Daichi x Suga

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Dedico questa OS a FigliaDiEfesto__ che mi aveva chiesto di scriverla, spero di non deluderti!
In più, volevo dirvi che non siete più in pochi a chiedermene una, il che mi fa moltissimo piacere e cercherò di accontentare tutti! Ma vi chiedo solo di portare un poco di pazienza, grazie! :3
Buona lettura!

Era un freddo pomeriggio d'inverno, la palestra per fortuna era riscaldata, abbastanza da potersi allenare al calduccio anche in quella stagione. Ma un fitto acquazzone iniziò a rovinare del tutto quella giornata passata al chiuso. E, nel bel mezzo dell'allenamento, un forte tuono ruppe i respiri affannati e stremati dei giocatori. Nessuno ci fece poi tanto caso, erano sicuramente scocciati dal fatto che sarebbero tornati a casa col temporale e la pioggia, cosa non molto gradevole ecco, considerando anche il fatto l'orario indicasse che l'allenamento sarebbe molto presto finito. Tutti tranne Suga, che fermò la palla che in quel momento era capitata in mano a lui, e smise improvvisamente di muoversi. Tutti lo guardarono accigliati, invitandolo a continuare il gioco. Niente, era rimasto paralizzato, immobile, con gli occhi pietrificati. Mentre i compagni gli urlavano di lanciare la palla, Daichi capì che c'era qualcosa che non andava; si avvicinò al ragazzo, chiamandolo con voce calma e tranquilla. -Suga? Qualcosa non va?- La voce di Daichi, al contrario di quella alta e impaziente dei suoi compagni, era dolce e soave, come qualcosa che ti dà l'impressione di essere al sicuro. Le parole pronunciate dal ragazzo di cui era follemente innamorato, gli permisero di riprendere coscienza; agitò con energia la testa e guardò colpevole i suoi compagni. -Sc... scusate io... n-non mi sento molto bene.- Balbettò, poi si allontanò con velocità verso gli spogliatoi, quelli utilizzati solo dagli avversari o dalle ragazze, sotto gli sguardi dei compagni. Questi ultimi, straniti e sorpresi, guardarono interrogativi il capitano, che disse: -Riprendiamo domani, oggi finiamo prima, andate pure a cambiarvi.- Tutti annuirono, si diressero verso il loro spogliatoio e in breve tempo furono pronti per tornare a casa. Alcuni provarono a parlare con Suga, chiedendogli cosa ci fosse che lo aveva turbato, o se c'era qualcosa che potessero fare. Ma lui rispondeva che non c'era niente di cui preoccuparsi, che era solo un po' di mal di pancia, regalando poi a tutti un sorriso tutt'altro che convincente.
Daichi aspettò che tutti fossero usciti, poi, impaziente e preoccupato per l'amico, lo raggiunse negli spogliatoi dove era letteralmente scappato.
Lo trovò rannicchiato sul pavimento; la testa poggiata sulle ginocchia, mentre con le braccia circondava le gambe difronte al petto. Si avvicinò lentamente al corpo raggomitolato del più piccolo, sedendoglisi accanto. Posò una mano sulla spalla di Suga, il quale lo guardò imbarazzato negli occhi. -Ti conosco abbastanza bene da aver capito che qualcosa non va... vuoi dirmelo?- Sussurò, avvicinando sempre di più il viso a quello di Suga, che stava maledicendo con tutto sé stesso quella troppa vicinanza. Scosse la testa, interrompendo subito dopo il contatto visivo col corvino. -Ehi, guardami e dimmi la verità.- Mormorò, sempre con calma impressionante e con quella punta di dolcezza che non mancava mai quando si rivolgeva a lui. -N-Niente...- Ma proprio in quel momento, un altro tuono recise quel semi silenzio tra i due. Suga, spaventato, quasi non saltò sul posto, lasciando che il cuore prendesse a battere in maniera più veloce e anormale. -Suga hai... hai paura del temporale?- Chiese, mettendo in agitazione il più piccolo, che non rispose. -Guarda che non c'è nulla di cui vergognars...- -No... non è quello!- Lo interruppe, alzando la voce e puntando gli occhi lucidi in quelli sorpresi del più grande. -È una lunga storia, se te la raccontassi probabilmente non mi parleresti mai più.- Mormorò, voltando di nuovo la testa verso il lato opposto e ignorando lo sguardo indagatore e sempre più preoccupato di Daichi. -Non ci credo, cosa potrebbe mai separarci? E poi, mi sono sempre piaciute le storie!- Sorrise, per permettere a Suga di essere a suo agio, cosa che invece non ottenne.
Il più piccolo rimase in silenzio, non voleva parlarne, non lo avrebbe mai fatto, o lo avrebbe perso per sempre.
-Non ti fidi di me? Non importa cosa mi dirai, perché so che me lo dirai, ma sappi che la nostra amicizia non finirà, puoi starne certo.-
