Risveglio?

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P.O.V. SALVATORE
Alessia era in coma.
Nulla sembrava avere più un senso.

Ormai sapevo che non importava quanto fosse legata ad Ayrton, io la desideravo, volevo che fosse mia. Ma ora non avevo la possibilità di stringerla tra le mie braccia, di baciarla e non avevo la minima certezza che sentisse ciò che ogni tanto le dicevo.
Passavo giorno e notte accanto a lei, le tenevo la mano nella speranza che quel contatto le facesse capire che io ero lí, pronto ad accoglierla quando si sarebbe svegliata. Ma i suoi occhi continuavano a rimanere chiusi e la paura di non riabbracciarla più inizió a divampare.

Ayrton si era rivelato più buono di quanto credessi, ogni giorno mi portava il pranzo e spesso mi faceva compagnia, ma non credeva alla mia teoria.
Alessia mi aveva detto di aver visto Rosalia in quei pochi attimi di lucidità ed io le credevo. Credevo che la causa di quella situazione fosse la visione della nonna.

Quel giorno io ed Ayrton avremmo cercato degli indizi, non sapevamo bene da dove iniziare, ma la fotografia di Alessia era chiaramente un punto di riferimento: doveva portare a qualcosa.

Francesco, il fratello minore di Alessia, ci accolse con un gran sorriso. Lui era un mio piccolo fan e la sua stima era totalmente ricambiata.
Era felice di aiutarci.

"Da dove iniziamo?" chiese Ayrton.
"Dalle fotografie" risposi dirigendomi verso quello che era lo studio di Rosalia. Conoscevo bene quella casa, in un certo senso vi ero cresciuto.

La stanza era molto piccola e buia rispetto a come la ricordavo, ma fu un tuffo al cuore entrarvi senza la compagnia della donna.
Alcune foto erano sparse sulla scrivania, altre ordinate sulle mensole in base alla loro data e su quattro scaffali che circondavano la stanza, a pochi centimetri dal soffitto, erano esposte migliaia di macchine fotografiche di un tempo.

"Conosco queste foto a memoria, anche se le ricontrollassimo tutte non andremmo da nessuna parte. Cosa é che mi sfugge?"

Mi sembrava di avere davanti agli occhi una soluzione, ma non riuscivo a capire quale fosse.

"Grande genietto" disse Ayrton ironico.

Francesco mi fissava attento come se aspettasse che gli dicessi qualcosa, poi capii. Alessia mi aveva parlato di alcuni segnali strani che le aveva dato il computer e ora ero quasi del tutto convinto che davvero Rosalia avesse voluto contattare Alessia.

Accesi il portatile e mi accolse la schermata principale di Minecraft.
Il mouse sembrava bloccarsi improvvisamente e il gioco permetteva solamente di creare una nuova partita.

'Play'.

Il mondo si generó creando strutture mai viste nel videogioco: tenebrosi palazzi e sculture ombrate senza una forma precisa.
"Proteggila" uscì scritto in chat.
Digitali velocemente

"Rosalia, sei tu?"

"Sì."

Sbiancai.

Non poteva essere uno scherzo di qualcuno, Rosalia era lí e quello era un suo modo per comunicare.
Era forse un fantasma?

"Lei tornerà da te" apparve ancora e poi il computer si spense.

Ayrton e Francesco mi fissavano a bocca aperta. Avevano visto anche loro quello che era appena accaduto ed erano increduli.

Dovevo fare come mi aveva detto Rosalia. Dovevo proteggere Alessia. Ma da chi? O da cosa?

Ayrton ebbe il mio stesso pensiero e qualche minuto dopo eravamo nuovamente in ospedale.

La voce di un'infermiera che gridava rimbombava per tutto l'edificio. La mamma di Alessia piangeva dimenandosi per entrare nella stanza, mentre l'altra cercava di tenerla ferma con le mani e di tranquillizzarla.

"Se é così perché non posso vederla?" urlava lei irritata.

Ayrton subito accorse e la fece sedere fuori la stanza di Alessia.

"Cosa succede?" le chiesi dopo un po'.

"Ha parlato."

"Cosa?" chiedemmo in coro io ed Ayrton.

"Alessia ha fatto il tuo nome" disse indicandomi.

"Quindi si sveglierà?" chiesi preso da un tuffo di gioia al cuore.

"Non si sa! Non vogliono farmi entrare per vederla. La mia povera piccola.." disse singhiozzando mentre corrugava la fronte.

"Chi é Salvatore?" ci interruppe improvvisamente la dottoressa uscendo dalla stanza di Alessia.

"Sono io."

"Dovresti venire con me."

Mi guardai spaesato, incerto su cosa fare.

Alessia si era svegliata?
Avrei potuto finalmente riabbracciarla?
Improvvisamente ero felice.

I battiti del cuore sembravano coprire qualsiasi altro suono mi circondasse, deglutivo a fatica e per un momento credevo di aver perso la funzionalità delle gambe.
Non riuscivo a muovermi.
Ero tutto un fremere. La dottoressa mi fissava, tenendo la porta aperta e invitandomi ad entrare.

Presto avrei potuto stringere Alessia tra le mie braccia.

Ciao a tutte albicocche❤! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto perché ho cercato di impegnarmi tanto nonostante tutto quello che ultimamente mi sta accadendo. Ora sono a Padova in un treno e sto in modalità "cuoricinisurryédiquicuoricini"😍😍.
Oggi inizia effettivamente la mia settimana di vacanza con partenza da Venezia e ci sarà al riguardo uno special sul mio canale YouTube.
Voi siete gli unici a saperlo perché vi amo tanto ❤.

Lasciate le stelline 🌟🌟🌟 ❤❤❤.
Ps. Scusate per la copertina, ma ho problemi con internet e ho dovuto arrangiare.

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