L'uomo del sogno

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"Vuoi venire con me a Milano?" pronunciò Salvatore una sera, davanti ai miei genitori.
Di lí a pochi giorni si sarebbe tenuto un evento al quale erano stati invitati i Mates, erano gli ospiti più attesi e Salvatore mi stava proponendo di andare con lui per mostrarmi come era il suo mondo.

Mia madre mi squadró per qualche secondo dal bancone della cucina, attendendo una mia risposta. Aveva imparato a conoscere Salvatore e le era bastato per comprendere che non poteva farmi in alcun modo del male.

"Allora vuoi venire?" chiese ancora, accorgendosi del mio sguardo perso.
"Certo che sí" sorrise per l'enfasi con cui avevo risposto.

Sapevo che il pensiero dei miei genitori era rivolto agli eventi che li avevano portati lí, erano preoccupati per me e per quello che sarebbe potuto accadere. Temevano perché ancora non si trovava risposta alla precedente disavventura e non volevano vedermi ancora in un ospedale.
Le investigazioni procedevano senza dare frutti, nessuno si spiegava come fosse stato possibile tutto ciò che era avvenuto e lentamente le ricerche si affievolirono.

"Allora partiamo domani alle 5.00 del mattino. Se vuoi, puoi restare a dormire da me stanotte" disse lui sedendosi accanto a me sul divano e cingendomi le spalle.
"Non vedo l'ora" e gli diedi un sonoro bacio sulla guancia.

Presi le poche cose che avevo portato dalla nonna e chiusi la valigia.
Salvatore mi guardava dalla soglia della porta. Aveva rassicurato i miei che sarei tornata sana e salva a casa e aveva affermato che tre giorni in una città diversa mi avrebbero fatto certamente bene.

"Ma quanto sei bravo a fare la parte dell'attore?" esclamai una volta fuori casa, riferendomi alle frottole raccontate ai miei genitori.
"Non puoi neanche immaginarlo" rise lui prendendo la mia valigia.

Casa di Salvatore non era distante da quella della nonna, era un piccolo palazzo circondato da distesi prati verdi.
"Non spaventarti quando entri, la mia famiglia é un po' fuori di testa" esclamò ridendo.

Sgranai gli occhi.
La sua famiglia? Questo piccolo dettaglio mi era sfuggito. Sarei piaciuta alla sua famiglia? E se mi avessero trovata troppo diversa dalle loro aspettative? Iniziai a pormi mille domande. Salvatore se ne accorse e sembró leggermi nel pensiero
"Sei perfetta piccola" disse mentre suonava il citofono.

Salimmo una rampa di scale e ci trovammo di fronte ad una porta socchiusa dalla quale spuntò una gattina bianca.
"Luna!" esclamò Salvatore prendendola in braccio. La piccola rispose facendo le fusa al padrone.
"Come é carina" dissi accarezzandola.
"Dai vieni dentro!" mi prese per mano e chiuse la porta alle nostre spalle.

I genitori di Salvatore ci accolsero nella sala da pranzo, avevano una leggera cadenza napoletana e facevano continuamente battute per le quali era impossibile non ridere, erano molto allegri. I fratelli invece erano di un'innaturale bellezza: il ragazzo più grande si stava laureando all'università, mentre la sorellina più piccola era ancora alle scuole medie.

Ero rimasta incantata da quella famiglia che sembrava essere uscita da una favola a lieto fine.

"Vieni ti mostro la casa" disse Salvatore guidandomi per il corridoio.

"E questa é la mia camera" concluse dopo che mi aveva fatto vedere tutte le stanze.
Un letto in ferro su un soppalco occupava buona parte della stanza, sotto questo vi era una lunga scrivania piena di oggetti e il computer acceso.
Le pareti bianche invece erano ricoperte di poster e quadri. In tutta la stanza vi era una sola mensola piena di peluches e regali dei suoi fan.

"Ti dispiace dormire con me?" disse Salvatore indicando la scala del soppalco.

"Come potrebbe?" sorrisi, mentre sfilavo il pigiama dalla valigia,
"torno tra un minuto" dissi uscendo dalla sua camera.

Mi avviai verso il bagno, dovevo cambiarmi per la notte, ma rimasi immobilizzata di fronte ciò che trovai.

Accanto alla porta del bagno, nel corridoio di quella casa, erano esposte  alcune fotografie in bianco e nero.
Al centro della parete vi era la foto di un gruppo di uomini. Nello sfondo un'ombra con indosso una tuba, gli occhi scuri e grossi baffi che delineavano le sue labbra, sorrideva all'osservatore.

Era l'uomo del sogno.

Ciao a tutti albicocche ❤. É stato difficile scrivere questo capitolo e devo dire che non sono neanche troppo soddisfatta, voi che ne pensate?
Lasciate tante e stelline e fatemi sapere che ne dite!
Non avete idea di quanto mi rendano felice i vostri commenti . ❤.

Ps. Dove siete stati in vacanza? Io devo ancora partire 😢.

Un bacione a tutti 😙.

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Instagram: Chiccy97

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