Ormai era troppo curioso di sapere cosa stesse turbando così tanto Suga, era preoccupato come non lo era mai stato con nessuno. Se, come gli aveva confermato lui stesso, non erano i tuoni il problema, allora qual era?
-Nostra amicizia...- Ripeté con flebile e impercettibile voce le stesse parole del corvino che, non essendo sicuro di aver capito, si accigliò, aspettando che l'altro continuasse. Cosa che, invece, non avvenne. -Hai detto 'nostra amicizia'?- Domandò, più dubbioso e confuso che mai. -No... non lo so... ti prego va via.- Farfugliò, con voce spezzata dal pianto che a momenti sarebbe scoppiato. Strinse ancora di più le gambe al petto, nascondendo del tutto il viso. -Suga... che ti succede?- -Ho detto vai via!- Sbottò, lasciando che le lacrime bagnassero velocemente il suo dolce viso. -Scordatelo! Ma che hai?- Chiese con incredibile calma, abbracciando col braccio le spalle tremanti dal pianto dell'altro. -Fa così male, così tanto che... c-che ho tanta, troppa paura.- Riuscì a tirar fuori, senza però sollevare il viso. -Paura di cosa esattamente, Suga? Se non del temporale, cosa ti spaventa così tanto?- Era veramente interdetto e preoccupato, cosa che lo lasciò molto stranito. Insomma, era già capitato in passato che Suga avesse dei momenti tristi, ma la cosa non lo aveva mai colpito così tanto, lo aveva sempre aiutato, ma come un amico, niente di più. Ora sembrava talmente ansioso e quasi colpevole lui stesso di quella situazione, che nemmeno sapeva cosa fare o come agire.
-Paura di non essere accettato... paura di come reagiresti se ti dicessi tutto. Avrei paura di perderti, Daichi.- -Ma devi dirmelo Suga, io voglio poterti aiutare e non me ne andrò, qualsiasi cosa accada.-
A quel punto Suga prese tutto il coraggio possibile, le parole di Daichi lo avevano reso sicuro e sentiva che quello era il momento giusto.
-Qualche settimana fa, in un giorno come questo, freddo e temporalesco...- Si fermò per un secondo, poi finalmente alzò il viso puntando lo sguardo in quello attento di Daichi, il quale sorrideva per dargli sicurezza. Allora Suga continuò, le lacrime non erano così prepotenti da impedirgli di parlare. -Ancora ricordo quel giorno, il dolore che provai e le lacrime che riempirono le giornate a seguire. Ero così felice perché dopo una faticosa giornata a scuola, ti avrei rivisto e quel pensiero mi rese talmente entusiasta, che cominciai a correre come un pazzo dove ero sicuro ti avrei trovato. Ma quando finalmente ti vidi, tu non eri solo. Eri così vicino a me ma, allo stesso tempo, così lontano ed irraggiungibile. Una ragazza ti stava baciando e tu la toccavi, l'accarezzavi, la facevi sentire come ho sempre voluto sentirmi io, sono scappato tra le lacrime e, da quel giorno, il temporale mi fa venire in mente quello che vidi, perché io... io non riesco più a nasconderlo... Daichi, io sono innamorato di te.-
Il corvino lo guardò con occhi e bocca spalancati, finalmente Suga era riuscito a dirlo, ma ora temeva il peggio, temeva che Daichi sarebbe fuggito e che non gli avrebbe più rivolto la parola, perché schifato dai sentimenti che provava per lui.
Il silenzio cadde, Daichi non poteva credere alle sue orecchie, ma era come se non si fosse mai sentito meglio, si sentiva così bene e... felice. Sì, era felice. E il cuore aveva preso a battere sempre più forte.
Qualcosa in lui lo indusse a spezzare quel momento, qualcosa di cui era sicuro non se ne sarebbe mai pentito, qualcosa che avrebbe rifatto altre cento volte. Con entrambe le mani, accompagnate dalla solita dolcezza che dedicava solo a Suga, afferrò il viso di quest'ultimo. Si perse per un millesimo di secondo nei suoi occhi lucidi, guardò le sue guance già arrossate, ma che ora lo erano di più a causa della vicinanza dei loro visi. Poi, senza dir nulla, chiuse gli occhi e lasciò che le loro bocche si incontrassero, che si cercassero bramose, che si chiudessero in un dolcissimo e, un po' impacciato, bacio. Suga si era lasciato trasportare, seguiva ogni movimento del più grande, mentre le loro labbra si assaggiavano e le loro lingue si accarezzavano.
Quando si staccarono, l'imbarazzo dei due era percepibile, le guance di entrambi erano quasi bordeaux, ma le mani di Daichi non avevano mai lasciato il viso del più piccolo.
-Non era del temporale di cui ho sempre avuto paura, ma del solo pensiero di non poterti mai avere.-

One-Shots [yaoi] OuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora