<< Le ho messe io lì!>>
<< Zoe, ascolta...>> si alza, camminando verso di me.
<< Non è che questo sole ti sta' dando alla testa?>> dice toccandomiq la fronte, con aria preoccupata.
<< No, è solo che prima...>> non trovo una risposta che non mi faccia risuonare pazza.
Le parole mi muiono in gola.
<< Ascolta tesoro, ti ho preso qualcosa, e lo messo dentro quelle buste, e le ho messe in camera tua, dove prima non c'erano.>>
<< Ok?>> domanda infine accarezandomi il braccio.<< Mamma non sono scema.>>
<< Lascia stare...>> dico lasciandola sola, davanti alla porta di camera sua.
Mi osserva per un po', guardandomi allontanare, ma poi il rumore di una suoneria la distrae, ricoradandole che esiste altro , di meglio...Scendo le scale, lentamente, guardando i dettagli che prima avevo ignorato.
Il salotto è grande e spazioso, in un angolo si trova un ampio tavolo di vetro, con otto sedie intorno.
Dal lato opposto, scendendo due scalini c'è la biblioteca di Jack.
Cioè noto solo ora, che il piano su cui ora sono è in rilievo sull'altro, su cui è posta la TV.Sento la testa che mi gira, e ho solo voglia di coricarmi, in un posto in cui non c'è caldo.
Mi siedo nell'erba sotto il piccolo arancio.
Appogiandomi contro il suo tronco.Mi fa ombra e un vento leggero agita leggermente le sue foglie.
Forse avrei dovuto prendere un libro, o forse una coperta sopra cui sedermi.
E se mi salisse addosso qualcosa.
E se forse...
Lentamente tutto quello che mi preoccupava, la mia ansia e i miei problemi si dissolvono, come neve al sole, almeno per ora.E lentamente, mi faccio trascinare in un posto migliore.
______________________________
<< Ehy.>>
<< Zoe, Zoe.>>
Qualcuno mi scuote, urlando il mio nome, facendomi abbandonare il bellissimo posto in cui ero, e di conseguenza riportarmi in questo orribile posto.
Riuscendoci.
Ma maledizione a te, creatura, che mi hai riportato qui.Mi fa male tutto, e sono tutta sudata.
Apro gli occhi, prima uno e poi l'altro.
<< Alexis?>> chiedo mettendomi seduta.
<< Zoe.>> risponde ironica.
<< Che vuoi?>>
Mi alzo, sbadigliando e mi stiracchio.
La guardo cercando di mettere a fuoco la sua figura.
Ha i capelli raccolti in una coda alta e indossa una maglietta corta dell'Adidas arancione, e una gonna color salmone.
<< Ti sei addormentata qui per terra?>> chiede storcendo il naso.
<< Non lo fare più...>> dico riferita alla faccia che ha fatto.
<< diventi ancora più brutta di come sei normalmente.>> le dico sorridendo.<< Ma ti sei vista.>>
<< Sembri appena uscita da un manicomio.>> mi risponde indignata.
<< Ti ringrazio.>> le rispondo, mettendo una mano davanti al cuore.<< Comunque, c'è una tua amica in salotto che è venuta a trovarti, per fortuna che l'abbiamo fata entrare prima che ti vedesse.>> dice camminandomi accanto.
<< Sarebbe scappata spaventata, poverina.>> dice ridendo.Mi fermo davanti alla porta.
Chi può essere?
Non ho legato particolarmente con nessuno, e allora perchè mai qualcuno dovrebbe venirmi a trovare?<< Che strano.>> sussurra sorpresa.
Alzo gli occhi al cielo poi entro dentro casa.Mia madre e seduta in salotto, con una ragazza che non ho mai visto prima d'ora.
Per quello che ricordo almenoHa i capelli neri e gli occhi di un azzurro ghiacciato.
Indossa un vestito con temi floreali e un paio di Vans.Guardo mia madre e poi la ragazza.
<< Ciao Zoe.>> la ragazza mi sorride felice.
<< Mamma, lei è...>>
La guardo di nuovo cercando di trovare la sua faccia nella mia memoria, ma niente.
<< Mamma ti presento, la mia amica.>> dico indicando la ragazza.
<< Piacere signora Andrès io sono Christal.>> Christal porge la mano a mia mamma.
Mi siedo accanto a lei.
<< Piacere, mio Christal, chiamami pure Carolaine.>>Dopodiché vi fu il silenzio.
Un silenzio molto imbarazante oserei dire.
<< Oh.>> sembra accorgersi di qualcosa.
<< Vi lascio sole, così parlate di quello di cui dovete parlare.>> dopodiché si alza in modo un po' goffa e se ne va.
La guardiamo entrambe allontanarsi, finché non scompare dalla nostra vista.<< Emmm...>> inizia Christal.
<< Che ne dici se andiamo a fare un giro?>> propone poggiando la tazza sul tavolino.Io che sono appena ritornata qui dopo essermi persa dovrei riuscire, rischiando la mia vita?
Mi alzo un attimo.
<< Aspettami un attimo... Vado a cercare mia madre cosi...la avverto che sto uscendo.>>
Ma che razza di scusa è, chi è che avverte sua madre che sta uscendo quando a 17 anni?
<< Si, bhe aspettami un attimo qua.>>
Apre le mani, in segno che non potrebbe andare altrove.Entro, in cucina e la trovo seduta, che mangia dei biscotto con del te.
<< Mamma.>> dico sedendomi nel tavolo della cucina davanti a lei.
<< Che c'è?>>
<< Quella ragazza mi ha chiesto di uscire con lei?>> chiesi preoccupata.
La sua faccia e un misto tra preoccupazione per la mia salute mentale e irritamento.
<< E quindi?>> chiese mordendo un altro biscotto.
<< Non so come ritornare qui a casa.>> mi lamentai nascondendo la faccia tra le mani.
<< Zoe, mi stai scacciando!>>
<< Che faccio? Non posso mandarla via ora.>> continuai, solo io posso preoccuparmi di quello che può pensare una sconosciuta.
<< Chiamami, e ti vengo a prendere io.>>
<< Non ho la sim.>>
<< Zoe ci sarà un telefono pubblico da qualche parte.>>
<< Ah, giusto. Il tuo numero di telefono?>> dico alzandomi dal tavolo.
Cerca nella sua borsa e mi porge un suo biglietto da visita.
<< Grazie.>> la ringrazio, andando da Chrystal.<< Zoe.>> mi chiama prima che possa scomparire dalla sua vista.
<< Come hai fatto ha tornare oggi ha casa se non sapevi come ritornare a casa?>>
Sbianco.
<< Poi ti spiego...>> le dico, quasi correndo da Chrystal.<< Andiamo.>> le dico.
La ragazza si alza, e usciamo da casa.
<< Dove vuoi andare?>> mi domanda una volta fuori.
<< Dimmi tu...>> le rispondo forzando un sorriso.Dimmi tu, chi sei?
Forse e questa la domanda che dovevo farle.
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Brown Eyes
General FictionPer chi non ha mai amato è difficile iniziare a farlo. Dopo aver passato un'infanzia difficile a Boston, Zoe Andrès 17 anni si trasferisce a Sidney. Vorrebbe lasciarsi il passatto alle spalle e ricominciare da capo. Desidera cambiare, allontanare...