mano e lo guardo alzando un soppraciglio.<<Ma io... Bho.>> poggio la testa sul finestrino stanca e smetto di ascoltarlo.
<< Hai il ciclo?>> mette in motto la macchina.
<< Ti è così normale parlare di mestuazioni con le ragazze?>> chiedo infastidita.
<< Bhe, sono cresciuto con altre due ragazze, quindi allla fine ti ci abitui no?>>
<< A tu ne sei il buon esempio di sicuro.>> gli rispondo sorridendogli.
<< Ah ma davvero?>>
<< Davvero.>>Attraversiamo velocemente Sidney, sfrecciando fra le auto, i mezzi pubblici e anche fra le persone.
<< Tu hai fratelli o sorelle?>> chiede d'un tratto, come a voler dimostrare qualcosa, come se sapesse già la risposta.
<< Uno, più o meno.>>
<< E come si chiama?>> domanda senza troppa attenzione, non ha fatto caso al più o meno.
Non voglio continuare a parlare, di questo argomente, lo voglio affogare dentro la mia memoria, o posso anche affogare io, solo una cosa alla volta può rimanere a galla.La mia sanita mentale o i miei ricordi.
Sento la testa che pulsa.
<< An...>> non finisco, forse e lui che non mi fa finire di parlare, o forse io non ho detto altro, non ricordo.
<< E ora dov'è?>>
<< Non so.>> rispondo seccata.
Sento qualcosa salirmi per la gola.
<< E tuo madre?>>
<< Non ne ho idea, ora basta.>>
<< E tuo padre, dov'è? Sai per caso dov'è?>>
<< Ho detto smettila!>>urlo, senza accorgermene, la mia voce risuona all'interno della macchina,.
La fine di qualcosa e l'inizio di altro.
<< Non mi va di parlarne, ok?!>>
<< Fammi scendere!>>sento che sto' per vomitare.
Mi guarda, poi continua a guidare.
<< Fammi scendere, ho detto!>>La macchina si ferma, e io scendo, non so dove ma scendo.
Respiro profondamente, come mi hanno insegnato, fino a calmarmi.
Quando mi giro, per vedere dove mi ha lasciata, un senso di inquetudine si fa avanti dentro di me.
Non ci credo.Scusate la mia lunga assenza...
E che è "appena" finita la scuola, e probabilmente non vedro più una persona, il mio fidanzato, anche se lui non sa di esserlo, comunque, sono deppressa e mangio nutella lol, e forse l'anno prossimo non lo vedro, cambia scuola, va bhe il Karma.
E niente, vi chiedo ancora scusa e tanti baci.
STAI LEGGENDO
Brown Eyes
General FictionPer chi non ha mai amato è difficile iniziare a farlo. Dopo aver passato un'infanzia difficile a Boston, Zoe Andrès 17 anni si trasferisce a Sidney. Vorrebbe lasciarsi il passatto alle spalle e ricominciare da capo. Desidera cambiare, allontanare...