Kageyama x Hinata

2.8K 131 14
                                    

-Sbrigati Hinata! Siamo in ritardo!- Sbottò il corvino, intento ad infilarsi le scarpe. Hinata annuì, finì di aggiustarsi l'ammasso di capelli rossi che gli ricadeva sulla fronte poi corse dall'altro. -Sono pronto, sbrighiamoci!-
Di tutta fretta chiusero a chiave la porta di casa e insieme si diressero verso la loro auto. -Dove sono le chiavi della macchina?!- Domandò Kageyama, tastandosi frettolosamente le tasche dei pantaloni. -Non le hai tu?!- Rispose il più piccolo, ormai preso dall'ansia.
Era sempre così; per uscire di casa ogni volta era una corsa contro il tempo. Facevano sempre le cose all'ultimo, finendo per far tardi a qualsiasi impegno avessero in programma.
Kageyama alzò gli occhi al cielo e tornò indietro, riaprì la porta e subito dopo ne uscì con le chiavi che tintinnavano tra le sue mani.
Quando finalmente furono entrambi nell'auto, il corvino non perse tempo e sfrecciò verso la palestra dove, con molta probabilità, la partita era già iniziata. -Siamo ancora in tempo?- Chiese Hinata, mentre non riusciva a tenere a freno le mani dalla troppa agitazione. -Ma che ne so io, sto guidando! Guarda tu l'ora sul cellulare!- Rispose ovvio, senza perdere gli occhi dalla strada. Era più che convinto che se avesse accelerato ancora un po' si sarebbe preso una bella multa per eccesso di velocità.
Hinata alzò gli occhi al cielo e si mise a rovistare tra le tasche in cerca del dispositivo. -L'ho scordato a casa!- Si lamentò, dandosi dell'idiota. Kageyama gli fece cenno di controllare nelle proprie tasche, ma quando Hinata si esporse per controllare nella tasca del corvino più lontana, una curva improvvisa fece andare a sbattere la sua testa contro il cavallo dei pantaloni dell'altro.
Quest'ultimo soffocò un grido e portò una mano lì per alleviare quel lancinante dolore. -Scusa!- Esclamò il rosso, trattenendo le risate. Kageyama non rispose e, mentre una lacrimuccia tentava di uscire, infilò lui stesso la mano nella tasca, tra l'altro, era opposta a dove aveva invece controllato Hinata. Afferrò il cellulare e lo lanciò con noncuranza all'altro, che venne colpito in testa da esso.
-Mancano solo due minuti e la partita inizierà!- Kageyama di tutta risposta accelerò, sfrecciando sulla strada.
Aveva ancora una mano a massaggiarsi la parte colpita che doleva ancora tantissimo. Hinata se ne accorse e, con un sorriso malizioso che rivolse al più grande, disse: -Posso aiutarti col tuo problema?-
Kageyama lo guardò indignato. -Hai già fatto abbastanza! Faremo i conti una volta a casa. DA SOLI.- Ghignò, mentre mille idee perverse si facevano strada nella sua testa.
Quando finalmente giunsero alla palestra, corsero all'interno di essa.
La partita per fortuna non era ancora iniziata, ma a breve lo sarebbe stata.
Era pieno di ragazzini che correvano, che si allenavno eccitati per la loro prima partita di pallavolo.
Hinata fece scorrere lo sguardo tra le tante teste dei bambini e, quando lo vide, lo chiamò agitando il braccio. Il piccolo che aveva sentito quella voce inconfondibile, corse verso la coppia. -Papà! Finalmente siete arrivati! Credevo avreste fatto tardi come al solito!- Esclamò entusiasta, abbracciando entrambi che ridacchiarono per ciò che aveva detto.
-Forza piccolo! Vedrai che andrà benissimo e, ricorda, se dovessi perdere questa prima partita non scoraggiarti, avrai la possibilità di vincerne moltissime altre! Ricorda di non arrenderti mai!- Il piccolo annuì, Hinata gli passò la mano sui capelli scuri già di loro arruffatissimi, poi lo lasciò correre verso il campo, perché richiamato dal fischio del suo coach.
Adottarono Akihiko quando aveva circa un anno, ed ora che sembrava che il tempo fosse volato, ne stava quasi compiendo dieci. Andava solo in terza elementare quando pregò i suoi genitori di farlo entrare in una squadra di pallavolo e, ovviamente, loro non se lo fecero chiedere una seconda volta!
I due sorrisero un'ultima volta, Kageyama inaspettatamente baciò la fronte del compagno, per poi posare una mano attorno alla sua vita. -Hai detto delle belle parole, sono sicuro che giocherà con onestà e si divertirà tantissimo.- Disse, mentre insieme si muovevano verso gli spalti. Hinata sorrise e ricambiò il bacio, questa volta sulle labbra. -Ti ricordi quando anche noi giocavamo? La squadra, gli allenamenti, tutte le partite vinte e quelle perse. Un po' mi manca tutto questo.- Disse malinconico, mentre l'altro annuiva concorde.
Mentre cercavano posto, furono interrotti da delle voci familiari che richiamavano i loro nomi. Quando all'unisono si voltarono, fecero cadere l'occhio sul gruppo di amici che agitavano le braccia. Entrambi riconobbero quelle persone, non persero tempo e col sorriso si avvicinarono.
Abbracciarono Daichi e Suga che, come loro, erano venuti lì per vedere la partita di loro figlio, che giocava col loro. Poi salutarono Nishinoya, il quale aveva tra le braccia un bambino biondo e sorridente, esattamente uguale a quello in braccio ad Asahi.
Abbracciarono Tsukki e Yamaguchi, uno appiccicato all'altro mentre in braccio al più grande era appollaiata una bimba piccola e ricoperta da una tenera copertina lilla. Ed infine salutarono Tanaka che orgoglioso fece loro conoscere la sua fidanzata.
Finalmente quel matto si era trovato una ragazza, era davvero felice e sembrava proprio quella giusta.
Il fischio d'inizio partita attirò la loro attenzione, tutti smisero di chiacchierare e si concentrarono sui ragazzi in campo.
-Hotaru! È lui il primo in battuta! Speriamo vada tutto bene!- Disse Daichi, che non staccava occhi dal campo. Suga lo guardò e lo tranquillizzò con un bacio sulla guancia. Insieme erano così carini, il loro amore si percepiva anche da lontano, pensava Hinata. Li guardava sorridendo, quando il fischio dell'arbitro lo fece distrarre, per scoprire sollevato che Hotaru aveva fatto punto.
Tutti esultarono, impazienti per assistere al resto della partita, il quale era iniziata più che bene.
Il gioco proseguì tra esulti e grida di incoraggiamento, quando Akihiko fece il suo primo punto, Hotaru corse verso di lui per battergli il cinque. A quel punto Tanaka esultò ancora più forte. -Basta! Io li shippo!-
Hinata lo guardò per poi scoppiare a ridere, seguito dagli altri.
Akihiko, che aveva sentito tutto, sviò lo sguardo e arrossì, per fortuna nessun altro aveva sentito.
Il fischio di fine partita proclamò vincitrice la squadra avversaria, tutti i ragazzi si rattristarono, ma la cosa durò ben poco, perché si erano davvero divertiti.
Noya, mentre tutti attendevano che i ragazzi uscissero dagli spogliatoi, propose di fare una partita veloce, ora che il campo era libero. Tutti accettarono con entusiasmo, mentre la fidanzata di Tanaka si propose di curare i bambini.
Hinata e Kageyama erano in squadra insieme, la complicità di una volta era ancora viva tra loro. Era come il duo perfetto, esattamente come un tempo.
Era come ritornare giovani, senza pensieri e con la vittoria come unico desiderio. Si accorsero che, anche dopo tanto tempo, in campo i bisticci inutili scoppiavano ancora, tra quello che molto prima era conosciuto come "Re" e quello che veniva chiamato il "Piccolo Gigante".

Alla fine tutti si congedarono, felici di aver trascorso una bellissima giornata che aveva riempito loro di ricordi.
Quando Kageyama vide che Daichi e Suga si stavano allontanando col figlio, li fermò, mentre Akihiko lo supplicava di lasciarlo andare a casa dell'amico.
Il corvino li convinse con "Ho un conto in sospeso con mio marito, se vi va la prossima volta sarà Hotaru a venire da noi." Il tono con cui l'aveva detto era più che eloquente, solo Daichi e Suga avrebbero potuto interpretarlo nel modo più giusto.
I due annuirono, diedero la buona fortuna per quel "conto in sospeso" e salutarono il corvino, allontanandosi coi due ragazzini che saltavano dalla gioia di poter trascorrere insieme il resto del pomeriggio.
Kageyama ritornò da Hinata che lo stava aspettando in auto. Quando aprì la portiera, si ritrovò gli occhi del rosso puntati, mentre sul viso aleggiava un'espressione di disapprovazione, ma anche impazienza. -Sapevo che lo avresti lasciato andare! Ma va bene così perché ora ti conviene muoverti a far partire questa macchina e andare a casa!- Non era bravo a nascondere quel che voleva e in quel momento voleva solo poter avere stretto al suo il corpo del marito.
Kageyama scoppiò a ridere e, in un secondo, accese il motore e corse verso casa. La loro casa, quella dove l'amore cresceva sempre di più, quella dove erano circondati dalle persone più care.
La loro famiglia.


Buona sheeera! :3L'immagine che ho messo qui sopra mi ha dato i nomi dei figli delle due coppie! XDComunque è un'immagine carinissima e trovo che tutti quanti siano dei patati!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Buona sheeera! :3
L'immagine che ho messo qui sopra mi ha dato i nomi dei figli delle due coppie! XD
Comunque è un'immagine carinissima e trovo che tutti quanti siano dei patati!

One-Shots [yaoi] OuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora