Takeru x Riku

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Okay! Giù i forconi! So che non aggiorno da tipo secoli, ma ero in vacanza...
All'inizio credevo che mi sarei annoiata tutto il tempo e che quel tempo lo avrei usato per scrivere, ma ho conosciuto tante persone e purtroppo alla fine quel tempo non l'ho più trovato... ma ora spero di rimediare con questa OS!
Buona lettura!

La sveglia suonò, un nuovo giorno stava per cominciare, un nuovo giorno che Takeru avrebbe dovuto sopportare, un nuovo giorno a sperare, a restare al suo posto, a far finta di niente.
Controvoglia si liberò del leggero lenzuolo che lo aveva ricoperto quella calda notte di metà maggio. Presto la scuola sarebbe finita e con essa anche i duri allenamenti. Forse era meglio così, almeno non avrebbe dovuto vedere tutti i giorni il viso di colui che offuscava sempre e segretamente i suoi pensieri. Sì, era meglio così, doveva smettere di soffrire.
In poco tempo si preparò, pronto per affrontare una noiosa giornata a scuola, il solo pensiero lo fece sbuffare pesantemente. Ma poi pensò agli allenamenti, alla corsa, correre senza mai fermarsi. Questo pensiero lo rese ancora più ansioso, perché avrebbe rivisto Riku. Ogni volta ne ammirava i capelli chiari svolazzare guidati dal vento, l'espressione sorridente che lo accompagnava ogni volta che correva libero e senza pensieri.
Si diede mentalmente uno schiaffo, non doveva pensare a lui, non doveva farsi trascinare dai suoi sentimenti. Continuava a negarli, non li accettava, non ci riusciva. Era troppo strano per lui innamorarsi di una persona del suo stesso sesso, non gli era mai capitato. All'inizio credeva fosse solo una fase di passaggio che qualsiasi adolescente ha, ma poi aveva ripensato a tutte quelle volte che alla sola vista di Riku il suo cuore aveva mancato un battito, come tuttora succedeva. E a quando quel giorno in sauna lo aveva toccato in maniera diversa, più intima. Anche se agli occhi di qualunque altra persona poteva esser sembrato un tocco normale, per lui era stato uno dei momenti più emozionanti mai provato. Aveva represso tutti i suoi sentimenti, perché non poteva permettersi di svelarli, fingendo di essere interessato ai suoi muscoli, perché li ammirava. Nient'altro che una scusa, la sua solita espressione priva di sentimenti e ogni cosa poi venne facilmente dimenticata da tutti. Da tutti tranne che da Takeru, oh, povero Takeru, costretto a fingere e a nascondersi per paura dei giudizi altrui. Ma che altro poteva fare? Per ora gli bastava anche solo vederlo, anche se sapeva, nel profondo del suo cuore, che più il tempo passava, più si innamorava e i sentimenti non potevano essere per sempre nascosti, che lui li accettasse oppure no. Non puoi comandarli e Takeru ormai lo aveva capito. Era innamorato di Riku e ciò non sarebbe cambiato facilmente.

