Non riuscivo a smettere di pensare a lui. Il suo nome era un eterno sussurro nella mia mente, ma non vi era Salvatore accanto a me.
Avevo imparato a riconoscere il suono dei passi di chi entrava nella stanza in cui mi trovavo e le dita di chi mi accarezzava. Ma la mano che mi sistemava le ciocche tra i capelli questa volta era quella di mia madre.
La sentivo spesso piangere di tristezza, ma in quel momento il suo pianto era diverso, si percepiva che era arrabbiata."Non avrebbe mai dovuto conoscere Salvatore. Tutto ciò é per colpa sua, é così ovvio!
Non capisco perché le indagini continuino ad escludere questa possibilità!" disse ad un tratto singhiozzando."Non puoi dare per certa una cosa simile" rispose mio padre dall'altro lato della stanza.
"E se fosse così? Ha sempre badato a se stessa e ora compare questo ragazzo e lei, lei é.." rispose ricominciando a piangere.
"Tesoro sta tranquilla, risolveremo insieme questa situazione. Vado a prenderti da bere" rispose lui, andandosene.
Mio padre cercava sempre di mantenere la calma nelle situazioni più difficili. Preferiva nascondere il suo dolore pur di aiutare chi amava.
Ma quelle parole mi facevano del male. Salvatore non meritava la colpa di nulla. Aveva fatto in modo di aiutarmi sin da quando lo avevo incontrato la prima volta ed era la persona di cui mi ero innamorata. Oramai ne ero certa.
D'altra parte mi domandavo anche io come fossi finita in quella situazione e sarebbe stato difficile riuscire a spiegare i fatti.
Salvatore doveva essere arrivato ad una conclusione, avevo bisogno di svegliarmi e di parlare con lui. Dovevo raccontargli cosa mi aveva detto la nonna, doveva sapere che ció che stava accadendo era vero.
Dovevo svegliarmi.
Dovevo riuscirci.Sentii qualcuno chiamare Salvatore.
Poi silenzio.
E di nuovo una voce che lo chiamava ad intervalli irregolari.Cercai di capire da dove provenisse, ma mi resi conto che quella voce era la mia.
Sentii del trambusto: dottori e infermieri facevano largo nella stanza, mia mamma cominció ad urlare di voler restare lí, i suoni si sovrastavano l'uno sull'altro. Sentii che veniva allontanata da me.
Poi fui sola nella stanza assieme ai medici.
"Salvatore" continuava la mia voce, ma era impossibile controllare le mie labbra.
Sembrava che pronunciassi il suo nome involontariamente e nessun altro muscolo era in grado di muoversi.Le parole dei medici si confondevano sopra le mie deboli e distinte.
I passi e i rumori si fecero sempre più fiochi fino a sparire del tutto.
Solamente la mia voce risuonava nella stanza vuota.
Ma, ad un tratto, dei passi diversi fecero eco nel corridoio: Salvatore.
La porta si aprì e in quel momento spalancai gli occhi. Ci riuscii.
La luce invase il mio campo visivo e per un attimo non vidi nulla.
Mi ritrovai tra le braccia di Salvatore che mi stringevano fino a fare male, la sua bocca sfiorava il mio collo con dolcezza e ogni singola parte del corpo sembrava aderire perfettamente al suo: eravamo due pezzi di un puzzle, due persone legate da un abbraccio che appariva eterno.
"Alessia" sussurró lui al mio orecchio.
"Mi stai facendo male" risposi io rompendo quell'atmosfera magica.
"Almeno non vai più via" disse lui attirandomi ancora di più a sé "non farlo mai più" ribatté e mi bació sulle labbra.
Quello fu il nostro vero primo bacio, dove entrambi eravamo consapevoli di ciò che volevamo: stare assieme.
La dottoressa entró nella stanza tossendo.
"Scusate se vi interrompo ragazzi, ma dobbiamo fare alcuni controlli alla signorina che si é appena svegliata" disse riferendosi a me.
"Ti dispiace se te la rapisco per un po' Salvatore?" la dottoressa guardava Salvatore sorridendo.
"L'importante é che poi ritorni da me" disse sciogliendo l'abbraccio e alzandosi dal letto in cui stavamo.
Poi mi sussurró all'orecchio "Non farti ingannare dalle domande: devi dire che non sai nulla" e uscì dalla stanza.
Salvatore aveva scoperto qualcosa. Ora toccava a me reggere il gioco.
Non potevo dire che avevo parlato con la nonna e che era stata lei a lasciarmi una fotografia di persone che neanche non conoscevo.
Dovevo inventare una causa plausibile per ció che era accaduto o avrei corso il rischio di finire nelle mani di qualche psichiatra.
"Prima ti facciamo qualche controllo, poi ti riposi un po' e dovrai rispondere ad alcune domande" disse la dottoressa invitandomi a sedere.
"Sei pronta?" disse porgendomi un bicchiere con un liquido colorato all'interno.
Annuii.
Tappai il naso e mandai giù il liquido.Ciao a tutti albicocche! Sto tornando proprio ora dalla vacanza che é stata meravigliosa e sono accadute tante cose ambigue 😍. Sto pensando di scrivervi un altro capitolo proprio questa sera, ma solo se arriviamo almeno a 5 stelline qui.
Se questo capitolo vi é piaciuto fatemelo sapere qui sotto e un bacio albicoccoso a tutti ❤.Ps. Ai 100 iscritti su YT farò uscire i video che ho registrato con tanta dedizione durante la vacanza.
Se siete curiosi seguitemi qui
Canale Youtube: Albix-ForInfinity
Instagram: chiccy97
STAI LEGGENDO
You
FanfictionAlessia é una ragazza di diciotto anni, ama i videogames, vuole bene alla sua famiglia, ama l'arte ed é innamorata del suo migliore amico Ayrton. Un giorno, dopo la tragica morte della nonna, Alessia é costretta ad andare a Padova per gestire la cas...