Erano passate ore, forse giorni da quando avevo visto la nonna e da allora non riuscivo ad aprire gli occhi, nonostante lo volessi con tutta me stessa. Ero spesso circondata da medici e infermieri e un incessante bip meccanico mi dava la certezza che mi trovavo su un letto di un ospedale.
Salvatore era costantemente accanto a me. Lasciava la mia mano per pochi secondi o andava via per qualche minuto. A volte era così silenzioso che quasi mi sembrava di ascoltare i suoi pensieri.
Spesso lo sentivo lavorare al computer per ore e ogni tanto riceveva delle telefonate dai suoi amici che cercavano di tirarlo su di morale.
I miei genitori si davano il cambio ogni giorno per farmi compagnia, ma non avevano mai provato a parlarmi direttamente, contrariamente al mio fratellino Francesco. Lui sapeva che Salvatore era un personaggio famoso, avevo ascoltato la sua voce emozionata mentre gli parlava, ma percepivo anche la sua tristezza e spesso si rivolgeva a me nella speranza che da un momento all'altro gli avrei risposto. Era in questi momenti che desideravo maggiormente muovermi e abbracciarlo forte, ma nonostante la mia volontà, ogni muscolo sembrava immune ai miei comandi. Era frustrante.La porta si aprí.
"Ciao Ayrton" disse Salvatore e il suono delle dita sulla tastiera si interruppe.
"Ciao" rispose l'altro avvicinandosi "ti ho portato il pranzo. Prima o poi lascerai stare quel portatile?"
"Ho scoperto delle cose, guarda qui."
Ayrton stette in silenzio per qualche secondo, poi sospiró turbato "credi davvero in queste cose?" chiese poi.
"Alessia mi ha detto di aver visto sua nonna quando ha perso i sensi."
"Ma non é possibile. Qualcuno deve averle fatto del male e appena sapremo chi é stato, la pagherà" ringhió Ayrton.
"Non ha ferite né traumi interni, non può essere stato un incidente o un'aggressione! C'è qualcosa di più sotto..." rispose Salvatore "e inoltre guarda qui: questa é la fotografia che Alessia aveva in mano quando l'ho trovata."
"E allora? Sarà una di quelle del vecchio palazzo."
"Conosco ogni singola foto che é in quel posto e non l'ho mai vista."
"E se l'avesse scattata lei?"
"Scherzi? Hai idea di quanti anni deve avere questa fotografia?"
"Potrebbe sempre averla trovata!"
"E a che scopo tenerla? É strappata!"
"Non lo so, Salvatore.. Io non credo in queste cose. Voglio fidarmi delle indagini che sta svolgendo la polizia" disse infine Ayrton e tornó il silenzio per qualche minuto.
Salvatore camminava lentamente per la stanza, sospirando "Chi pensi che siano le persone di questa foto?" chiese dopo un po'.
"Potrebbe essere chiunque!"Ricordavo chiaramente la fotografia che mi aveva lasciato la nonna tra le mani. Era in bianco e nero, strappata esattamente a metá e doveva avere almeno cinquanta anni. Il soggetto era un uomo molto bello, con abiti eleganti e stringeva tra le braccia un neonato che aveva il suo stesso sorriso. Ma non avevo mai visto quell'uomo. Cos'era che la nonna desiderava farmi trovare?
"Mh.." interruppe i miei pensieri Salvatore.
"Ora ti sei offeso?"
"No, ma ho intenzione di indagare. Sono quasi del tutto certo che questa fotografia sia un indizio per capire cosa effettivamente sia accaduto.""Allora dovresti darla alla polizia!"
"Vuoi aiutarmi?" disse seccato Salvatore "vuoi aiutare Alessia o no?"
"E va bene, ma smettila di tormentarti! Hai solo 19 anni e ne sai molto meno di quella gente che sta lavorando là fuori" urló Ayrton.
"Inizieremo cercando a casa di Rosalia, stasera" replicò con calma Salvatore e quasi mi sembró di percepirne il sorriso.
Poi la porta si chiuse e Salvatore rimase solo assieme a me.
"Alessia io non so se tu riesci a sentirmi, ma se così fosse, ti prego, tenta di tornare da noi.. da me. Io ho bisogno di te" disse con la voce che gli tremava.
Non lo avevo mai sentito parlare così. Le sue parole creavano sensazioni di vuoto sulla bocca dello stomaco.Ero impotente.
Non sapevo come attenuare il dolore di Salvatore ed ero a pezzi.Sentii le sue lacrime umide sul mio petto e provai l'impulso di gettargli le braccia al collo. Doveva sapere che io non me ne sarei andata. Non potevo andarmene. Non ora che ci eravamo trovati.
Ma cosa potevo fare? Non riuscivo neanche ad aprire gli occhi. Se avessi potuto, avrei tirato un pugno al muro dalla rabbia. Ma continuavo a rimanere immobile a fissare il buio, in quel lettino che immaginavo di colore bianco.
Ciao a tutte albicocche!
❤
Mi scuso se questo capitolo non è il massimo e soprattutto perché è uscito così tardi. Sto avendo dei problemi piuttosto seri in famiglia e spero che mi capirete. Come sempre fatemi sapere qui sotto cosa ne pensate e lasciate le stelline 🌟🌟.
E se vi va, passate anche qui!YouTube: Albix-For Infinity
Instagram: Chiccy97Ah, vi amo tanto ❤❤❤
STAI LEGGENDO
You
FanfictionAlessia é una ragazza di diciotto anni, ama i videogames, vuole bene alla sua famiglia, ama l'arte ed é innamorata del suo migliore amico Ayrton. Un giorno, dopo la tragica morte della nonna, Alessia é costretta ad andare a Padova per gestire la cas...