Accennò un sorriso e salutò i compagni, tutti euforici e pronti per iniziare gli allenamenti. Riku ricambiò il suo saluto con uno più entusiasta com'era solito fare. Ecco, ciò che più di tutto complicava le cose, erano i suoi atteggiamenti così sbarazzini e amichevoli con chiunque. Era sempre felice, sempre pronto ad andare avanti, senza mai fermarsi o cadere, col sorriso sempre stampato su quella bella faccia. Takeru lo ammirava anche per questo. Takeru lo amava per questo.
Perso nei suoi pensieri si accorse solo dopo molto tempo di essere fissato proprio da Riku. quest'ultimo sembrava nervoso, in qualche modo Takeru intuì che aveva qualcosa da dire, ma che non riusciva a tirar fuori. Così, quando i loro sguardi si incontrarono, Riku si fece coraggio e si avvicinò al corvino. Incuriosito e col cuore a mille Takeru attese con pazienza che il biondo parlasse, senza staccargli gli occhi di dosso.
-C'è una cosa che devo assolutamente dirti...- il suo tono era incerto e quasi balbettava, non per quello che stava per dire, ma a chi lo stava per dire.
Intanto intorno a loro i compagni si allenavano, lasciando i due in disparte, il che rese Riku più tranquillo e Takeru ancora più nervoso. Non disse nulla, così l'altro continuò con un po' di timore.
-Vedi... c'è questa mia compagna di classe che mi viene dietro da molto... la cosa si sta facendo davvero pesante perché mi sta sempre appiccicata e io non lo sopporto più... così oggi le ho detto chiaro e tondo che non volevo uscire con lei perché io... perché...- Takeru non sembrava affatto sorpreso, Riku era un bel ragazzo e spesso molte ragazze gli facevano il filo... purtroppo non solo le ragazze, puntualizzò riferendosi a sé stesso. Il fatto che Riku non volesse uscire con quella ragazza lo tranquillizzò e si mise l'anima in pace.
Ma ora non capiva quale fosse il problema, cos'altro c'era da sapere che Riku non riusciva a dirgli?
-Perché...? Va' avanti.- Lo incitò, sempre più impaziente.
-Perché le ho detto che... che io sono gay e che sto con te.- Disse tutto in un fiato alla velocità della luce, per chiudere gli occhi e sollevare le braccia come ripararsi da possibili colpi del corvino, il quale sperava di aver capito male, ma purtroppo sordo non lo era ancora diventato.
-Tu, che cosa?- Domandò con tono arrabbiato, e lo era veramente! Tutto quel tempo a fingere di essere una persona "normale", a nascondersi, e poi arrivava lui che per togliersi le ragazzine di dosso si inventava certe cose? Per fortuna erano rimasti soli e gli altri erano troppo lontani per sentirli.
-Come ti è venuto in mente di dire cose del genere? Poi, perché proprio io?!-
Riku si sentiva in colpa, ma ciò che lo fece stare ancora più male fu la sua risposta. Sapeva che avrebbe reagito male, ma provarlo e vederlo davanti agli occhi era tutt'altra cosa. Lo fece stare male, deluso, quasi sentì il proprio cuore rompersi. E si chiese perché.
-Scusami! Era la prima cosa che mi è passata per la testa, non l'ho fatto di proposito!- Takeru poteva vedere i suoi sensi di colpa attraverso la sua espressione preoccupata e dispiaciuta. Non voleva reagire così male, ma la vita era stata così bastarda con lui.
Dopo interminabili secondi di silenzio assordante, Riku parlò.
-E... ehm... c'è dell'altro...- Confessò balbettando, era pronto per una nuova sfuriata.
Takeru non disse nulla, era troppo arrabbiato con sé stesso, col mondo, ma non con Riku, non poteva esserlo con lui. Era lui quello innamorato della persona sbagliata, il gay che deve starsene al suo posto.
Riku prese un grosso respiro e continuò.
-Questa ragazza non voleva credermi... così mi ha detto che voleva le prove e...- gli occhi di Takeru si spalancarono di botto, aveva capito tutto.
-Ha insistito e ha detto che voleva che noi due ci baciassimo di fronte a lei, per farle credere una volta per tutte che con lei non potrò mai stare...-
Non doveva andare così, non era così che si sarebbero scambiati il loro primo bacio. Il loro vero primo bacio. Voleva baciarlo perché entrambi ne erano consapevoli e perché lo volevano. Non perché gli era stato detto da qualcun altro, per un semplice favore.
-No, non posso. Non puoi costringermi a fare una cosa che non voglio fare. Né tu né quella tizia.- Disse freddamente, poi, guidato da quell'ira inspiegabile che solo lui stesso poteva capire, si voltò allontanandosi dal biondo.
