"Lei é sicura che nessuno la seguisse mentre andava all'edificio?" chiese per la milionesima volta il commissario della polizia.
"Nessuno mi seguiva. Ricordo di essere inciampata, devo aver battuto la testa" risposi inventando.
"Ma lei non ne riporta i segni, lo sa? É per questo che crediamo che qualcuno le abbia fatto o dato qualcosa che non possiamo ancora spiegare con questi pochi dati."
Annuii silenziosamente.
"Ci potrebbe dare il nome di una persona che le é vicina e che avrebbe potuto avere un motivo per farle del male?"
"Mi dispiace, ma qui non ho nessuno che potrebbe fare un solo pensiero negativo su di me" risposi seccamente.
"E di Salvatore che mi può dire?"
"Lui non farebbe del male a nessuno. Mi ha aiutato tanto e gli devo tanto" dissi soffermandomi sulle ultime parole.
"Va bene, basta così per oggi. Ci vediamo domani per le altre domande. Grazie Alessia Enni."
"Si figuri" dissi mentre usciva dalla stanza.
Ero di nuovo sola. Ma c'era una persona che più di tutti desideravo vedere: mio fratello. Presi il gancio a cui era attaccata la flebo e iniziai a girare per i corridoi dell'ospedale. Non ero stanca, mi sentivo piena di energie, ero come rinata.
Poter muovere le gambe e controllare ogni parte del mio corpo erano movimenti che prima reputavo involontari, a cui non avrei mai dato peso, ma ora era diverso, in poche ore ero riuscita a prendere il controllo di ogni mio muscolo e ne ero felice.
"Buona sera dormiglione" esclamai mentre sbadigliava seduto in un corridoio.
"Alessia!" gridó lui abbracciandomi
"ora stai bene?""Sì, mi sei mancato" risposi scompigliandogli i capelli.
"Ma tu devi andare da Salvatore! Lo sapevi che era lui lo youtuber che seguo, vero? Dai vai da lui" disse spingendomi.
"E non vuoi passare un po' di tempo con la tua sorellina?" chiesi facendo una linguaccia.
"Abbiamo tanto tempo. É meglio se tu vai da Salvatore."
"E va bene, peró non combinare guai."
Nonostante l'età, mio fratello capiva quanto bisogno avevo di parlare con Salvatore. Non avevo ancora avuto modo di godermi a pieno quello che sembrava l'inizio della nostra storia.
"Muoviti" rise Francesco dandomi uno strattone in direzione di un secondo corridoio.
Salvatore era seduto su un divanetto dell'ingresso. Non appena mi vide, un grande sorriso divampó sul suo volto e rimasi immobile a guardarlo. Quel sorriso era la causa di ciò che molti chiamavano 'farfalle nello stomaco'.
Mi venne incontro per aiutarmi a sedere.
"Ciao piccolina" pronunciò cingendomi la vita con le braccia "vuoi scappare con me?" sussurró poi, mentre sganciava la sacca della flebo ormai vuota.
Quelle parole, per quanto fossero semplici, mi fecero rabbrividire e senza proferire risposta, mi lasciai guidare da Salvatore fuori dall'ospedale.
"Dove mi porti?" domandai mentre il Taxi ci accompagnava.
Ciò che stavamo compiendo era illegale per le mie condizioni, ma entrambi cercavamo tranquillità per noi due."In un posto che conosci bene" rispose lui sorridendo e cercó le mie dita. Mi rilassai al suo contatto. Non c'era niente che mi facesse stare bene se non accanto a lui.
Ci fermammo davanti un posto che conoscevo: il vecchio edificio verde.
"Ma non stanno facendo le indagini qui?" chiesi.
"No, non hanno trovato nulla e hanno lasciato perdere. Inoltre si sono stupiti del fatto che nonostante abbia tanti anni, questo edificio non é pericolante" rispose lui, invitandomi ad uscire dall'automobile.
Il vecchio portone cigoló dietro le nostre spalle.
"Ora devi chiudere gli occhi."
"Cosa?" lo guardai di sbieco.
"Chiudi gli occhi, ti guido io."Sentii i suoi passi lenti e le emozioni che lo travolgevano. Abbracciata a lui potevo ascoltare il suono dei battiti del cuore e il suo respiro agitato.
Cosa voleva mostrarmi? Ero curiosa e allo stesso tempo emozionata."Ecco, ora puoi riaprire gli occhi."
La stanza delle foto era stata sistemata, le luci nelle bottiglie creavano un'atmosfera di serenità e al centro della sala vi erano alcuni cuscini sistemati su delle coperte e nel mezzo di questi una scatola di dolcetti."Che cos'è questo?" domandai in un misto tra stupore ed emozione.
"Questo sarà il nostro posto. Se tu vorrai, insomma.." rispose imbarazzato.
Salvatore aveva imparato a manifestare le proprie emozioni con me e ciò mi faceva piacere, mi faceva sentire in un certo senso unica.
"Perché proprio qui?"Mi prese per mano e io lo seguii.
"Esattamente qui é accaduto qualcosa che non potevo immaginare né prevedere" sorrisi pensando a quella piccola dichiarazione che ci eravamo scambiati: due sole parole, ma forti."Sì, questo è il nostro posto" risposi e mi alzai sulle punte per dargli un bacio, ma lui si scostó, mi prese in braccio e mi fece volteggiare.
La mia vestaglia bianca contrastava con gli abiti scuri di Salvatore, che camminava verso quei cuscini.
"Così puoi stare comoda" mi sistemó i cuscini attorno e si sedette accanto a me, sul pavimento."Puoi anche sederti su un cuscino, entriamo in due" desideravo stargli vicino e lo voleva anche lui, ma il suo buon senso prevaleva.
Si avvicinò quanto bastava per abbracciarmi e stammo qualche minuto in silenzio ad inebriarci l'uno della vicinanza dell'altra. La mia schiena era appoggiata al suo petto e le sue mani disegnavano piccoli cerchi immaginari sulle mie braccia.
"Questa é tua" ruppe il silenzio dopo un po' porgendomi la fotografia strappata che mi aveva dato la nonna. Era esattamente come la ricordavo, ma non sapevo chi potevano essere quelle persone.
"Credi che ci porterà a qualcosa?" domandai.
"Spero di sí. Rosalia ha parlato anche a me. Mi ha detto di proteggerti."
Sgranai gli occhi.
"Proteggermi da cosa?""Non lo so.." rispose dandomi un leggero bacio sulla fronte.
Mi rabbuiai. Non sapevamo proprio da dove iniziare e la nonna voleva condurci a qualcosa di estremamente importante.
"Ero in coma per l'incontro con la nonna, vero?" domandai cambiando discorso.
"Sì. Ho fatto delle ricerche e alcuni dicono che può avvenire nel caso in cui si incontri il fantasma di un defunto. Il tutto perché suscita delle sensazioni così intense paragonabili a veri e propri traumi.
Avrei faticato a crederci se non mi avessi detto di aver visto Rosalia e io mi fido di te.""Io ho paura di questa storia."
"Finché ci sarò io, nessuno ti farà del male, ok?" disse lui attirandomi a sé.
"Ok" sussurrai prima che le nostre labbra si incontrassero.
Ciao albicocche! Ci volevano un paio di capitoli di dolcezza pura tra Salvatore e Alessia, vero?
Ho pubblicato di mattina perché ieri sera dopo il viaggio sono crollata dalla stanchezza e inoltre questa mattina ho dovuto fare un altro viaggio a causa di un'altra brutta notizia in famiglia. É un periodo un po' strano.. però per me scrivervi i capitoli di questa storia e vedere che li apprezzate é un modo per stare bene. Vi amo tanto ❤YT: Albix-ForInfinity
Instagram: Chiccy97
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FanfictionAlessia é una ragazza di diciotto anni, ama i videogames, vuole bene alla sua famiglia, ama l'arte ed é innamorata del suo migliore amico Ayrton. Un giorno, dopo la tragica morte della nonna, Alessia é costretta ad andare a Padova per gestire la cas...