Romics

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P.O.V. Alessia
Avevo sempre amato la fiera del Romics, sin da prima che fosse invasa dal mondo del web. La pubblicità e la quantità di persone aumentava ogni anno, al punto che nelle ultime edizioni risultava difficile riuscire a camminare tra la folla. E così accadde anche quest'anno, fu proprio una massa informe di persone e cosplay ad accoglierci di venerdì mattina. Ma ormai io ed Ayrton conoscevamo tutte le scorciatoie e i posti meno affollati della fiera. Era certa una cosa in particolare: evitare lo stand di YouTube.
Scattammo tantissime foto con alcuni cosplayer e Ayrton comprò alcuni gadget riguardanti una serie TV di cui non avevo mai sentito parlare prima. Avevano allestito una gara di droni e alcuni televisori mostravano la visuale dall'alto; provammo la realtà virtuale con il visore 3D e guanti colorati: il gioco consisteva nel compiere azioni da ufficio, quali firmare fogli, bere il caffé, accendere e spegnere il computer o azioni quali mettere lo smalto, lanciare le scarpe e ballare. Ayrton cercò più volte di lanciarmi il caffè, ma con scarsi risultati.

Arrivata la sera, esausti dalla giornata, decidemmo di sederci su uno degli immensi prati della fiera, circondati da gente mascherata che amava interpretare non solo fisicamente, ma anche emotivamente il proprio personaggio.

D'improvviso passò vicino a noi un gruppo di persone incappucciate, ognuna di loro indossava una maschera di plastica colorata. Nessuno li avrebbe notati tra tanta gente, ma uno di loro sembrò voltarsi nella mia direzione e il luccichio di quegli occhi mi colpì, provocandomi un sussulto.

"Tutto bene?" accorse subito Ayrton accorgendosi di qualcosa.
"S-sì" risposi continuando a sostenere quello sguardo.

Il gruppo di persone procedette a passo svelto e si addentrò verso il padiglione n. 5, quello dedicato a YouTube.

Non me lo feci ripetere due volte, istintivamente mi alzai e mi diressi verso quel luogo che avevo promesso di non visitare. Ayrton, dietro di me, mi seguiva senza porsi troppe domande.
Erano davvero bastati un paio di occhi a spronarmi ad entrare lì? No. Sapevo benissimo che non era così.
E non sapevo esattamente cosa avevo in mente di fare, ma desideravo vedere ancora una volta Salvatore.

Perché nonostante una persona ci faccia del male, non si smette mai di amarla con tutti se stessi.

P.O.V. Salvatore

L'avevo vista. Erano bastati pochi istanti perché capissi quanto effettivamente mi mancasse. Se fino a quel momento lo avevo solo immaginato, ora tremavo alla sola idea di perderla per sempre.
Avevamo deciso di indossare delle maschere per non essere riconosciuti durante il tragitto che ci avrebbe portati al nostro padiglione ed era stato proprio lo sguardo di Alessia che per quegli attimi mi aveva come fatto rinascere.

Di lì a qualche minuto avremmo dovuto esibirci e già da molto tempo migliaia di voci chiamavano in coro i Mates, urlavano di gioia e si percepiva nell'aria tanta emozione.

Guardai i miei amici, anch'essi emozionati da ciò che eravamo riusciti a creare: non era solo un sogno, avevamo creato un gruppo numerosissimo di amici, di compagni, di mates, che condividono le stesse passioni, gli stessi desideri e che, per quanto il mondo di internet lo possa permettere, si sostengono a vicenda.

Grida più forti ci accolsero non appena salimmo sul palco. Una miriade di persone, di puntini colorati si muovevano insieme, c'era chi alzava le braccia, chi i regali, altri le magliette del nostro gruppo, altri ancora fogli e quaderni o fotocamere.

Sembrava avere di fronte un oceano di meraviglia e lì in mezzo, forse, c'era anche Alessia.

Presi un pennarello blu e mi avvicinai alle transenne per fare autografi e foto, sentivo chiamare il mio nome in tutte le direzioni e ciò che desideravo era accontentare tutti.

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