Riku non insistette ancora, davvero ci stava rimanendo così male per la reazione più che giustificabile di un suo amico? In realtà non pensava di ottenere una reazione del genere, insomma, non gli aveva mica chiesto chissà che cosa, solo un bacio... e per un esplicito aiuto! Anche il più omofobo degli omofobi lo avrebbe fatto per una buona causa, per un amico. Ma ora che aveva visto i suoi occhi ombreggiati, la sua espressione arrabbiata e... delusa? Non seppe perché, ma Riku ci lesse anche della delusione mista a tristezza. Comunque, ora che lo aveva visto in quello stato, qualcosa dentro di lui gli stava perforando l'anima nel profondo. Qualcosa che lo fece agire d'istinto, qualcosa che mai aveva provato prima di allora. Ma quel qualcosa gli piacque.
Dopo alcuni secondi rimasto a fissare l'immagine di Takeru che si allontanava, come d'improvviso si svegliò. Non ci pensò una seconda volta che si diede la spinta per la corsa che finalmente lo avrebbe portato ad una meta. Tutte quelle gare percorse verso chissà quale meta, quelle corse per arrivare ad una vittoria, a delle medaglie, delle coppe vuote.
Si chiese se aveva mai realmente vinto qualcosa, in tutte quelle gare.
Corse, finché Takeru non fu attirato dal rumore dei suoi passi veloci dietro di sé, che lo fecero voltare. Il cuore che scalpitava alla sola vista di quegli occhi che lo avevano fatto soffrire, ma nello stesso tempo sognare. Takeru represse un sorriso, era come se avesse dimenticato tutto per un istante. Ma poi quel tutto ritornò alla mente e la fronte rimase corrucciata e sul viso s'intensificò un'espressione infastidita e triste.
Riku si avvicinò un po' intimorito, mentre l'altro lo fissava con occhi penetranti, aspettando impaziente, come voleva far credere. Perché in realtà non voleva finisse mai quella meravigliosa vista.
Riku si avvicinò ancora, ora erano faccia a faccia, occhi negli occhi. Takeru inutilmente tratteneva i battiti accelerati, Riku si avvicinò di più, quasi a sentire il respiro dell'altro sulla sua pelle. Chiuse gli occhi e chinò il capo, Takeru era rapito e immobile.
-Scusa.- Fu come un soffio, un vento fresco che ti sfiora piacevolmente la pelle. Un lampo, un attimo che a Takeru sembrò eterno.
-Sono stato uno stupido, ho pensato solo a me stesso senza preoccuparmi di quello che contava più di tutto; il tuo consenso. Ho agito per come mi faceva più comodo... ho sbagliato.-
Ora aveva riaperto gli occhi e Takeru si accorse che erano lucidi. Sì, perché dannazione, era stato come prendere un paletto nel cuore, un'accoltellata nel petto. Era come se Takeru lo avesse rifiutato ed era questo che più lo preoccupava; il fatto di esserci stato male per un rifiuto, un rifiuto da parte di un amico, quell'amico. Cominciava a chiedersi se amico era la definizione più corretta. Ne dubitava perché ora il suo cuore stava battendo come mai lo aveva fatto.
Il viso di Takeru si addolcì ma non rispose, troppo incantato e perso in quegli occhi. Forse stava cercando una risposta, forse i suoi piedi si erano incollati al pavimento, perché non riusciva più a muoverli. Sfiorò con le dita la guancia di Riku, che chiuse gli occhi, beandosi del tocco di quella mano gentile.
E poi fu un attimo, un millesimo di secondo, come un lampo che illumina il cielo in tempesta, durante un temporale. Le sue dolci e morbidi labbra si posarono su quelle di Takeru, carnose e perfette. Lo fecero come se vivessero di vita propria, o come se a muoverle fosse stata una piccola parte di Riku che lui ancora non aveva ascoltato, semplicemente capito o scoperto.
L'ennesimo attimo che a Takeru sembrò durare eterno. Perché quando era con Riku era come se il tempo di fermasse. Come se scorresse lento, permettendogli di godersi a pieno ogni secondo.
E chiuse gli occhi, perché aveva aspettato quel momento da tutta la vita, ormai. Dimenticò il motivo per il quale era arrabbiato e si godette quel tocco così dolce. Una sensazione che mai aveva provato con nessun altro.
E dopo quel piccolo pezzo di paradiso portato sulla Terra, Takeru aprì gli occhi nello stesso istante in cui lo fece l'altro. Ad entrambi crebbe un rossore sulle guance ma nessuno dei due osò staccare quel contatto visivo.
-Ti perdono.-
E finalmente Riku sorrise. Questa volta avevano vinto entrambi.

***
E be', poi si sbaciucchiarono davanti a quella tizia per dimostrare il loro amore e vissero per sempre felici e contenti. :3

Ehm, spero che la vicenda e come ho descritto il tutto centri con i veri personaggi che purtroppo non conosco benissimo... ma spero anche che vi sia piaciuta...
Alla prossima! :*




One-Shots [yaoi] OuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora